Intervista esclusiva: MARCO SANTUCCI

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Carlo Monni, Enzo Pedroni e Sílvio Raimundo per la formulazione delle domande  e  di Júlio Schneider (traduttore di Tex per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni.

Marco SantucciCaro Santucci,  per  quelli  che ancora non ti conoscono vuoi farci una  piccola  autopresentazione  di te stesso e del cammino percorso nella tua carriera?
Marco Santucci: Salve a tutti. Mi chiamo Marco Santucci, vivo in Italia, più precisamente in Toscana. Disegno professionalmente dal 1994 circa ed ho lavorato  su  vari  tipi di testate come Nembo per la piccola Phoenix Editore,  Samuel  Sand  per Star Comics ed infine su Mister No e Tex per Sergio Bonelli Editore.

Come e quando ti sei orientato verso il disegno e in quale momento hai deciso che questa sarebbe stata la tua forma di sopravvivenza?
Marco Santucci: Il desiderio di narrare con le immagini l’ho sempre avuto fin da bambino.  Ho  ancora  un sacco di quaderni pieni zeppi di storie che inventavo da solo. La decisione di farlo come lavoro è nata circa a sedici anni, quando da grande appassionato di fumetti Marvel mi divertivo a disegnare copiando autori come Todd Mc Farlane. In quel periodo ebbi la fortuna di incontrare autori come Fabio Civitelli e Marco Bianchini che mi indirizzarono verso stili più classici ma sicuramente più adatti ad una formazione tecnica che si rispetti.

Marco Santucci e Fabio CivitelliHai avuto una formazione artistica? Di che tipo?
Marco Santucci: Come dicevo sopra, i miei mentori sono stati prima Civitelli e poi Bianchini. In realtà per il resto sono totalmente autodidatta. Nessuna scuola mi ha aiutato ad imparare l’anatomia, prospettiva e chiaroscuro. Ho studiato tutto da solo sorretto dalla buona volontà e determinazione. Magari ho sacrificato una buona parte del mio tempo libero ma allo stato attuale non me ne pento, onestamente.

Domanda di rito: quali artisti, italiani e non, ritieni che abbiano influenzato il tuo lavoro?
Marco Santucci: Se parliamo della parte tecnica non posso che citare ancora Civitelli e Bianchini. Se parliamo di stile gli autori sono molti: Castellini, Villa, Alan Davis, Neal Adams,  John Buscema,  Garcia Lopez,  Alex Ross, Brian Hitch e tanti altri!

Marco Santucci disegnandoQuale è stata l’importanza di Fabio Civitelli e Marco Bianchini nella tua carriera professionale e come vi siete conosciuti?
Marco Santucci: Il loro ruolo l’ho già specificato sopra. Come li ho conosciuti? Quando ho presentato i miei primi dilettanteschi disegni ad un ragazzo che lavorava in Star Comics, lui mi diede i nominativi  di  alcuni  disegnatori che vivevano ad Arezzo: Civitelli, Bianchini, Dell’Uomo, Rossi e Valdambrini. Scelsi il primo della lista, Fabio. Mai fortuna fu più grande. Da lì partì il mio vero cammino verso il fumetto professionale.

Originale di Tex per SantucciCome funziona la tua collaborazione con Bianchini?
Marco Santucci: Boselli invia a me la sceneggiatura. Io la leggo, mi documento se non ho già avuto dei riferimenti dallo sceneggiatore, studio la regia della pagina (per quanto mi è permesso), disegno una serie di pagine a matita, complete di tutti i chiaroscuri e le sfumature (per quello che la matita permette, certo). A questo punto, invio le scansioni o fotocopie a Boselli che mi indica cosa funziona e cosa no, e passo in base alle direttive dello stesso Boselli. Una volta che le pagine sono ricorrette, posso consegnarle a Bianchini che ripassa il tutto a china.

Non è comune in Europa che un disegnatore  faccia  le  matite e l’altro l’inchiostro. Com’è successo questo nella tua carriera e perchè? Pensi che continuerà in futuro?
Originale di Tex per Santucci - Pagina BMarco Santucci: No, non è comune. Il che non significa che non sia una buona cosa. Dipende dalle situazioni. Nel mio caso è successo perchè dieci anni fa a Bianchini faceva  comodo  uno  che gli facesse le matite ed a me faceva comodo lavorare dopo che Samuel Sand,  la  serie Star comics dove lavoravo, era stata chiusa. Un reciproco bisogno, direi, che ha generato un rapporto lavorativo molto lungo. Con il tempo però ho deciso di staccarmi da Marco per avere una mia identità professionale e soprattutto per avere nuovi stimoli creativi. Da questa situazione ho capito che non c’è evoluzione senza cambiamento. In Italia molti, spesso, tendono a adagiarsi sulle proprie situazioni perchè sembrano comode e sicure. E’ sbagliato perchè con il tempo questo porta a dare sempre di meno. Meglio faticare un pò e cambiare, anche se a volte può essere un pò traumatico!  Allo  stato  attuale delle cose sono ancora più che convinto di aver preso la scelta giusta. Ricominciare a gestire tutto da solo è faticoso ma estremamente stimolante!

Mister NoQuali sono state le tue esperienze professionali prima di approdare alla Sergio Bonelli Editore?
Marco Santucci: Beh, non molte. Come dicevo all’inizio, ho lavorato per una piccola cosa per Daniele Brolli presso Phoenix Editore, poi Star Comics su Samuel Sand e quindi Mister No.

Hai partecipato all’ultima storia di Mister No, scritta da Nolitta: puoi dirci qualcosa su Nolitta/Bonelli sceneggiatore, quali metodi usa, è molto dettagliato, lascia spazio al disegnatore oppure tende a vincolarlo molto?
Marco Santucci: Nolitta è uno sceneggiatore con cui ho lavorato benissimo. Le famose sceneggiature disegnate, dopo un primo momento di sbigottimento da parte mia, le ho trovate divertenti e facili da sviluppare.

Originale di Tex per Santucci - Pagina CAttualmente il tuo presente è su Tex. Puoi anticiparci qualcosa sulla tua storia d’esordio, chi è lo sceneggiatore, quale è l’ambientazione,  come  ti  sei trovato a passare alla tematica western, rispetto ai lavori precedenti?
Marco Santucci: No, devo dire che il mio presente non è più Tex. Nel momento che ho deciso di dividermi da Bianchini mi hanno fatto presente che non era possibile farmi lavorare più su Tex  e  quindi,  senza un secondo di esitazione, ho chiesto di fare un genere che trovassi più consono alla mia formazione artistica e professionale. In ogni caso, per quanto riguarda questo “one-shot” che ho avuto con Tex: la storia è di Mauro Boselli. L’ambientazione è  New  Orleans e le paludi della Louisiana. Storia molto bella da disegnare, devo dire. Il passaggio alla tematica western? Beh, prima di farlo ne avevo una gran paura. Ora ne ho il terrore! Scherzo, naturalmente… o quasi. Beh, il western è un genere molto difficile e richiede una grossa cultura del genere che io non avevo.  Gli  unici  western che mi piacciono sono quelli di Sergio Leone che poi alla fine non sono western “puri”. La documentazione è stata un grosso lavoro di ricerca. Per fortuna esiste internet!

Originale di Tex per Santucci - Pagina DCom’è stato lavorare su Tex, e con Mauro Boselli come sceneggiatore? E lui ti aiuta molto nel tuo lavoro di disegnatore oppure devi documentarti da solo?
Marco Santucci: Lavorare con Mauro è stato un trauma positivo per me. Nel senso che inizialmente ho fatto una fatica tremenda,  al  punto di avere la voglia di mollare tutto. Poi sono partito pian piano ed alla fine sono diventato talmente impermeabile alle sue spietate critiche che mi sono ritrovato fortificato nell’animo ma anche nella tecnica. Credo di aver fatto un grosso passo avanti grazie a Boselli. Fra l’altro,  alla fine e con mia grande sorpresa,  lo stesso Mauro ha sorretto molto il mio lavoro e di questo lo ringrazio ampiamente.
Non a caso ho chiesto di continuare a lavorare con lui anche dopo Tex.

Il Tex di Marco SantucciCom’è stato che sei passato a lavorare su Tex Willer? Scelta personale o imposizione?
Marco Santucci: Chiaramente non è stata un’imposizione. E’ stata più una proposta che era difficile  da  rifiutare.  Sicuramente mi è bastata l’esperienza di questi due anni su Tex per essere sicuro al 100% che preferisco fare altro. Ho anche realizzato delle prove a china sulle mie stesse pagine ma non sono state giudicate adatte al genere. Alla fine è meglio così. Perchè questo è sicuramente un genere che può essere molto bello ma anche molto logorante. L’unico disegnatore che conosco che riesce a farlo da moltissimo tempo senza stancarsi mai è Fabio Civitelli, per il quale ho un ammirazione sconfinata! In ogni caso non avete da preoccuparvi perchè la casa editrice ha tenuto giustamente Bianchini come disegnatore della serie, prediligendo la sua decennale attività nel campo!

Disegno di Tex per Lucca Comics 2007Cosa significa per te disegnare una leggenda dei fumetti come Tex, che sta per compiere ben 60 anni di vita editoriale?
Marco Santucci: Beh, preferenze di genere a parte, è sicuramente una bella tappa professionale. Chi non conosce il mitico ranger? Per la prima volta genitori ed amici conoscevano tutti il personaggio che disegnavo… non capita spesso, eh!

Riesci a fare molte tavole in un mese, oppure disegnare Tex in qualche modo ti ha messo in difficoltà?
Marco Santucci: Idem come sopra. Molte difficoltà, poche tavole, purtroppo!

Quando hai iniziato a disegnare il tuo Tex, hai cercato d’ispirarti a qualcuno già noto?
Marco Santucci: Ovvio: Claudio Villa, Fabio Civitelli, Ticci.

Tex per Marco SantucciSei soddisfatto del tuo lavoro su Tex?
Marco Santucci: Ve lo dico quando vedrò tutta la storia finita ed inchiostrata. Tutt’ora non ho quasi idea di come stia venendo la parte inchiostrata, infatti. Credo di aver visto solo poco più della metà storia finita. A questo punto, sarà una bella sorpresa anche per me quando uscirà in edicola.

Cos’hai trovato di maggiormente difficile confrontandoti con il Ranger?
Marco Santucci: Eh… un pò tutto. Vestiti, cavalli, i maledetti cappelli ma soprattutto le armi. Fabio Civitelli, dalla grande conoscenza tecnica, mi ha ripreso un innumerevole quantità di volte sulle armi. Non c’è verso, fucili e pistole non mi entrano in testa!

Originale di Tex per Santucci - Pagina EChi o cosa è Tex secondo te? Cosa ti piace di più in lui e cosa di meno?
Marco Santucci: Tex è ormai un mito. Un simbolo del fumetto italiano. Un personaggio conosciuto da tutti, persino da mia madre che di fumetti non sa nulla! Cosa mi piace di meno? La sua invincibilità che non mi permette di immedesimarmi in lui. Preferisco eroi più imperfetti.

Quali ambizioni avevi o hai all’interno della SBE, soprattutto in relazione a Tex?
Marco Santucci: In relazione a Tex nessuna,  come dicevo.  All’interno della SBE ho chiesto di fare Dampyr, che ritenevo un genere più vicino ai miei gusti. Azione e soprannaturale mi piacciono molto. Sto iniziando in questo periodo una storia scritta da Diego Cajelli.

Originale di Tex per Santucci - Pagina FNel 2007 abbiamo avuto in Portogallo un’anticipazione mondiale di quindici nuovi disegnatori di Tex, com’è per esempio il tuo  caso.  Come vedi questa entrata di tanti nuovi elementi nello staff di Tex? Questo potrebbe essere un nuovo corso nella vita della serie?
Marco Santucci: Assolutamente sì! Linfa nuova, ricambio, evoluzione stilistica. Tutte cose positive a mio modo di vedere le cose.

Si è detto molto sul fatto che Tex è una serie disegnata da moltissimi autori: consideri questo fatto positivo o negativo per chi arriva per la prima volta alla serie?
Marco Santucci: Positivo, vedi sopra.

C’è stato un rinforzo anche a livello di sceneggiatori, ultimamente. Pensi che fosse qualcosa d’inevitabile? E con tanti sceneggiatori non pensi si possa correre il rischio di vedere Tex snaturato?
Marco Santucci: Sì e credo sia un pò inevitabile. L’abitudine a volere per forza il solito autore su una serie è sempre, a mio parere, sbagliata. Serve ricambio, evoluzione, perchè una qualsiasi serie vada avanti. Meglio un pò snaturare ma magari anche un pò svecchiare il personaggio con storie nuove e fresche di nuovi sceneggiatori, piuttosto che sovraccaricare pochi sceneggiatori che alla fine scriverebbero brutte storie comunque, no?

Il Dampyr di Marco SantucciLasciamo un pò stare Tex. Per fare Dampyr hai preso come punti di riferimento altri disegnatori della testata? In caso positivo, quali?
Marco Santucci: La testata di Dampyr ha molti bravissimi artisti, ma quelli che ho preso maggiormente a riferimento sono il bravissimo Luca Rossi e Alessandro Bocci.

In Dampyr avrai finalmente una protagonista, femminile, importante, come Tesla, cosa impossibile in Tex. Questa cosa ti attira, ti dà nuovi stimoli, come disegnatore?
Marco Santucci: Indubbiamente. Avere un personaggio femminile da disegnare per varie pagine, cercando di caratterizzarla al meglio è sicuramente un nuovo stimolo, specialmente se è una vampira! Mi diverte l’idea di avere un personaggio che un momento appare come una bella donna ed un momento  dopo  come  una creatura della notte, mostruosa! Una dualità stimolante!

Tesla di Marco SantucciHai detto che stai disegnando una storia scritta da Cajelli. Puoi anticiparci qualcosa?
Marco Santucci: La storia è davvero molto carina e parlerà di un demone dalle sembianze femminili (ancora!). Di più non mi espongo…  Cajelli ha scritto una sceneggiatura con la quale, fin dalla prima pagina, mi sono reso conto che lavorerò con molto entusiasmo. Da lodare la professionalità di Diego, che mi ha inviato un sacco di documentazione che, oltre a semplificarmi il lavoro di ricerca, mi permette di dare a lui e Mauro un lavoro il più vicino possibile a quello che la sceneggiatura richiede. Beh… per lo meno questo è quello che tenterò di fare!

Una curiosità: hai dichiarato di amare il soprannaturale, non ti sarebbe piaciuto allora, disegnare per Dylan Dog?
Marco Santucci: Certamente.

SpiderMan - Pagina ASappiamo che attualmente sei occupato a disegnare per la Marvel:  puoi  parlarc i un po’ di questo nuovo lavoro? Com’è avvenuto il contatto?  Quale  personaggi  disegni? Storia scritta di chi? Inchiostrata da quale artista?
Marco Santucci: Dunque: il contatto è avvenuto perchè nel periodo in cui stavo riprendendo mano con le chine, decisi di esercitarmi su un genere che amo molto, ossia quello supereroistico. Ho realizzato a tempo perso alcune pagine si Spider-Man, Wolverine ed X-Men. Qualche mese prima che  terminassi  Tex,  Simone Bianchi  (che mai finirò di ringraziare per la disponibilità!)  mostrò alcune di queste tavole all’editor di Spider-Man, Stephen Wacker il quale, dopo qualche mese, mi ha contattato e proposto un lavoro.
La prima volta ho dovuto rifiutare perchè dovevo assolutamente finire prima la storia di Tex. Successivamente, quando la Bonelli mi ha permesso di passare a Dampyr, viste le lunghissime scadenze che avrei avuto (più di un anno per fare una storia, quindi molto diluite), non ho esitato ad accettare l’incarico americano. D’altronde, era difficile dire di no a Spider-Man! La storia su cui sto lavorando è in realtà una miniserie di tre numeri che dovrò concludere per Agosto, legata al maxi-evento Marvel “Secret Invasion“. La miniserie sarà intitolata naturalmente Spider-Man Secret Invasion.  La  mia  storia è sceneggiata da Brian Reed e sta venendo inchiostrata dal veterano Mark Pennington. Avrei voluto inchiostrarla  io  stesso ma le scadenze erano troppo strette per ottenere un lavoro al massimo della qualità. Fra l’altro, sul mio sito, potete già vedere le prime tre pagine a china e la prima cover che è stata invece curata da Mike McKone.

Spider-Man - Pagina BSei soddisfatto di questa nuova esperienza? Pensi che si ripeterà in futuro?
Marco Santucci: Sono molto soddisfatto dell’esperienza,  assolutamente.  E’ incredibile  il  tipo  di ridondanza che ha avuto la notizia del mio lavoro su questa miniserie! Onestamente, non mi era mai successo e ne sono felice.  Poi,  un’altra  cosa che mi entusiasma moltissimo è sicuramente il vedere le mie tavole finalmente a colori. Per quanto riguarda al ripetersi non posso dirlo, visto che non dipende solo da me. Per adesso, spero in una buona accoglienza anche negli states del mio lavoro!

Quanto tempo impieghi per disegnare una tavola? Hai degli orari? Come si articola una tua giornata tipo fra lavoro, letture, tenerti informato, ozio, vita familiare?
Marco Santucci: Di solito cerco di fare una tavola al giorno. Non ci riesco sempre, anzi, difficilmente. Cerco di darmi degli orari ma li sforo sempre, non c’è verso. Non sono nato per fare un lavoro con orari precisi. Sto sul tavolo quanto è necessario per ottenere quello che voglio ottenere. Punto. Leggo molto, da fumetti a romanzi a riviste, di solito prima di dormire. La sera, nel purtroppo poco tempo che mi rimane, è dedicata alla famiglia e amici.

Originale di Tex per Santucci e Bianchini - Pagina AParlaci anche di come lavori, che strumenti usi e come procedi nel realizzare la pagina.
Marco Santucci: Beh, di solito creo un bozzetto della vignetta veloce ed approssimativo su un foglio di carta da fotocopie o velina. Poi lo proietto nella vignetta della pagina finale tramite un proiettore di opachi. Non  riesco  molte volte a disegnare nella gabbia della pagina. Mi soffoca e credo si noti da come i miei personaggi sembrino starci stretti nelle vignette
Per le chine uso molto pennello e per le cose tecniche o i ritocchi, il pennarello.

Quali metodi utilizzi per comporre gli ambienti, le abitazioni, gli abiti, le armi ecc. nei tuoi disegni? Fai qualche ricerca? Utilizzi foto o modelli?
Marco Santucci: Utilizzo moltissime foto di documentazione storica, foto di giornali per le pose e foto che faccio a me stesso, parenti ed amici a volte per i personaggi. Mi piace molto l’aspetto realistico del fumetto e usare foto è l’unico modo per ottenerlo, a mio parere. Ultimamente, sto usando anche la grafica  3D  per  aiutarmi a creare ambienti coerenti ma soprattutto per studiare in maniera più cinematografica le inquadrature.

Originale di Tex per Santucci e Bianchini - Pagina BProvi sempre piacere nel disegnare,  dato  che  essendo il tuo lavoro sei obbligato a farlo?
Marco Santucci: Quasi sempre. Certo, disegnare roba che ti piace aiuta molto.

Oltre che disegnatore, tu sei anche sceneggiatore di un personaggio tuo, ovvero Termite Bianca.
Come ti sei trovato nelle vesti di colui che dà delle indicazioni ad un altro disegnatore?

Marco Santucci: Benissimo. E’ troppo più semplice dare  delle  indicazioni  su come vuoi un’inquadratura piuttosto che disegnarla. Se poi l’autore che realizza i disegni è Patricio Evangelisti, è veramente una grossa soddisfazione! Comunque, scrivere una buona storia è sicuramente un altro paio di maniche, certo.

Termite BiancaQuali fumetti leggi attualmente, ovvero con quali ti identifichi maggiormente?
Marco Santucci: Amo i comics americani. Ultimates è una delle migliori serie che io abbia letto negli ultimi anni! Peccato sia terminata la gestione Millar e Hitch.

Oltre ai fumetti, quale tipo di libri leggi? E quali sono le tue preferenze nel campo del cinema e della musica?
Marco Santucci: Beh, di solito romanzi, a parte alcune eccezioni. Ho letto quasi tutti i libri di King (la saga della Torre Nera è la mia preferita!), alcune cose di Asimov (eccezionale la saga della Fondazione!), due o tre libri di Stephen Hawking (incredibile la fisica quantistica spiegata da lui!) ed alcuni altri autori che ora non ricordo. Nel cinema, ho una cultura prevalentemente basata su film americani,  non  intendo  solo action movies ma anche roba più pesante, tipo Babel, Crash o 21 grammi.
Per il resto non resisto ai film di fantascienza o supereroistici, a parte alcune penose produzioni che ogni tanto escono. Per la musica, devo dire che non ho gran cultura,  ascolto molto la radio,  prevalentemente Radio Deejay,  che mi tiene compagnia tutto il giorno. Magari mi piace ogni tanto ascoltare colonne sonore dei film, di cui John Williams è il mio compositore preferito. Apprezzo anche gli U2, Tori Amos, Green Day e così via…

Caro Marco Santucci, a nome del blog portoghese di Tex ti ringraziamo moltissimo per l’intervista  che  ci  hai così gentilmente concesso.

Marco Santucci: Grazie a voi!

(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

4 Comentários

  1. Quini Santucci non disegnerà più Tex?
    Peccato… il poco che ho visto sembrava molto, molto promettente!

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