Intervista esclusiva: PATRICK PIAZZALUNGA

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Giampiero Belardinelli per la formulazione delle domande, di Júlio Schneider (traduttore di Tex per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni e di Bira Dantas per la caricatura.


Ciao, carissimo Patrick Piazzalunga, e benvenuto sul blog portoghese di Tex! Quali sono state le letture fumettistiche del bambino Patrick?
Patrick Piazzalunga: Devo ringraziare mio fratello, quando tornò a casa dal militare portò con se un paio di numeri di Dylan Dog: numero 84 (“Zed”) e una raccolta di storie della Mondadori che racchiudeva le prime storie del mitico Dylan. Da lì mi innamorai del fumetto a 360°.

All’età di 14 anni frequenti la Scuola Internazionale di Comics di Firenze: cosa ricordi di quegli anni?
Patrick Piazzalunga: Ero appena uscito dalle scuole medie ed ero il più piccolo della classe, è stata un esperienza tosta e stimolante, mi sono dovuto misurare con le basi del disegno e del fumetto… ho già detto tutto! E il ringraziamento più grande va ai miei genitori, che hanno creduto in questa ardua impresa!

Tre anni dopo, a 17 anni, collabori come inchiostratore con la testata John Doe: come consideri oggi quei lavori?
Patrick Piazzalunga: John Doe disegnato da Alessandro Giommetti e inchiostrato da me e Dimitri Gori (amico e compagno di classe della scuola di Comics): rivendendo il lavoro, beh, cambierei un sacco di cose, non c’era tempo per i ritocchi, dovevamo produrre, iniziavo la mattina verso le 8 e finivo verso le 4 di mattina, riuscivo a chinare 4/5 tavole in questo arco di tempo, una pazzia!

Parlaci del progetto ambizioso Batman: l’ombra di Ra’s Al Ghul.
Patrick Piazzalunga: Per questa lavorazione Giuseppe Camuncoli (tra l’altro ringrazio tantissimo) contattò me e Dimitri Gori per prendere parte alle chine di questo progetto, sinceramente ricordo poco perché lavorammo intensamente giorno e notte… fu davvero stancante.

La collaborazione con Marco Bianchini ti ha permesso di lavorare a personaggi importanti come Mister No e Tex: qual è stata la tua esperienza con questi due eroi?
Patrick Piazzalunga: Finita la Scuola di Comics, dopo l’esperienza di John Doe, Marco Bianchini (insegnante e direttore della scuola di comics) mi contattò per dare una mano a inchiostrare alcune tavole di Mister No disegnate da Marco Santucci e, successivamente, Tex. E’ sempre stato il mio sogno da bambino riuscire a collaborare in Casa Bonelli, inchiostrare quelle tavole fu davvero stimolate e utile per me, andavo spesso ad Arezzo nello studio di Marco Bianchini e lì imparavo.

Quali sono state le circostanze che ti hanno portato in seguito a lavorare con Marco Santucci?
Patrick Piazzalunga: Dopo l’interruzione della collaborazione tra Santucci e Bianchini, Santucci mi chiese di collaborare con lui come inchiostratore. Santucci stava sempre di più abbandonando il segno “classico” avvicinandosi di più ad un segno americano “moderno”. In quel periodo entrambi eravamo folgorati dal lavoro svolto da Brian Hitch in Ultimates e dai lavori di Alan Davis. Le sue matite stavano virando su quel tipo di segno, lo stesso riguardava me e le strade si allinearono in maniera perfetta. La collaborazione con Santucci è durata per 7 anni prendendo parte a lavorazioni per i mercati italiano, francese e americano. L’ultimo lavoro che abbiamo fatto insieme è stata una storia breve per un Color Tex, ma non so quando uscirà, spero presto! Devo ringraziare Santucci, è stato un mentore, con lui ho imparato davvero tanto!

Con quest’ultimo hai lavorato al progetto francese, per la casa editrice Soleil Editions, La Mandragore: come consideri quest’esperienza rispetto al modo di lavorare in Italia?
Patrick Piazzalunga: Le differenze sono evidenti sotto molti punti di vista: il fumetto francese si presenta con un formato molto più grande di quello bonelliano, è composto da meno pagine e il prodotto finale è a colori. La gabbia della pagina è totalmente diversa, presenta molte più vignette e si tende sempre a descrivere molto l’ambientazione. Dal mio punto di vista (quello dell’inchiostrazione), è cambiato poco dalla lavorazione italiana, sicuramente si tende a lasciare più spazio al colorista, applicando meno sfumature o campiture di nero.

Ti piacerebbe realizzare le matite dei tuoi lavori?
Patrick Piazzalunga: CERTAMENTE! E’ quello che sto tentando di fare, proponendo tavole di prova in redazione.

Ritornando al Ranger che dà nome a questo blog: come ti senti oggi a misurarti con il Ranger?
Patrick Piazzalunga: A livello lavorativo, a parte la gavetta iniziale e la storia breve fatta con Santucci, non mi sono più misurato con il Ranger. Ho fatto delle tavole di prova. Sicuramente il fumetto western è uno dei generi più complessi da affrontare e, se si parla di Tex, ancora di più. Essendo toscani, ho avuto la fortuna di aver frequentato lo studio di Ticci e Civitelli, dandomi preziosi consigli su come affrontare al meglio il western e il Ranger… li ringrazierò a vita.

Chi o cosa è Tex secondo te? Cosa ti piace di più nel Ranger e cosa di meno?
Patrick Piazzalunga: Tex è un’istituzione, fa parte della nostra cultura e non solo, è un personaggio internazionale e il più longevo nella storia del fumetto italiano, c’è poco da dire…

Per concludere il tema, come vedi il futuro di Tex?
Patrick Piazzalunga: Sinceramente non saprei rispondere.

Quanto tempo impieghi per inchiostrare una tavola? Hai degli orari? Come si articola una tua giornata tipo fra lavoro, letture, tenerti informato, ozio, vita familiare?
Patrick Piazzalunga: Non ho una sveglia, ma lo sono i nipoti che urlano alla mattina, alle 7:30 circa, quindi mi alzo e attacco a lavorare verso le 8, poco prima di mezzogiorno stacco e vado in palestra e riattacco a lavorare verso le 14:30 e stacco finché non ho completato una tavola. Sera dopocena esco un po’ con amici oppure vado in sala prova con le band di cui faccio parte. Se sono indietro con il lavoro? LAVORO! 🙂

Puoi esporci la tua tecnica di lavoro?
Patrick Piazzalunga: Per il lavoro che sto facendo su Dampyr con Daniele Statella, stampo in ciano le sue matite su carta Fabriano liscia e inchiostro principalmente con pennello Winsor & Newton serie 7 numero 2, china Winsor & Newton, anche se ultimamente mi sono dato al pennello giapponese della Pentel, pennini di vario genere, pennarellini giapponesi e Staedtler, e per i ritocchi acrilico bianco. Per i lavori totalmente miei (matita e china), faccio un layout in digitale con Manga Studio, stampo in ciano e poi proseguo con matita e successivamente china. Qui cambio strumenti di lavoro: carta Schollershammer liscia e semiruvida, non trovo mai pace, è una sorta di feticismo, quindi cambio sempre! Attualmente sono passato a pennelli più grandi (pennello di martora Da Vinci n. 5 o 6), mi da la possibilità di sintetizzare di più anche i particolari molto piccoli, china Pelikan o Winsor & Newton (dipende che carta uso), pennini di vario genere, pennarellini giapponesi e Staedtler, e per i ritocchi acrilico bianco.

Quali sono i tuoi progetti immediati?
Patrick Piazzalunga:
Attualmente sono impegnato con una storia di Dampyr sceneggiata da Giorgio Giusfredi, matite di Daniele Statella e chinata dal sottoscritto, si intitolerà “Il Dio del massacro” e uscirà quest’anno.

Quali fumetti leggi attualmente?
Patrick Piazzalunga: Ultimamente sto leggendo veramente poco, qualche testata Bonelli.

Oltre ai fumetti, quale tipo di libri leggi? E quali sono le tue preferenze nel campo del cinema e della musica?
Patrick Piazzalunga: Attualmente qualche libro di filosofia che mi ha prestato un amico e racconti di H. P. Lovecraft. Per quanto riguarda il cinema, sono legato al passato (’70, ’80), ai film di serie B, che possono essere: horror, giallo, polizieschi o poliziotteschi, kung fu, commedie, spaghetti western, di tutto! Amo molto Tarantino, guardo ogni tanto qualche serie tv, anche se la mia preferita è Twin Peaks. Per quanto riguarda la musica, ascolto metal dall’età di 8 anni, se non ascolto metal mi sparo del southern rock come Lynyrd Skynyrd, ZZ Top ecc… colonne sonore dei film, musica ambiente o folk norvegese. Attualmente suono la chitarra in 3 band metal.

Caro Patrick, ti ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci hai così gentilmente concesso.
Patrick Piazzalunga: Grazie a voi, è stato un piacere, spero di incontrarvi di persona! 🙂

(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

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