Ricordando Sergio Bonelli, di Giovanni Eccher


Ho conosciuto personalmente Sergio Bonelli solo negli ultimi anni della sua vita, e ho parlato con lui poche volte, per questo non me la sento di scrivere granché su di lui: però vorrei ricordare un episodio di cui conservo un affettuoso ricordo.

La prima volta che ho incontrato personalmente Sergio Bonelli è stato poco prima di cominciare la mia collaborazione con la sua casa editrice: era il 2007 e stavo girando un documentario sul grande Roberto Raviola, in arte Magnus. Il documentario prevedeva un’intervista con Sergio, che molto gentilmente si era prestato a farsi riprendere – cosa per nulla scontata data la sua avversione per le telecamere, ma che faceva volentieri, come mi disse poi, in nome della sua vecchia amicizia con Magnus. Circa una settimana prima di girare l’intervista andai quindi in redazione, e passai un paio d’ore con lui parlando delle domande che gli avrei fatto. Presto la conversazione cominciò a spaziare su Raviola, su Hugo Pratt, sulla casa editrice e sul fumetto italiano in generale. Sergio si dimostrò fin da subito molto cortese e disponibile, anche se per tutto il tempo mantenne quell’aura di impermeabilità emozionale che avrei imparato a riconoscere come parte di lui e del suo modo di essere. Per due ore fui trasportato nella storia del fumetto da uno dei suoi protagonisti: era un po’ come farsi un giro della Malesia con Sandokan come guida, un’esperienza da vivere con occhi e orecchie aperti e la bocca chiusa. Naturalmente avevo anche un certo timore reverenziale nei confronti dell’editore dei fumetti che (insieme a Topolino) avevano accompagnato la mia infanzia e la mia crescita, e fu con una certa titubanza che alla fine della nostra chiacchierata gli chiesi un’informazione che nulla aveva a che fare con i nostri discorsi, ma che solo lui poteva conoscere: il titolo di un fumetto disegnato dal compianto Ferdinando Tacconi, che cercavo inutilmente da più di vent’anni. Si trattava di una miniserie in tre albi, che avevo trovato su una bancarella da ragazzino ma che non avevo potuto comprare per banale mancanza di soldi – all’epoca andavo alle elementari – e che quindi avevo letto a scrocco finché la bancarella non aveva levato le tende. Un fumetto quindi di cui non ricordavo né il titolo né la casa editrice, ma di cui conoscevo la trama e l’autore. Dal momento che Tacconi aveva lavorato parecchio con la Bonelli, speravo che Sergio avrebbe ricordato il titolo di questo fumetto – apparentemente, nessuno degli “esperti” che avevo consultato fino a quel momento conosceva la storia in questione. Quando posi a lui la domanda, Sergio ci pensò su circa due secondi: “Ma certo, si chiamava Lo Straniero, lo abbiamo pubblicato noi” (per la precisione, come mi spiegò poi, era stato pubblicato da L’Isola Trovata, che negli anni ’80 era una sorta di casa editrice parallela della Bonelli). Tornato a casa mi piazzai subito davanti a Internet per cercare qualcuno che ne vendesse una copia, ma inutilmente: d’altra parte, non era mai stato ristampato ed evidentemente non aveva avuto un grande successo di pubblico. Io comunque ero già felice così: avevo risolto uno dei grandi misteri della mia infanzia e non era detto che spulciando in qualche mercatino prima o poi non sarei riuscito a trovarne uno o due albi. Potete quindi immaginare il tuffo al cuore che ebbi una settimana dopo, quando mi presentai in redazione con operatori al seguito per girare l’intervista e Sergio mi accolse con in mano tutti e tre gli albi, che aveva fatto recuperare in qualche magazzino sperduto. Me li regalò senza troppe cerimonie, com’era il suo modo di fare, e io riuscii a evitare di prostrarmi davanti a lui come invece mi suggeriva il ragazzino che ancora vive dentro di me: lo ringraziai compostamente e mi girai verso gli operatori, dando ordini e indicazioni sul setup della telecamera – approfittandone per asciugarmi segretamente gli occhi lucidi.

Quegli albi ora sono nella mia libreria, e sono solo una delle mille cose per cui devo ringraziare Sergio. Tutte le altre sono in comune con centinaia di autori e milioni di lettori.

(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

Um comentário

Deixe um comentário

O seu endereço de email não será publicado. Campos obrigatórios marcados com *