Intervista esclusiva: PATRIZIA MANDANICI

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Giampiero Belardinelli per la formulazione delle domande, di Júlio Schneider (traduttore di Tex per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni e di Bira Dantas per la caricatura.

Ciao carissima Patrizia Mandanici, e benvenuta sul blog portoghese di Tex! Sei nata a Messina, poi ti trasferisci a Roma dove studi al liceo artistico e in seguito all’Accademia di Belle Arti: raccontaci questo scorcio della tua vita.
Patrizia Mandanici: Ho sempre disegnato, fin da quando ero piccola. I miei genitori hanno compreso questa grande passione e mi hanno permesso di fare studi artistici – anche se a dire la verità né io né loro immaginavamo che lavoro avrei fatto un giorno per vivere. Non avevo le idee chiare, immaginavo in maniera vaga di fare l’illustratrice; anche se nel tempo libero disegnavo fumetti non pensavo che sarebbe potuto diventare un lavoro. Infatti dopo il liceo artistico ho frequentato il corso di Scenografia all’Accademia di Belle Arti, ma ho capito che il teatro non faceva per me. Intanto però imparavo varie tecniche di disegno e accumulavo esperienza. Terminata l’Accademia su suggerimento di mio padre mi trasferivo a Milano (avevo 26/27 anni) e spedivo le mie illustrazioni a varie case editrici (di riviste e giornali, più che altro), con scarsa fortuna. Un giorno qualcuno mi ha indicato il nome di Marcello Toninelli, fumettista ed editor, che mi ha fatto esordire come fumettista con i primi lavori (come inchiostratrice, poi matitista, poi come disegnatrice completa).

Le collaborazioni con le Case editrici Granata Press e Star Comics sono state le fondamenta da cui hai costruito la tua carriera: parlaci di quei lavori.
Patrizia Mandanici: Toninelli mi ha fatto esordire nel mondo del fumetto facendomi inchiostrare alcune storie di una rivista che si chiamava “Dark”. È stata un’esperienza breve ma importante, qualcosa che mi ha dato anche fiducia in me stessa, pensare a un futuro dove fare la fumettista era possibile – soprattutto farne un lavoro che mi permettesse di vivere. Sempre grazie a Toninelli mi veniva affidata la parte grafica del personaggio “Ossian” della Star Comics, una serie scritta da Martino Barbieri ed uscita per 8 numeri. Oltre alle storie disegnavo anche le copertine, per me è stata un’esperienza fondamentale, per la prima volta dovevo tenere un ritmo costante, visualizzare un mondo e dei personaggi, e ho anche usato per la prima volta il pennello per inchiostrare.

Oggi, a distanza di anni, con quale sguardo rivedi quel periodo?
Patrizia Mandanici: È passato tanto tempo, mi rendo conto che da allora ho fatto tanti passi in avanti dal punto di vista tecnico, ma è anche vero che avevo le energie tipiche della gioventù, adesso non so se riuscirei più a mantenere quei ritmi di lavoro.

Come hai conosciuto Antonio Serra?
Patrizia Mandanici: Sempre grazie al consiglio di Toninelli di prendere un appuntamento presso la redazione di Serra, che in quel periodo cercava nuove disegnatrici per la serie Legs Weaver da poco in edicola. Sono andata con la mia cartella di disegni, ma Serra conosceva già il mio “Ossian” e pensava che prima o poi sarei passata da lui! Ho realizzato un paio di tavole di prova per Legs, che andarono bene, e così sono stata presa nello staff.

Il personaggio di Legs ti ha fatto apprezzare dal grosso pubblico: rivedendo i tuoi lavori si nota il tuo coinvolgimento nel progetto. Cosa ti piaceva di Legs e del suo microcosmo?
Patrizia Mandanici: Della testata “Legs Weaver” mi piaceva il tono scanzonato, da commedia, e la possibilità per noi disegnatori di usare un tipo di segno più grafico, più personale. Come personaggio mi piaceva di Legs l’essere sempre un po’ sopra le righe, il coraggio, l’essere una persona pratica e diretta; mi piacevano molto le scene umoristiche e il tipo di amicizia che la legava a May e Nathan.

Ritieni che con Legs si poteva spingere di più sul lato dell’ironia e della trasgressione?
Patrizia Mandanici: Non lo so, ma ne dubito dato che molti lettori di Nathan alla fine non hanno apprezzato questa ironia.

Però l’ironia è stata una carta vincente delle serie: preferivi lavorare su sceneggiature del genere, oppure prediligevi quelle più drammatiche?
Patrizia Mandanici: Come detto prima, l’ironia e l’umorismo erano una delle cose che più apprezzavo nella serie, ma anche gli episodi più drammatici erano nelle mie corde, per cui alla fine non credo di avere preferenze.

Grazie all’intensa creatività di Antonio Serra sei stata coinvolta anche nel progetto Gregory Hunter: ti sei divertita nel realizzare tavole per quel personaggio?
Patrizia Mandanici: Molto, Gregory Hunter rappresentava quel tipo di fantascienza che ho amato da ragazzina, quella avventurosa, ironica, con tanti alieni e mondi da esplorare!

Dopo la chiusura delle due testate hai iniziato la tua collaborazione con Nathan Never e le pubblicazioni collegate come Universo Alfa. L’impatto con il mondo drammatico e spesso cupo di Nathan ti ha spiazzata?
Patrizia Mandanici: Spiazzata no, ma certamente il passaggio è stato difficile, specialmente dal punto di vista della resa grafica: mi veniva richiesto un segno molto più realistico di quello usato per Legs e Gregory Hunter. Ho impiegato diversi anni per migliorare questo aspetto.

Anche lì hai ritrovato Legs: quali differenze hai riscontrato nel tratteggiare il personaggio all’interno dell’affollato mondo di Nathan Never?
Patrizia Mandanici: Nel mondo di Nathan il tono diventa per forza di cose più cupo, più drammatico; Legs, nonostante mantenga una certa ironia, certamente non può esagerare molto – e io devo disegnarla in maniera più realistica, ma è normale.

Passiamo adesso al Ranger che dà nome a questo blog: vuoi raccontarci com’è avvenuto il tuo arruolamento nello staff dei disegnatori di Tex?
Patrizia Mandanici: Qualche mese fa ero nello studio di Antonio Serra a parlare del lavoro che stavo per terminare (un Nathan Never), e di quello che avrei potuto fare dopo. In quel momento non c’era certezza di cosa avrei potuto disegnare. Lì vicino c’era Mauro Boselli, che ha il suo studio accanto, e credo che abbia discusso di questo con Serra. Dato che a breve sarei stata “libera”, ha proposto che io e Serra potessimo impegnarci su una delle storie brevi di un Color Tex (32 pagine). Sarebbe stata una prima volta sia per me che per Serra, che non ha mai scritto per questo personaggio.

Come ti senti a misurarti con il Ranger?
Patrizia Mandanici: Molto emozionata, e contenta naturalmente. Dovete sapere che da bambina ho iniziato a leggere i fumetti di Topolino, ma subito dopo sono passata a Tex, che è stata la mia grande passione fino ai 12-13 anni. Disegnavo le mie storielline a fumetti tutte di genere western, prendendo spunto dalle storie di Tex (e anche dai film che guardavo alla tv). Ricordo che andavo in fumetteria per comprare gli albi usati, poi tornavo lì per rivenderli e comprarne altri. Non ero una collezionista, compravo e leggevo quello che trovavo!

Nel disegnare Tex, che tipo di difficoltà hai incontrato, se ne hai incontrate?
Patrizia Mandanici: Certamente una delle cose più difficili (per adesso) è il disegno dei cavalli, ma sto cercando di studiarli molto prendendo ad esempio tante foto prese da film e altro che trovo in rete. Con il volto di Tex invece penso di essere arrivata a buon punto dopo diverso tempo passato a disegnarlo. Non mi ispiro a un solo disegnatore in particolare, vorrei arrivare a disegnarlo in maniera naturale, “mia”.


Hai dovuto modificare il tuo solito stile, oppure no?
Patrizia Mandanici: In realtà non molto, anche perché potrò usare una tecnica di cui non posso parlare adesso, sarà una sorpresa credo (niente di sperimentale, non vi preoccupate!).

Come definisci graficamente il tuo Tex?
Patrizia Mandanici: Classico contemporaneo – che non so bene cosa significhi per gli altri, ma io lo vedo un po’ così, almeno lo spero.

Negli ultimi tempi diversi disegnatori hanno fatto solo una veloce comparsata su Tex e poi sono tornati a lavorare su altri personaggi. Quello su Tex è per te un impegno duraturo, almeno nelle tue intenzioni?
Patrizia Mandanici: Credo che la mia presenza su Tex sarà temporanea, poi dovrei tornare a disegnare su Nathan. Comunque è difficile sapere cosa si farà dopo un anno e mezzo, mi ritengo una disegnatrice disponibile a disegnare dove ce n’è bisogno.

Chi o cosa è Tex secondo te? Cosa ti piace di più nel Ranger e cosa di meno?
Patrizia Mandanici: Ho sempre visto Tex come l’emblema della ricerca di giustizia, soprattutto della giustizia dalla parte del più debole, per chi non riesce ad averne a causa dei soprusi dei “più forti”. L’onestà poi è una delle cose che amo di più in Tex, e il senso di responsabilità. Ho qualche dubbio sui mezzi usati per “far parlare” più in fretta i criminali (c’è il rischio di abusi, per così dire), ma nelle storie di Tex è sempre ben chiara la colpevolezza e la cattiveria delle persone (cosa che nella realtà non è sempre possibile).

Per concludere il tema, come vedi il futuro di Tex?
Patrizia Mandanici: Non sono brava a predire il futuro in generale, meno che mai per i personaggi a fumetti. Il mondo è diventato complicato, impossibile sapere se i tanti appassionati di Tex che ci sono adesso ci saranno ancora in futuro a sostenere un personaggio dalla storia così lunga. Io me lo auguro, naturalmente. Non so neanche dire come potrebbe evolvere la testata, non ho idea!

Quanto tempo impieghi per disegnare una tavola? Hai degli orari? Come si articola una tua giornata tipo fra lavoro, letture, tenerti informato, ozio, vita familiare?
Patrizia Mandanici: Non ho orari fissi, e il tempo che impiego per una tavola dipende da tante circostanze; posso calcolare una media mensile, di circa 12 tavole, ma appunto è una media, non sempre ne disegno 12, qualche volta anche meno. Col tempo sono diventata più lenta. Non ho giorni di riposo prefissati, quindi generalmente lavoro tutti i giorni, ma a volte molto poco, altre di più, dipende dagli impegni con il cane (le passeggiate, ma non solo), il fare la spesa, le visite di controllo negli ambulatori (con l’età aumentano gli acciacchi). Ozio davvero poco, se non lavoro leggo (libri e fumetti), se non leggo mi informo su internet (in generale, sia per lavoro sia per interessi personali), nel tempo libero guardo qualche serie tv, oppure porto fuori il cane (che almeno mi obbliga a fare del movimento fisico).

Puoi esporci la tua tecnica di lavoro?
Patrizia Mandanici: Quando lavoro su carta in genere disegno prima dei layout a matita in formato piccolo, dei bozzetti; poi o li ingrandisco tramite fotocopiatrice (ho una stampante / scanner A3), li ricopio alla buona su carta e definisco bene la matita, oppure stampo direttamente una matita più definita su fogli A3, in cyan, in maniera che non si veda nulla in stampa; infine ripasso a china con dei pennelli ricaricabili giapponesi e rifinisco con pennarelli sottili graduati. In quest’ultimo caso la matita più definita la disegno in digitale prima di stamparla, da tempo uso un programma che si chiama Manga Studio/Clip Studio Paint (ho anche fondato un gruppo molto numeroso su Facebook, assieme a Luigi Coppola, altro disegnatore bonelliano). Quando disegno in digitale (ovvero quando inchiostro in digitale) o realizzo tutto il lavoro con Manga Studio, oppure disegno delle matite su fogli A4 che poi riporto nel pc e nel programma, infine realizzo l’inchiostrazione e aggiungo retini ed effetti. In ogni caso c’è sempre un passaggio al computer da quando in redazione bisogna portare la tavole già scansionate in formato file; anche se le tavole sono realizzate su carta con il passaggio al pc c’è la possibilità di correggere qualche errore o aggiungere qualcosa.

Esiste un’altra testata bonelliana, per la quale non hai mai lavorato, e che ti piacerebbe tantissimo disegnare? In caso positivo, puoi dirci quale sarebbe e perché?
Patrizia Mandanici: Non ho una preferenza particolare, per motivi diversi mi piacerebbe provare un po’ con tutte le testate, se dovessi menzionare un paio di personaggi direi Dylan Dog (su cui potrei adattare il mio segno) e anche Dragonero (mi piacciono le ambientazioni fantasy).

Il fumetto della SBE è sempre stato il tuo obiettivo oppure avresti preferito fare il cosiddetto fumetto d’autore come Pratt, Battaglia, Toppi, Manara?
Patrizia Mandanici: Non mi ritengo un’autrice (perlomeno non con il respiro lungo e le qualità necessarie), però se avessi trovato uno sceneggiatore con i gusti simili ai miei e una certa affinità mi sarebbe piaciuto anche disegnare fumetti di altro tipo. In generale però non faccio molte distinzioni tra fumetto popolare e d’autore, mi piace disegnare qualsiasi cosa purché abbastanza stimolante.

Quali sono i tuoi progetti immediati?
Patrizia Mandanici: Sto lavorando a un albo di una nuova serie bonelliana (e per la prima volta sto anche colorando le mie tavole), poi dovrò finire la storia di Tex di Serra e infine dovrei terminare un albo di Nathan Never che ho dovuto interrompere per dare la precedenza ai lavori prima menzionati.

Quali fumetti leggi attualmente?
Patrizia Mandanici: Sono molto irregolare nelle mie letture; seguo diverse testate della Bonelli (ma non tutte perché non avrei il tempo!) tra cui Tex, Dragonero, Dylan Dog, Orfani. Poi leggo qualche manga come Yawara!, Real, I am a hero, e altri. Compro tutto quello che esce di Adrian Tomine, Daniel Clowes, seguo Saga, la ristampa di The Walking Dead in bianco e nero, e altre novità che mi incuriosiscono.

Oltre ai fumetti, quale tipo di libri leggi? E quali sono le tue preferenze nel campo del cinema e della musica?
Patrizia Mandanici: Mi piace molto la saggistica, meno la narrativa (ma leggo quando posso libri di fantascienza): gli argomenti preferiti sono la storia, la scienza, alcune cose di attualità. Al cinema vado molto poco, specie negli ultimi anni, e prediligo la fantascienza; invece seguo molte serie tv e in quel caso ne vedo di diversi generi, purché di qualità (ho anche l’abbonamento a Netflix). La musica l’ascolto molto poco, e in genere torno ad ascoltare quella degli anni ottanta (epoca in cui ne ascoltavo molta di più). Preferisco ascoltare la radio o i podcast, ma di trasmissioni in cui si parla di qualcosa – attualità, scienza, cultura, storia, tecnologia.

Bene, noi avremmo finito. C’è ancora qualcosa che vorresti dire? Qualcosa che non ti è stato chiesto e che avresti assolutamente voluto far sapere ai nostri lettori?
Patrizia Mandanici: Non saprei, forse vorrei aggiungere qualcosa sul disegno digitale, sul fatto che non sostituirà il disegno tradizionale su carta ma lo affiancherà (almeno per alcuni disegnatori), che non bisogna aver paura delle nuove tecnologie ma che bisogna imparare a conoscerle e usarle per le nostre necessità. Per me il fumetto è fatto di storie, ritmo, disegni; non importa come il disegnatore lo ha disegnato, importa il risultato finale. Spero che il mio Tex possa piacere alla maggior parte dei lettori e degli appassionati, un caro saluto a tutti gli amici portoghesi.

Carissima Patrizia, ti ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci hai così gentilmente concesso.


(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

4 Comentários

  1. Brava! Che bella intervista avete fatto.
    Orgogliosa e soddisfatta, credo.
    Ti abbraccio.
    PS – Bella caricatura… sei tu, sei tu!

  2. Posso rispondere io all’ultima domanda: non si sa. Attualmente sono al lavoro su altro (sempre per Bonelli), probabilmente quindi ci vorranno diversi mesi prima che riesca a terminare questa storia di Tex (32 pagine, di cui 4 già realizzate). Non so quando esce il Color Tex con le 4 storie diverse, mi sembra a novembre, in teoria potrei terminare per quello di fine 2017, ma potrebbe già essere “chiuso”.

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