Intervista esclusiva: MASSIMO ROTUNDO

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Giampiero Belardinelli per la formulazione delle domande, di Júlio Schneider (traduttore di Tex per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni e di Bira Dantas per la caricatura.

Ciao Massimo, e benvenuto sul blog portoghese di Tex! Per cominciare, una breve presentazione per i nostri utenti.
Massimo Rotundo: Sono un disegnatore ed illustratore dai lontani anni 80, ho scritto anche diverse sceneggiature, questo forse mi da la qualifica di autore. Il mio carattere distintivo, a sentire gli addetti ai lavori, è l’eclettismo. Beh, per avere la cronologia della mia carriera, la cosa migliore è guardare Wikipedia o il sito www.massimorotundo.com.

La tua carriera inizia nel lontano 1978 con la collaborazione a prestigiose riviste: cosa ti è rimasto di quell’esperienza?
Massimo Rotundo: Le riviste mi hanno dato l’opportunità di pubblicare all’estero, la fortuna di collaborare con le riviste di mezzo mondo è stato per me molto formativo, specialmente per la possibilità di sperimentare. Il limite delle riviste erano i costi alti, e aspettare un mese intero per leggere la puntata successiva, alla lunga è stato fatale.

Come e quando hai conosciuto Rinaldo Traini?
Massimo Rotundo: Ho conosciuto Rinaldo molti anni fa, in una delle prime edizione di Lucca Comics. Ho un buon ricordo di lui, della Comic Art e di chi ci lavorava. Sono uno di quelli che non dimentica e ho un sentimento di gratitudine e affetto nei suoi riguardi.

La tua collaborazione con la Eura Editoriale quanto è stata formativa per il tuo percorso professionale?
Massimo Rotundo: Fondamentale. È li che mi sono fatto le ossa, imparando il mestiere del fumettista. Per quanto si voglia essere artisti o alternativi, il mestiere è indispensabile.

Hai realizzato lavori per riviste dell’erotismo di qualità come Diva e Glamour: cosa ricordi di quel periodo artistico?
Massimo Rotundo: Queste riviste patinate, create dall’entusiasmo di alcuni appassionati, sono state una vetrina per il mio periodo Liberty e per gli Ex Libris Eroticis.

Dopo vari lavori, anche in qualità di docente presso la Scuola Romana del Fumetto, entri in contatto con la Sergio Bonelli Editore: com’è stato il tuo approccio con la Casa editrice milanese?
Massimo Rotundo: Veramente avevo già collaborato con la Sergio Bonelli Editore, tramite gli albi di Orient Express. Poi, incontrando spesso Sergio Bonelli, nelle varie manifestazioni o cene di settore, si era parlato di una possibile collaborazione (stavano per uscire Dylan Dog e Nathan Never). All’epoca, però, avevo un contratto con la Glénat e con Albin Michel, e non avevo la possibilità di fare nient’altro. Qualche hanno dopo, appena finito di disegnare il libro su Pasolini (ne è uscita un’edizione anche in Portogallo), ho potuto accettare le proposte di lavoro per disegnare Brendon. La professionalità della Sergio Bonelli Editore è ineccepibile, con me sono stati squisiti sotto molti punti di vista. Ed ho potuto sfogare una delle mie passioni: l ‘avventura disegnata.

Che ricordo hai di Sergio Bonelli?
Massimo Rotundo: Ho molti ricordi belli di Sergio, che mi fanno sembrare i tempi andati migliori di questi (sto invecchiando). Manca a tutti il suo carisma, mi sarebbe piaciuto avere un confronto e dei consigli, adesso che sto disegnando Tex.

Gli episodi di Brendon hanno un marcato sottofondo malinconico, di cose perdute: sentivi queste atmosfere nelle tue corde?
Massimo Rotundo: Il mio animo crepuscolare si è subito sintonizzato sulle corde delle storie di Claudio Chiaverotti, credo di aver contribuito con i miei disegni a ricreare il mondo neo medievale della serie.

Com’è maturata l’idea di realizzare le copertine di Brendon (dal n. 45, N.d.R.)?
Massimo Rotundo: Ho sostituito Corrado Roi (disegnatore che stimo) che aveva illustrato le prime cinquanta. Sulle copertine sono inquieto, ho una tensione emotiva che mi porta a pretendere di più ogni volta, cercando nuovi stimoli da nuove tecniche. È una bella ricerca quella dell’illustratore.

In seguito, sei entrato in contatto con Gianfranco Manfredi per Volto Nascosto: com’è stato il tuo approccio a questa serie storicamente realistica, del tutto diversa rispetto a Brendon?
Massimo Rotundo: La serie l’ho sentita subito, era scritta con sentimento e avendo già disegnato diverse storie di matrice storica per il mercato francese mi sono trovato a mio agio, poi sono stato aiutato dalla copiosa documentazione di Manfredi. Per quanto riguarda la parte grafica, ho pensato di adattare il mio disegno, senza cambiare lo stile personale, introducendo un po’ di pennello e morbidezza nell’inchiostrazione.

Anche qui, hai messo a disposizione la tua esperienza di copertinista su Brendon: quale approccio hai messo in atto nel realizzare le copertine di Volto Nascosto?
Massimo Rotundo: Nelle copertine di Volto Nascosto abbiamo tentato di ispirarci ai manifesti del cinema, con una operazione un po’ vintage, sono tutte dipinte a mano con l’acrilico. Non so se il pubblico le ha apprezzate, ma la vendita degli originali è andata bene.

Dopo questa esperienza, Manfredi ti ha voluto con sé per la sua miniserie Shangai Devil: come ti sei trovato a lavorare con lo sceneggiatore?
Massimo Rotundo: Ho sempre trovato una sintonia professionale con tutti gli sceneggiatori con cui ho lavorato, perché ho un profondo rispetto del lavoro degli altri e do sempre il massimo per le mie possibilità del momento.

Passiamo adesso al Ranger che dà nome a questo blog: vuoi raccontarci com’è avvenuto il tuo arruolamento nello staff dei disegnatori di Tex?
Massimo Rotundo: Mi ha chiamato Mauro Marcheselli, che ringrazio per la fiducia.

Come ti senti a misurarti con il Ranger?
Massimo Rotundo: Come un lettore che ha il privilegio di dare la sua interpretazione.

Nel disegnare Tex che tipo di difficoltà hai incontrato, se ne hai incontrate?
Massimo Rotundo: Le difficoltà di affrontare un nuovo personaggio e un genere che non ho frequentato molto. Ancora non ho focalizzato il motivo preciso, ma mi sembra un po’ più difficile delle storie che ho disegnato finora. Per la tipologia della serie ho limitato il più possibile la sintesi grafica, cercando un disegno più realistico.

Hai dovuto modificare il tuo solito stile, oppure no?
Massimo Rotundo: Lo stile è difficile cambiarlo, semmai si modifica, modellandolo alle esigenze della storia e del personaggio. Io cerco di adattare il mio stile alla storia che sto realizzando. Per esempio, per Shanghai Devil ho usato l’inchiostro ispirandomi al segno orientale con pennellate morbide, specialmente nella prima puntata dove avevo più tempo. Per Tex, essendo un suo lettore, ho deciso di disegnarlo di pancia, come me la sentivo, quindi senza programmare niente a tavolino, l’ho inchiostrato facendomi guidare dalle mie sensazioni. Ho cercato di non essere troppo razionale, chissà se ho fatto bene… il fine era quello di non fare un disegno troppo “freddo”.

Come definisci graficamente il tuo Tex?
Massimo Rotundo: Classico e vittoriano, andante e cinematografico… non so dare un giudizio, perché il risultato finale si vede solo dopo la stampa.

Hai preso dei modelli di riferimento particolari?
Massimo Rotundo: L’inchiostrazione dinamica di Ticci, Blueberry, Via col vento e i films di Sergio Leone.

Cosa ci puoi dire della storia di Tex alla quale stai lavorando?
Massimo Rotundo: Posso dire che è una storia molto articolata, con cambi di ambienti (specialmente cittadini) e una idea di base molto divertente, per me. Pasquale Ruju ha fatto un ottimo lavoro.

 

Negli ultimi tempi diversi disegnatori hanno fatto solo una veloce comparsata su Tex e poi sono tornati a lavorare su altri personaggi. Quello su Tex è per te un impegno duraturo, almeno nelle tue intenzioni?

Massimo Rotundo: Non dipende da me, dipende dall’impatto del lavoro, dalle esigenze della Casa Editrice… vedremo.

Chi o cosa è Tex secondo te? Cosa ti piace di più nel Ranger e cosa di meno?
Massimo Rotundo: Mi piace la mancanza di moralismi inutili dei personaggi, specialmente di Tex. Pur essendo dei personaggi positivi badano al sodo, con certi manigoldi non ci si perde in chiacchiere. I dialoghi di Tex sono spettacolari, hanno ritmo e sono inconfondibili. Tex è un personaggio trasversale, amato dalla destra e dalla sinistra, certi valori non hanno colore. Poi è sempre stato curato, affidato a grandi professionisti, sia nelle sceneggiature che nei disegni. La mia preferenza è per le storie più cinematografiche e meno televisive.

Per concludere il tema, come vedi il futuro del Ranger?
Massimo Rotundo: La cosa sorprendente è la possibilità di poterlo rivitalizzare ogni volta. Anche se il genere western è un po’ passato di moda, questo dimostra la forza del personaggio.

Com’è lavorare nella Sergio Bonelli Editore?
Massimo Rotundo: Lavorare con una Casa Editrice che ti assicura la continuità e sempre nuove proposte è ottimale.

Cosa è per te il fumetto? Sia come linguaggio che come esperienza professionale.
Massimo Rotundo: È la sintesi di due mondi, che amo molto: il cinema e il disegno.

Eccetto Tex, a cui stai lavorando, con quale personaggio ti piacerebbe cimentarti?
Massimo Rotundo: Ho sempre pensato di poter disegnare bene Corto Maltese. Il più grosso rimpianto è non aver potuto disegnare una storia dello Sconosciuto, avevo già la documentazione, un plot e l’ambientazione pensata da Magnus… purtroppo non è stato possibile. Mi piacerebbe proporre alla Bonelli un personaggio alla 007… se trovassi il tempo.

Quanto tempo impieghi per disegnare una tavola? Hai degli orari? Come si articola una tua giornata tipo fra lavoro, letture, tenerti informato, ozio, vita familiare?
Massimo Rotundo: Avendo una famiglia numerosa, sto sempre a lavorare; la scuola, la casa, la cura dei cani, i fumetti e così via. Trovo solo il tempo per qualche partita a calcetto, qualche film e un po’ di pittura.

Puoi esporci la tua tecnica di lavoro?
Massimo Rotundo: Mi documento già nella prima lettura della sceneggiatura, prendendo appunti, poi disegno dei lay out molto precisi, ne faccio due contemporaneamente in base all’impaginazione, per rendere la composizione delle pagine che s’interfacciano più equilibrate, di seguito faccio il clean up e inchiostro con pennino e pennello. Devo trovare il tempo per imparare a lavorare in digitale, è il futuro.

Quali sono i tuoi progetti immediati? Puoi già anticiparci qualcosa?
Massimo Rotundo: Il mio progetto è finire il Texone, in questo momento non riesco a pensare ad altro. Sto anche dipingendo, con molta calma, delle icone di legno.

Quali fumetti leggi attualmente, ovvero con quali ti identifichi maggiormente?
Massimo Rotundo: Attualmente sto leggendo l’ultimo libro a fumetti di Gipi, e anche Orfani, Le Storie, e tutti i Tex che escono. Sto seguendo poco il mercato francese e quello americano, ma spero di rifarmi presto. In questo momento mi piace il lavoro di Roberto Recchioni, ammiro la sua vivacità. Come autori, m’intrigano Alan Moore e Paco Roca. Nel passato ho un sfilza di nomi che comprendono decine d’autori, da Moebius a Hugo Pratt, da Pazienza a Manara, da De Luca a Breccia e così tanti altri che hanno aggiunto un rametto all’albero della nona arte.

Oltre ai fumetti, quale tipo di libri leggi? E quali le tue preferenze nel campo del cinema e della musica?
Massimo Rotundo: Ho letto molti dei classici della letteratura, con gli audio libri sono riuscito a leggere anche quelli più ostici, tipo La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. È tipico che le cose che in gioventù ti annoiano con la maturità le apprezzi. Attualmente ho letto i libri di Jonathan Franzen: Freedom e Le correzioni. Parlare del cinema è troppo complesso, credo di averli visti tutti, compresi i B-movie. Ultimamente sono ipnotizzato dai film di Terrence Malick. Per quanto riguarda la musica sono uno di quelli a cui i Beatles hanno cambiato la vita, ma non è un modo di dire, è proprio vero… da lì, sono arrivato al jazz. La musica ha accompagnato la mia vita: pur essendo stonato, tutte le più forti emozioni che ho vissuto hanno una colonna sonora. Mio padre è un appassionato di musica lirica, sono nato con il suono nelle orecchie delle opere meravigliose di Puccini.

Bene, noi avremmo finito. C’è ancora qualcosa che vorresti dire? Qualcosa che non ti è stato chiesto e che avresti assolutamente voluto far sapere ai nostri lettori?
Massimo Rotundo: Ho viaggiato parecchio, ma non so perché non sono mai riuscito a venire in Portogallo. Credo che la mia prossima metà sarà Lisbona. Até à vista!

Caro Massimo, a nome del blog portoghese di Tex ti ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci hai così gentilmente concesso.

(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

2 Comentários

  1. Questa frase dimostra che Rotundo ha capito come ci si comporta con Tex:
    Per la tipologia della serie ho limitato il più possibile la sintesi grafica, cercando un disegno più realistico.

    Spero che “altri”, prendano nota… Not talking Very Happy

    Comunque vedremo, non si può giudicare dalle poche immagini che vediamo qui… forse anche lui tende un pò ad “ingrossare Tex”? Speriamo di no…

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