Intervista esclusiva: MARIO MILANO

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Giampiero Belardinelli, Mário João Marques e Sandro Palmas per la formulazione delle domande, di Júlio Schneider (traduttore di Tex e Magico Vento per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni e di Bira Dantas per la caricatura.

Ciao Mario, benvenuto sul blog portoghese di Tex! Vuoi presentarti brevemente ai nostri lettori?
Mario Milano: Permettetemi prima di ringraziarvi per l’opportunità di questa intervista e di ringraziare anticipatamente tutti coloro che la leggeranno. Grazie! Sono nato a Foggia l’8 settembre del 1968, qui vivo e lavoro, per ora. Ho sempre considerato il disegno come un’espressione fondamentale dell’animo umano e nei fumetti ho scoperto di poter esprimere una parte di me stesso, anche se mi considero un disegnatore di fumetti un po’ anomalo.

Che posto ha avuto il fumetto nella tua infanzia?
Mario Milano: La mia infanzia è stata un po’ burrascosa. Disegnavo di tutto, dappertutto e usando di tutto: raccattavo pezzi di gesso dalle discariche e con quelli disegnavo enormi figure sui marciapiedi, ogni foglio di carta era buono per disegnare, il bordo bianco di un giornale o il retro di una fotocopia da buttare, poi ho scoperto il pennarello e con quello ho “decorato” i bagni e le aule delle scuole che ho frequentato. Ho certamente letto qualche fumetto, ma in verità non ricordo di aver mai disegnato personaggi come Tex o altri.

Quando ti sei accorto di saper disegnare, ovvero come sei diventato un disegnatore
?
Mario Milano: Ho cominciato a interessarmi seriamente al fumetto dopo i vent’anni. Quando frequentavo ancora l’accademia qualcuno mi aveva fatto notare che i miei disegni avevano uno stile un pò fumettistico. Successivamente (per caso o per destino, non saprei…) un amico appassionatissimo e grande collezionista mi propose di provare a disegnare fumetti prestandomi i suoi. Provai subito una forte attrazione per il fumetto d’autore. E’ da allora che è cominciato tutto.

Hai avuto una formazione artistica? Di che tipo
?
Mario Milano: Ho frequentato l’istituto d‘arte e l’accademia di belle arti della mia città, però la pratica del fumetto è stata indipendente dai miei studi artistici, voglio dire che se oggi disegno fumetti questa è una cosa che non dipende dal fatto che abbia frequentato l’accademia.

Quali sono i disegnatori italiani e stranieri a cui ti sei ispirato nel corso della tua carriera? Ce n’è qualcuno più di altri che consideri idealmente il tuo maestro?
Mario Milano: In verità non ci sono disegnatori a cui mi sono ispirato: quando lavoro studio attentamente il disegno di pochi grandi disegnatori per capire come loro risolvono problemi analoghi ai miei e successivamente sviluppo il disegno seguendo un mio personale metodo in maniera indipendente visualizzando l’immagine e guardandomi allo specchio. Ci sono molti bravi disegnatori, pochi grandissimi disegnatori… è difficile dirlo ma secondo me tra questi ultimi il più grande di tutti è senza dubbio Jean Giraud, da molti conosciuto con lo pseudonimo di Moebius. È lui il mio maestro.

Iniziamo con alcuni cenni sulle tue esperienze prima di entrare in Bonelli
?
Mario Milano: Sin dall’adolescenza ho lavorato come grafico pubblicitario e illustratore, realizzavo plastici per studi di architettura, poi durante l’accademia ho disegnato e realizzato molte scenografie per il teatro e per studi televisivi. Quando poi ho scoperto il fumetto si è manifestata dentro di me una sorta di rivelazione, é stato come aprire una porta in un mondo misterioso e affascinante tutto da esplorare, nel quale sentivo di potermi esprimere in totale libertà. Quando cominciai a interessarmi seriamente al fumetto realizzai alcune storie brevi in stile “linea chiara” (stile che amavo e che amo tuttora) che furono pubblicate su alcune fanzine; si trattava di storie surreali e fantastiche ed erano, in un certo senso, anche un esercizio di stile dove potevo sperimentare le mie idee sul fumetto.

Il tuo ingresso nella Casa editrice di via Buonarroti avviene con la collana Zona X. Cosa puoi dirci di quell’esperienza
?
Mario Milano: In seguito cambiai stile e contattai la Bonelli, dopo pochi giorni cominciai appunto la mia prima storia per Zona X. Questa prima esperienza è stata molto importante soprattutto per una cosa, ho capito l’importanza dell’applicazione al lavoro: disegnare tutti i giorni per molte ore al giorno, realizzare qualsiasi cosa e sempre nel modo giusto seguendo una sceneggiatura scritta da qualcun altro… tutto questo è stato per me (e lo è tuttora e lo sarà sempre) un’autentica palestra.

In seguito hai collaborato, seppur a un solo albo (il n. 149), a Nick Raider. Contavi di restare più a lungo nella serie ideata da Claudio Nizzi?
Mario Milano: Disegnare Nick Raider è stato molto divertente, mi è piaciuto molto; però sapevo già prima di cominciare che avrei disegnato un solo episodio, è stato un albo di “passaggio” per così dire, avevo bisogno di acquistare in scioltezza ed elasticità nel disegno.

Prima di cimentarti con il western rassicurante dell’attuale Tex, ti sei fatto le ossa con il West inquieto di Magico Vento. Come è avvenuto il tuo ingresso alla serie?
Mario Milano: Splendido personaggio, è forse quello che amo di più fra tutti quelli della Bonelli. Una volta consolidato il mio stile mi è stato proposto di passare a Magico Vento ed è stata una cosa naturale vista la mia propensione stilistica per il genere western, e in seguito, lavorandoci sopra ho avuto modo di sviluppare ancora il mio stile.

Dei quattro episodi disegnati per Magico Vento, quale ricordi con più soddisfazione e quale ti ha creato maggiori difficoltà?
Mario Milano: In tutti e quattro gli episodi ricordo soddisfazioni e difficoltà. Le storie di Magico Vento sono abbastanza complesse e in ognuna di esse i disegnatori sono chiamati ad affrontare situazioni che richiedono un notevole impegno creativo, ma nella sostanza, nonostante la fatica, è stato tutto molto divertente.

Come sei arrivato a Tex?
Mario Milano: Credo che questa cosa di propormi di disegnare Tex fosse già nell’aria da un pò di tempo. Un giorno che mi trovavo in redazione per alcune verifiche da fare sul 4° albo di Magico Vento Sergio Bonelli, che è una persona squisita, mi invita nel suo studio e mi propone di disegnare Tex.

C’è stata qualche preparazione per entrare nel personaggio?
Mario Milano: Ho disegnato giusto qualche schizzo del personaggio.

Quali sono state le difficoltà principali?
Mario Milano: A dire la verità non ho avuto nessuna difficoltà a disegnare Tex; anzi, tra tutte le esperienze che ho avute è stata quella in cui ho disegnato con maggiore serenità. Anche nello stile ho provato maggiore coerenza con me stesso e con la mia idea di fumetto. Ho dovuto fare attenzione ad alcuni dettagli, certo, ma nel disegnare Tex mi sono sentito totalmente a mio agio, tutto scorreva come l’acqua.

C’è stata qualche influenza sul tuo Tex?
Mario Milano: Certamente non potevo non considerare un grande autore come Ticci, il disegnatore che però mi ha influenzato è Giraud. Per il resto, come ho già accennato in precedenza, ho sviluppato il disegno in maniera del tutto personale.

L’entrata in Tex ha rappresentato per te qualcosa di speciale o è stato solo un lavoro come un altro?
Mario Milano: Disegnare Tex Willer è un’esperienza che lascia il segno… un’avventura indimenticabile! Disegnando Tex mi sono sentito veramente un disegnatore di fumetti e vedere pubblicata una storia disegnata da me regala quella gioia ed emozioni interiori che durano per sempre.

Cosa ne pensi di questo personaggio che ha alle spalle 60 anni di vita e successo?
Mario Milano: Tex è un personaggio che va ben oltre il concetto stesso di fumetto. La vastissima produzione di tavole e di albi realizzati da disegnatori straordinari sono un monumento della cultura che va tutelato nel tempo. La sua forza e la sua profonda umanità fanno di lui un grande mito del panorama fumettistico mondiale che a 60 anni di vita può ancora regalarci tanta avventura.

Nella tua unica storia disegnata per Tex (Il villaggio assediato, Tex n. 552 e 553), l’azione è dominata in un certo senso dalla natura impervia. Come hai affrontato la storia?
Mario Milano: In totale libertà, inchiostrando con il pennello in modo fluido e corposo l’ambiente naturale, compreso Tex e tutti gli altri personaggi della storia. Mi è piaciuto molto disegnare i cavalli soprattutto nelle scene più dinamiche.

Rivedremo un giorno una nuova storia di Tex disegnata da Mario Milano?
Mario Milano: Perché no? Sarebbe bellissimo rivivere l’avventura.

Ci descrivi la tua esperienza lavorativa con Claudio Nizzi?
Mario Milano: Nizzi è un professionista esperto e responsabile. Nella sua sceneggiatura ho trovato quell’equilibrio perfetto tra testo e disegno che solo un grande sceneggiatore può offrire. Con lui ho provato totale libertà di espressione.

Il West è un genere che di questi tempi, a parte Tex, tira poco. Questo vale anche per i giovani disegnatori
?
Mario Milano: Non credo. Penso che il genere Western sia ancora un mito anche per molti giovani disegnatori e Tex ne è un esempio.

Parliamo dei tuoi lavori. Quanto è dettagliata una tavola di Mario Milano e quante tavole fai al mese?
Mario Milano: Cerco di disegnare in maniera dettagliata ma non troppo, cercando il giusto equilibrio nella tavola tra il disegno di figura e la pennellata. Con Tex disegnavo più o meno 10 tavole al mese, per il mercato francese impiego più tempo.

Curi molto la documentazione? Sei aiutato dagli sceneggiatori?
Mario Milano: Si. È fondamentale la giusta ambientazione per la narrazione della storia e far credere al lettore di essere veramente lì. Con gli sceneggiatori il rapporto è sempre stato ed è ottimo e mi hanno sempre lasciato libero di interpretare la sceneggiatura a modo mio, mi capita spesso di modificare la regia delle immagini, e da quando lavoro per il mercato francese mi capita ogni tanto di aggiungere delle vignette per migliorare il racconto.

Che genere e che tipo di ambientazione prediligi?
Mario Milano: Quelle naturali più di tutte: nutro un profondo amore per la natura e questo influenza certamente anche tante mie scelte nella vita, preferisco comunque anche situazioni surreali, oniriche, dove tutto può accadere.

Hai già scritto qualcosa o pensi magari di scrivere per poi disegnare o consegnare ad un altro disegnatore?
Mario Milano: Ho scritto qualcosa in passato, e ho qualche idea da scrivere e da disegnare nel presente, mi piacerebbe scrivere per un disegnatore sensibile ed attento – perchè no? – ma soprattutto mi auguro per il prossimo futuro di disegnare una storia a fumetti scritta da me.

La domanda precedente mi induce a chiederti: preferisci lavorare da solo o in équipe?
Mario Milano: Se si tratta di disegnare preferisco farlo certamente da solo, per tutto il resto mi piace molto lavorare in équipe.

Vedendo le tavole del tuo ultimo lavoro per il mercato francese, non possiamo fare a meno di ammirarne la grande maestria nel realizzare le figure femminili… fantastiche! Tra l’altro uno degli argomenti scottanti delle storie di Tex. Come hai impostato il personaggio di Liza?
Mario Milano: Vi ringrazio moltissimo per il complimento. Ho pensato a Liza nella maniera più libera e spontanea possibile: come ho letto la descrizione del personaggio così l’ho immaginata e così l’ho disegnata, del resto è così che agisco ogni volta che devo inventare un personaggio, cerco sempre di dare spazio all’intuito e alle prime sensazioni che provo dentro di me senza pensarci troppo. Ho fatto lo stesso anche con Tex.

Il mercato francese avrà un pubblico più esigente ed abituato al colore. Com’è che ti sei adattato al colore? Il lavoro è tuo, di un colorista o ricorri all’informatica?
Mario Milano: Come ho detto in precedenza il mio stile primordiale era prevalentemente di tipo “linea chiara” che ho recuperato appoggiandomi all’esperienza acquisita nella Bonelli. Con questo stile il mio disegno accoglie bene il colore, e il risultato è un fumetto molto ricco e curato nelle ambientazioni e nei personaggi e colorato molto bene. La colorazione è affidata a coloristi esterni con i quali sono costantemente in contatto; nel caso del primo episodio del fumetto per Les Humanoides Associés la colorazione delle tavole è stata affidata ad una professionista canadese: lei mi inviava le pagine colorate ed io le inviavo eventuali correzioni e modifiche da apportare sul colore per uniformarsi al meglio con il disegno, cosa che sta avvenendo anche con il secondo episodio che ho recentemente terminato di disegnare e che è stato da poco pubblicato.

Quali sono per un disegnatore le differenze principali tra il mercato italiano e quello francese?
Mario Milano: Disegnare per il mercato italiano e per quello francese sono entrambe esperienze fantastiche. Più che di differenze io parlerei di caratteristiche: in quello italiano c’è molta passione intorno al personaggio, Tex ad esempio ha un contenuto di vita vissuta che non ha eguali. Tex è un personaggio che è cresciuto e continua a crescere consolidandosi sempre di più grazie alla straordinaria passione dell’editore, degli sceneggiatori, dei disegnatori e dei lettori che hanno nutrito il personaggio e si nutrono di lui. Il mercato francese è più creativo e sperimentale, le storie sono molto diversificate fra loro ed offrono situazioni più varie dando molto più spazio e rilevanza all’autore, e questo per me come disegnatore è un bene perché permette di esprimersi in maniera più completa e personale.

Da quale parte ti vengono le pressioni maggiori per rispettare i tempi di consegna?
Mario Milano: Da ambo le parti, Italia e Francia, ci sono esigenze diverse, a proposito di scadenze e termini di consegna. Certamente sia io che l’editore desideriamo che si completi il fumetto in tempi ragionevoli, ma soprattutto é la gioia di vedere pubblicato il tuo fumetto che ti spinge a lavorare a più non posso!

In Italia il fumetto è considerato ancora un’arte minore. Com’è stato lavorare per la Bonelli e come giudichi la tua esperienza francese?
Mario Milano: Lavorare con la Bonelli é stata un’esperienza bellissima che mi auguro di ripetere, sarebbe fantastico disegnare ancora Tex curando le inquadrature, il tratto, il personaggio… Se è vero che il fumetto viene considerato da qualcuno un’arte minore, penso che per un disegnatore di fumetti ambizioso sia assolutamente fondamentale fare tutto il possibile e contribuire affinché il fumetto diventi un’arte a tutti gli effetti, perchè il fumetto è arte! Lavorare per il mercato francese mi sta dando molte soddisfazioni e le prospettive sono ottime: ho cominciato infatti a collaborare anche con un’altra casa editrice francese, la Glénat e la storia che ho cominciato a disegnare è bellissima. Magari se vorrete mi piacerebbe in futuro darvi qualche anticipazione.

Ti dividi tra fumetto e illustrazione… quale sarà il futuro di Mario Milano?
Mario Milano: Quello di diventare un grande disegnatore di fumetti, cercando di avvicinarmi il più possibile ai grandi autori come Moebius, Manara… e mi fermo qui! Ripeto, per me il fumetto è una straordinaria forma d’arte ed io voglio contribuire al massimo per il suo bene e per il bene di tutti gli appassionati come voi del blog e come tutti i lettori di fumetti. È molto importante che tutti noi che amiamo il fumetto contribuiamo per mantenerlo sempre vivo e forte come fate voi che siete bravissimi con la vostra passione per il grande Tex.

Come vedi il futuro del fumetto in un’epoca in cui i lettori sono subissati da altri strumenti molto stimolanti come il computer, la televisione, i giochi, il DVD, ecc.?
Mario Milano: Sono convintissimo che il fumetto avrà sempre il suo posto. Il piacere di sfogliare le pagine, sentire il buon odore della carta stampata, appassionarsi alla storia, gioire dei bellissimi disegni sono un’esperienza senza pari e ci saranno sempre legioni di appassionati che manterranno vivo il fumetto… e tra questi ci siamo sicuramente tutti noi!

Ci sarà sempre un posto per Tex?
Mario Milano: Assolutamente sì! Certamente, come ho appena detto, sta anche a tutti noi contribuire a mantenerlo vivo e forte! Tex è un autentico monumento è un eroe perfetto che va ben oltre le pagine del fumetto, un eroe veramente senza macchia e senza paura, un uomo che sa dire sempre la cosa giusta al momento giusto. E’ l’amico, il padre, il figlio che chiunque vorrebbe avere. E’ uno splendido esempio di umanità, dotato di tutte quelle qualità di cui tutti noi avremmo bisogno, per diventare migliori. Ma ve lo immaginate se Tex esistesse veramente e fosse qui con noi in questo momento?

Come ti vedi dall’altro lato della barricata del fumetto, cioè come lettore? Leggi fumetti o questi rappresentano solo il piacere di disegnare
?
Mario Milano: Non sono un lettore che legge per svago. Leggo fumetti non solo per passione ma anche per studiarli: praticamente analizzo il racconto e come è stato illustrato dal disegnatore per capire il suo stile e quali sono state le sue scelte e sicuramente apprezzarne i disegni. Certamente un bel disegno è fondamentale in una storia a fumetti. Certo è che disegnarli è un piacere insuperabile.

Oltre ai fumetti, quale tipo di libri leggi? E quali sono le tue preferenze nel campo del cinema e della musica?
Mario Milano: Amo romanzi profetici e provocatori come “1984” di George Orwell e “Fight Club” di Chuck Palahniuk come amo libri di spiritualità e filosofia. Nel cinema preferisco i film surreali e fantastici come “Fight Club” e “Brazil”; della musica italiana apprezzo molto De Andrè e seguo la musica jazz e dintorni.

Caro Mario Milano, a nome del blog portoghese di Tex ti ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci hai così gentilmente concesso
.
Mario Milano: Ed io ringrazio moltissimo voi per questa splendida opportunità che mi avete concesso di raccontarmi in questa intervista. Se qualcuno volesse contattarmi per esprimere un suo parere può farlo direttamente dal mio sito internet che aggiorno periodicamente sugli sviluppi del mio lavoro.
Un abbraccio a tutti e buona avventura con Tex!

(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

2 Comentários

  1. Bell’intervista,
    Milano mi è piaciuto abbastanza in quella sua prova per Tex (sù testi di Nizzi) e devo dire che in alcune parti del suo lavoro ci ho visto un pò dello stile di Ferri. Non vorrei dire una sciocchezza ma a me ha ricordato Ferri (anche se Ferri nun se batte).

  2. Sinceramente Milano come stile ricorda un altro disegnatore, ma secondo me non è Ferri.
    Comunque un disegnatore che mi paice molto.

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