Intervista esclusiva: GIANLUCA & RAUL CESTARO

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Giampiero Belardinelli e Mário João Marques per la formulazione delle domande, di Júlio Schneider (traduttore di Tex per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni e di Bira Dantas per la caricatura.

Ciao carissimi Gianluca e Raul, e benvenuti sul blog portoghese di Tex. Cominciamo con una piccola presentazione di voi e del vostro cammino professionale?
Gianluca & Raul Cestaro: Grazie dell’ospitalità. Siamo due fratelli gemelli che fin da piccoli hanno avuto una sorta di folgorazione per il disegno e per il linguaggio del fumetto in generale. Per noi disegnare e riempire n foglio bianco è stata una cosa molto naturale fin dall’infanzia, il nostro è stato un bisogno davvero viscerale, di riempire con qualche segno di penna, di matita, di pennarello, qualsiasi superficie bianca trovassimo disponibile. Quella per il disegno è stata insomma una sorta di vero sacro fuoco, una passione autentica che ci è risultato facilissimo assecondare fin da subito. Le intere giornate passate in casa a disegnare sono perciò state fondamentali per noi per acquisire quel bagaglio di pratica, di esercitazione, di conoscenza iniziale del disegno, che è fondamentale per chi voglia iniziare a pensare di trasformare la propria passione in un lavoro. Continuando di questo passo siamo arrivati all’età di 15 anni a scoprire che nella nostra città risiedeva un grande e stimatissimo autore di fumetti, uno dei più rappresentativi autori dell’allora recente fumetto italiano, il cui nome rispondeva al grandissimo e compianto Attilio Micheluzzi. Riuscimmo così a strappargli la promessa di erudirci in quelli che volevano essere i primi nostri passi all’interno di questo mondo. Purtroppo in nostri incontri con lui si rivelarono pochissimi data l’infausta notizia della sua morte improvvisa.
La nostra passione per il fumetto e la determinazione nel voler un giorno riuscire a fare questo lavoro, rimanevano però sempre grandi, per cui con una certa intraprendenza iniziammo, parallelamente con i nostri studi, a frequentare le nostre prime fiere di fumetto, qui in Italia, e a mostrare i nostri primi lavori ad editor di case editrici ed addetti ai lavori. La nostra primissima pubblicazione avvenne tramite un progetto partito da una casa editrice di Napoli, la nostra città, si trattava di un fumetto di genere fantascientifico, dopodichè il nostro successivo incarico, che rappresenta in realtà il nostro vero esordio professionale, fu un fumetto realizzato in occasione dei cento anni del fumetto, in collaborazione con Giancarlo Alessandrini, nel 1996, per la casa editrice “Lo Scarabeo” di Torino. Nel frattempo, quasi contemporaneamente, cominciò la nostra collaborazione con la Bonelli Editore, dapprima per la testata Zona X. Dopo la chiusura di questa testata iniziammo a lavorare per Nick Raider, il fumetto di genere poliziesco creato da Claudio Nizzi. Dopo averne realizzate due storie, ci fu proposto direttamente dalla casa editrice, di realizzare delle tavole di prova per Tex. Prove che son andate bene. Perciò da ormai diversi anni disegniamo le avventure di questo famosissimo ranger, al quale si è affiancata da poco anche la recente esperienza su Dylan Dog, altro prestigioso character della Sergio Bonelli Editore.

Che posto ha tenuto il fumetto nella vostra infanzia, soprattutto il Bonelli?
Gianluca & Raul Cestaro: Il fumetto Bonelli nella nostra infanzia è stato rappresentato unicamente dal personaggio di Tex Willer, dato che questa era ed è la testata Bonelli che è entrata in casa nostra fin dall’inizio, dato che nostro padre è da sempre un accanito e puntale lettore del Ranger. Quando eravamo piccoli leggevamo soprattutto fumetti della Disney, data anche la nostra età molto giovane. E’ solo con l’adolescenza che abbiamo davvero scoperto Tex e altri personaggi della casa editrice Bonelli, come Dylan Dog, Martin Mystère e tanti altri.

Quando avete cominciato a pensare al fumetto come un possibile sbocco professionale?
Gianluca & Raul Cestaro: In linea generale abbiamo da sempre avuto in testa l’idea di fare un lavoro nel campo del fumetto o anche dell’animazione. Ma in linea definitiva pensiamo che abbiamo iniziato a pensare al fumetto come nostro lavoro, penso intorno ai 13 anni, 14 anni, proprio quando, dopo le nostre prime letture Disney, abbiamo a poco a poco scoperto il fumetto bonelliano, approfondendo la conoscenza di personaggi come Tex e Dylan Dog, e abbiamo scoperto il fumetto italiano in generale, acquistando le varie riviste contenitore che ancora uscivano in edicola, e che presentavano di volta in volta, in modo molto variegato, il meglio del fumetto italiano ed internazionale. E’ in questo periodo, periodo pieno di scoperte e di voglia di imparare le tecniche del disegno fumettistico, che abbiamo seriamente iniziato a pensare ad un futuro professionale all’interno del mondo del fumetto.

Quali sono i disegnatori che ammirate e quali sono stati i vostri idoli?
Gianluca & Raul Cestaro: In quella che era una fase di scoperta, se vogliamo anche un po’ infantile, ma comunque di grande entusiasmo, di questo mondo, ci sono stati sicuramente dei veri e propri idoli tra i disegnatori che hanno segnato la nostra prima formazione. All’inizio del nostro percorso, la nostra passione ed il nostro entusiasmo erano molto forti, per cui diversi disegnatori, che in realtà erano e sono delle persone normalissime, ai nostri occhi rappresentavano dei veri e propri idoli, e all’epoca rispondevano ai nomi di Giorgio Cavazzano e Massimo De Vita, i due inarrivabili maestri Disney, fino ai disegnatori dallo stile più realistico o naturalistico, come Villa, Milazzo, Casertano, Ambrosini, per arrivare alla scoperta dei più affermati autori italiani come Pratt, Manara, Micheluzzi, Giardino, Serpieri, affiancati da autori anche stranieri, il primo e più prestigioso dei quali risponde sicuramente al nome di Moebius. Ma in generale i disegnatori che ammiriamo sono davvero tanti e appartenenti anche a indirizzi fumettistici molto diversi, dai maestri sudamericani, ai bravissimi disegnatori europei e americani. In più con l’era di internet ci troviamo a scoprire davvero moltissimi nuovi talenti, che ci stimolano molto anche per il nostro lavoro. Per cui se dovessimo stilare una lista sarebbe davvero infinita.

Il vostro esordio professionale è coinciso con una prestigiosa collaborazione con Giancarlo Alessandrini: cosa ricordate di quell’esperienza e quali emozioni vi ha suscitato vedere il proprio lavoro pubblicato?
Gianluca & Raul Cestaro: Lavorare a questo progetto è stato per noi un bon motivo di soddisfazione, in primo luogo perché rappresentava il nostro primo lavoro remunerato, in secondo luogo abbiamo avuto la bella possibilità di collaborare con un grande nome del fumetto italiano come Giancarlo Alessandrini e abbiamo avuto anche il piacere di realizzarne la copertina. Infine, non ultima soddisfazione, era un lavoro pubblicato in occasione dei 100 anni del fumetto, nel 1996, ed uscito in occasione della fiera del fumetto di Lucca, uno dei saloni del fumetto più importanti al mondo. Per tutti questi motivi, la soddisfazione all’epoca fu tanta.

Nel 1996 inizia la vostra collaborazione con la Sergio Bonelli Editore: come siete entrati in contatto con la Casa Editrice milanese?
Gianluca & Raul Cestaro: Erano i primi mesi del 1996, abbiamo iniziato a produrre delle tavole di prova per alcuni personaggi della casa editrice, come Dylan Dog, Nathan Never, Nick Raider e Brendon, dopodichè abbiamo telefonato agli uffici della Bonelli Editore per chiedere un appuntamento direttamente in redazione a Milano, con uno degli editor della Bonelli, di preciso Antonio Serra, uno dei creatori di Nathan Never. Una volta arrivati a Milano presentammo i nostri lavori all’interno dell’ufficio di Serra, che si mostrò subito colpito favorevolmente dalla qualità del nostro lavoro. Di li in poi passarono pochi mesi e un giorno ricevemmo una telefonata dalla casa editrice in cui ci dicevano che dopo una riunione con l’editore, in cui erano stati presentati i nostri lavori, questi erano piaciuti, per cui eravamo entrati a far parte dello staff di Robinson Hart, una delle numerose serie all’interno della testata Zona X.

Quindi il vostro primo lavoro bonelliano è stato Robinson Hart di Luigi Mignacco: in quel periodo quali erano i vostri riferimenti grafici? Verso quali disegnatori vi sentite più debitori?
Gianluca & Raul Cestaro: Parlando esclusivamente di quel periodo, le nostre influenze grafiche erano sicuramente molto diverse da quelle che hanno contribuito a formare il nostro stile attuale. All’epoca eravamo molto affascinati dal tratto della cosiddetta linea chiara francese, ed in particolare da quegli autori italiani che si rifacevano abbondantemente ad una scuola di derivazione prettamente francese. Per cui, gli autori che più guardavamo e che all’epoca hanno caratterizzato il nostro tratto su Robinson Hart sono stati bravissimi disegnatori come Manara, Giardino, Piero Dall’Agnol, Marco Nizzoli… Insomma, tutti quegli autori che facevano del tratto pulito e raffinato una loro precisa caratteristica. In più, per quanto riguarda il disegno in generale ed alcune suggestioni grafiche, tenevamo al tempo stesso di grande ispirazione i lavori di Villa e di Casertano.


Nel 2000 inizia una pur breve collaborazione su Nick Raider; nei due episodi del poliziotto newyorkese, il vostro segno mostra un’apprezzabile qualità, anche se lo stile risente in maniera netta della lezione di Claudio Villa. Pensavate già di poter arrivare a Tex oppure il vostro richiamo stilistico a Villa era dettato solo da ammirazione per l’artista texiano?
Gianluca & Raul Cestaro: Nick Raider ha rappresentato una bella occasione per tentare di maturare come disegnatori. Dopo le prime esperienze caratterizzate da questa linea chiara molto pulita, leziosa e raffinata, Nick Raider ha rappresentato per noi la sfida di riuscire a modificare il nostro stile per tentare di rappresentare nel modo più efficace possibile le atmosfere poliziesche e noir di una serie ambientata a New York, di conseguenza abbiamo in qualche modo dovuto stravolgere il nostro tratto per adattarci ad atmosfere diversissime da quelle che avevamo trattato sino a quel momento. Villa all’epoca, in quanto disegnatore da sempre molto solido e classico, continuava certamente ad essere uno dei nostri punti di riferimento, soprattutto nella creazione di neri ed ombre, fattori con i quali fino a poco prima non avevamo mai avuto a che fare, per cui ha rappresentato certamente uno dei nostri punti di riferimento in quel periodo. Quello che è certo è che nel periodo in cui realizzavamo le storie di Nick Raider mai avremmo sospettato di poter in breve tempo arrivare ad un personaggio così importante come Tex.

Come accennato, avete cominciato la vostra carriera texiana sul solco dello stile di Claudio Villa: com’è stata accolta la vostra scelta dalla redazione bonelliana? E cosa vi ha detto Claudio Nizzi, autore della vostra prima storia?
Gianluca & Raul Cestaro: Come già detto, Villa, anche quando disegnavamo con uno stile pulito, è stato dall’inizio uno dei nostri riferimenti, per cui quando è arrivato, a sorpresa, la richiesta dalla casa editrice di cimentarci con Tex, è stato piuttosto naturale guardare, tra gli altri disegnatori, anche al suo lavoro. Nizzi è stato autore di memorabili storie di Tex insieme a Villa. Per cui abbiamo ragione di pensare che avallasse con piacere questo nostro guardare anche al lavoro di Villa, che tra l’altro era già da tempo l’autore delle copertine di Tex, quindi in qualche modo l’autore del viso ufficiale del Ranger.

In seguito avete abbandonato lo stile di Villa e siete approdato a un segno più sporco: com’è maturato questo nuovo percorso artistico?
Gianluca & Raul Cestaro: Questa maturazione è stata semplicemente figlia del nostro naturale percorso artistico, un percorso caratterizzato anche da quelle che erano, nel frattempo, le nostre nuove scoperte come lettori: proprio nel periodo in cui avevamo finito la realizzazione della nostra prima storia di Tex, scoprimmo, anche grazie ai consigli di qualche collega, le magistrali opere di artisti come D’Antonio e Calegari, i due prestigiosi autori della Storia del West, in più si faceva prepotente in noi l’influenza di autori che si spingevano a rappresentare un west quanto più veritiero: parliamo di grandi cantori del West come Serpieri, Ticci, Milazzo. Disegnatori che apprezzavamo da sempre, ma che in quel momento iniziavamo a guardare molto di più. In più, sempre in quel periodo, la visione e la scoperta di artisti argentini e ispanici come Alberto e Enrique Breccia, Mandrafina, Bernet, Seijas, Zaffino, hanno modificato la nostra percezione del lavoro indirizzandoci sempre più verso uno spiccato e a tratti violento contrasto di bianchi e neri. Ecco, in particolare la grande lezione del bianco e nero dei maestri argentini unita alla scoperta delle opere dei grandi maestri italiani del West, citati poco sopra, è stata la molla che ci ha fatto abbandonare l’influenza dello stile di Villa, in favore, si spera, di uno stile via via sempre più personale e riconoscibile.

Quali sono state le difficoltà maggiori – ammesso ce ne siano state – nel dover affrontare un personaggio di fama internazionale come Tex?
Gianluca & Raul Cestaro: Dobbiamo dire che difficoltà particolari non ce ne sono state. Come detto, Tex ha da sempre fatto parte della nostra vita, dato che nostro padre è un suo assiduo lettore fin dalla nascita del personaggio, per cui gli albi di Tex hanno sempre circolato in casa nostra fin da quando eravamo bambini. Per cui Tex e il suo mondo lo conoscevamo bene già da molti anni, e iniziarne a tratteggiare le avventure non è stato affatto difficile. E’ stato come ritrovare un nostro vecchio amico. Certo, disegnare Tex in generale non è una passeggiata, bisogna avere a che fare con una scrupolosa documentazione e con una buona conoscenza dei cavalli, per poterli disegnare in modo verosimile. Sicuramente è un personaggio le cui tavole non si realizzano troppo in fretta. I lettori, giustamente esigenti, sono per esempio molto attenti alla rappresentazione delle armi, per cui in queste cose dobbiamo essere abbastanza scrupolosi. Detto ciò, ripetiamo, anche all’inizio, non abbiamo avuto particolari difficoltà.

Tex rappresenta il western, un western puro e duro, ma su cui ricade un insieme di valori come l’amicizia, l’onore, la giustizia, la lotta per degli ideali. Com’è stato il vostro approccio a tutto ciò?
Gianluca & Raul Cestaro: Tex incarna in tutto e per tutto l’eroe dei buoni sentimenti, per cui questi fattori positivi sono certamente dei punti fermi del suo personaggio e della dinamica delle sue storie. Tex è il raddrizzatore di torti che penso tutti noi vorremmo avere come amico o come fratello maggiore. Tex rappresenta il coraggio delle proprie azioni, alla ricerca e all’insegna della vittoria della giustizia. Il nostro compito, prima di metterci al lavoro, è quello di capire a pieno il carattere del personaggio, capirne il più possibile le sue sfaccettature, per riuscire a rappresentare al meglio con sincerità ed efficacia l’essenza del personaggio, l’essenza dei valori positivi che vuole trasmettere.

Le vostre tavole respirano il West, si avverte un gusto, un piacere in disegnare proprio quell’ambiente. Secondo voi è dovuto al vostro gusto personale, al personaggio, alle ambientazioni, al puro piacere che avete nel disegnare, oppure a un misto di tutto ciò?
Gianluca & Raul Cestaro: Sì, si potrebbe dire che sia un misto di tutte queste cose. Pensiamo sia dovuto semplicemente a quello che è il nostro gusto personale, alla tecnica che abbiamo cercato di perfezionare sempre di più, ed anche al piacere fisico di rendere scenari e paesaggi che hanno sempre avuto in generale un grosso appeal, sia nel cinema che nella pittura e anche ovviamente nel fumetto e in generale in tutte le rappresentazioni visive.

Esiste un certo fascino dei lettori verso di voi. Secondo voi è per il fatto di essere fratelli e lavorare insieme senza che si notino grandi differenze fra i due?
Gianluca & Raul Cestaro: Innanzitutto ringraziamo, se dite ciò. Si, potrebbe anche essere dovuto a queste motivazioni, ma in generale ci auguriamo che ciò sia dovuto alla ricerca che personalmente facciamo per riuscire a raggiungere una certa qualità nel nostro lavoro. Una qualità che nelle nostre intenzioni e nelle nostre speranze vuole essere alta, nell’intento di soddisfare il più possibile il lettore, che diventa giustamente sempre più esigente.

Come gestite il vostro lavoro: vi alternate a realizzare matite e chine?
Gianluca & Raul Cestaro: No, non usiamo questo metodo, che sappiamo essere molto in voga tra le coppie di disegnatori, oltre ad essere un modus operandi ordinario nel mercato del fumetto americano, ad esempio. Noi invece adottiamo un altro metodo. Siamo abbastanza gelosi delle rispettive tavole, o almeno in qualche modo ci piace esserne gli unici autori. Entrambi preferiamo realizzare le nostre tavole sia nella fase a matita che nella fase dell’inchiostrazione, per cui ci organizziamo in modo che uno di noi realizza le tavole con la numerazione dispari della storia e l’altro di noi realizza le tavole con la numerazione pari. Per cui se tocca ad uno dei due realizzare la tavola 1 della storia, si occuperà di realizzare anche tavola 3, tavola 5, tavola 7, e così via. L’atro fratello si occuperà invece di realizzare tavola 2, tavola 4, tavola 6 e così via. E’ questo un metodo che sappiamo essere poco usuale, ma con il quale finora ci troviamo bene.

Qual è il vostro ritmo di lavoro abituale? E quali sono i materiali con cui vi trovate meglio nel realizzare le vostre tavole?
Gianluca & Raul Cestaro: Siamo dei disegnatori piuttosto lenti, le ore giornaliere che dedichiamo al lavoro sono comunque tante, ad ogni modo riusciamo a realizzare una tavola in non meno di due giorni. Gli strumenti con cui realizziamo le tavole sono gomma e matita, una mina 2H per la realizzazione delle matite, mentre per quanto riguarda l’inchiostrazione usiamo del pennarelli calibrati con le punte di vari spessori (01, 02, 03, 05, 08…). E per la stesura dei neri utilizziamo un pennello di martora numero 1, e una normale boccetta di inchiostro di china nera.

Cosa significa per voi essere disegnatori di una leggenda dei fumetti come Tex?
Gianluca & Raul Cestaro: Per noi è insieme un onore e una responsabilità. Siamo onorati di disegnare uno dei personaggi più longevi e di successo nella storia del fumetto mondiale, e sentiamo la responsabilità di non dover deludere i numerosi lettori di Tex affezionati ed esigenti, ma anche la responsabilità legata alla consapevolezza di disegnare lo stesso personaggio che è stato tratteggiato da grandi maestri del fumetto italiano e internazionale, con il logico timore di non esser alla loro altezza… Ma questo è al contempo anche uno stimolo a migliorarsi continuamente.

Tex è stata una scelta o un imposizione?
Gianluca & Raul Cestaro: Tex non è stata né una scelta né un imposizione. Più che altro è stata una proposta: nel periodo in cui stavamo disegnando la seconda storia per Nick Raider ci arrivò la proposta di disegnare Tex, che noi accettammo con entusiasmo. Anche perché per noi iniziare a disegnare Tex è stato quasi quasi come ritrovare un vecchio amico… lo conoscevamo bene, dal momento che, come abbiamo già detto, nostro padre è da sempre un lettore fedelissimo del nostro ranger. Per cui fin da adolescenti abbiamo iniziato ad avvicinarci al disegno realistico ricopiando sui fogli proprio i disegni degli illustratori di Tex che più ci colpivano allora.

Cosa pensate possa rappresentare Tex nel mondo globalizzato di oggi?
Gianluca & Raul Cestaro: Un’occasione per dare più importanza a valori indiscutibili come l’amicizia, l’onestà, il coraggio, la lealtà, la fratellanza, la difesa e la tutela dei più deboli… tutti valori positivi che caratterizzano Tex e che farebbero solo bene al mondo di oggi.

Cosa vi piace di più e di meno in Tex?
Gianluca & Raul Cestaro: Tex incarna tutte le virtù migliori che potrebbe avere un uomo, che sono proprio quelle che ci piacciono citate pocanzi. Potrebbe forse piacere meno una certa sua impulsività che lo portava, specie nelle storie del passato, ad aggredire fisicamente il malcapitato di turno senza che fosse del tutto necessario… ma in fondo questo aspetto spaccone ce lo rende invece simpatico, e poi sappiamo che se Tex agisce così, ha una buona ragione per farlo.

Se potreste proporre dei cambiamenti narrativi, cosa vi piacerebbe venisse raccontato nella saga di Tex?
Gianluca & Raul Cestaro: Ci piacerebbe venissero raccontate più spesso vicende che riportino in luce l’Epica, quella autentica, o che coinvolgano Tex anche più emotivamente e direttamente nel profondo; pensiamo a storie come “Patagonia” o “Un ranger per nemico” solo per citarne due. In definitiva storie che raccontino di uomini in lotta per la propria libertà, la propria dignità, la propria vita… o per vendicare la vita persa ingiustamente di chi più amavano.

A livello grafico, nei prossimi anni potremmo trovare dei Cestaro del tutto nuovi?
Gianluca & Raul Cestaro: Del tutto nuovi non sapremmo, magari diversi. Ogni volta che iniziamo a disegnare una nuova storia, c’è sempre la voglia di produrre graficamente qualcosa di diverso da quanto fatto in precedenza; ciò deriva anche dal non esser mai del tutto soddisfatti della prova precedente, e dalla voglia di migliorarsi. E’ quindi possibile che lo stile non si fermi qui ma che continui la sua evoluzione, che potrebbe portar qualcosa di nuovo e si spera di migliore.

Avete lavorato con Nizzi e Faraci: quali sono i metodi di lavoro dei due sceneggiatori?
Gianluca & Raul Cestaro: I metodi di lavoro di Nizzi e Faraci non si differiscono molto, in quanto pur essendo entrambi sceneggiatori scrupolosi e attenti nel fornire sufficiente documentazione e dettagli per rendere chiara la situazione al disegnatore ed evitare incongruenze grafiche o narrative, ci lasciano comunque entrambi una certa libertà di decisione sulle inquadrature che riteniamo più adatte alle varie scene.

Qual è il vostro sogno nel cassetto in ambito texiano? Forse disegnare un Texone? E al di fuori di Tex – o anche della SBE – cosa vi piacerebbe sperimentare?
Gianluca & Raul Cestaro: Sì, un sogno nel cassetto potrebbe essere sicuramente disegnare un Texone, cosa che per noi sarebbe un vero onore, alla luce di tutti i maestri italiani e stranieri che con la loro arte hanno impreziosito questa prestigiosa collana. Al di fuori di Tex abbiamo già avuto l’onore di cimentarci con l’altro caposaldo della Bonelli e del fumetto italiano, Dylan Dog, di cui, dopo la recente prova sul Dylan Dog Color Fest, adesso stiamo disegnando una storia destinata probabilmente alla serie regolare del personaggio. Per cui non potremmo chieder di meglio. Al di fuori del fumetto italiano ci piacerebbe sperimentare, se ce ne fosse il tempo, un lavoro per il mercato francese, magari a colori, oppure per quello americano, magari su un genere più “noir” e meno “supereroistico”. Ma non avendo molto tempo a disposizione sarebbe interessante anche cimentarsi con le copertine di una serie, che sia italiana o americana.

Quali sono i vostri progetti texiani a cui state lavorando?
Gianluca & Raul Cestaro: Ora non ce ne sono in quanto attualmente siamo al lavoro su Dylan Dog, se ne parlerà appena avremo terminato questo impegno.

Cosa vi ha dato Tex, oltre ai guadagni professionali?
Gianluca & Raul Cestaro: Tex ci ha dato forse un po’ di notorietà in più, ma penso che ci abbia dato soprattutto la possibilità di crescere artisticamente; si tratta di una serie giudicata da tutti non facile da disegnare, per cui affrontarla è anche uno stimolo, direi anche un dovere, a migliorarsi sempre di più come disegnatori.

Il fumetto bonelliano è soprattutto bianco e nero: avreste voglia di provare con il colore?
Gianluca & Raul Cestaro: Sì, la voglia di cimentarsi col colore ci sarebbe, e in epoca giovanile ci abbiamo anche provato, realizzando qualche tavola o illustrazione a colori. Purtroppo il tempo è sempre tiranno, comunque uno dei pochissimi esperimenti recenti in tal senso è una piccola illustrazione a colori raffigurante proprio Tex, che abbiamo realizzato per la copertina del numero 84 di “Fumetto”, rivista di comics a cura della Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione.

A proposito di colori: com’è stata l’esperienza con la copertina del Dylan Dog Color Fest n. 7? E quali tecniche avete utilizzato?
Gianluca & Raul Cestaro: Per la copertina del Dylan Dog Color Fest n. 7 ci siamo affidati ai colori della bravissima colorista Barbara Ciardo, mentre il disegno l’abbiamo realizzato con la matita evitando di inchiostrarlo a china, ma creando molti mezzi toni di grigio in modo che interagissero con il colore al fine di creare un effetto più tridimensionale e pittorico.

Confrontarsi con Dylan Dog com’è stato? Pensate, inoltre, che realizzare le copertine possa avere un seguito professionale?
Gianluca & Raul Cestaro: Confrontarsi con Dylan Dog è stata prima di tutto la realizzazione di un piccolo sogno, essendo stata proprio la passione per questo personaggio a darci la convinzione, nel primo periodo dell’adolescenza, di dedicarci al disegno del fumetto di genere realistico. In secondo luogo, ha rappresentato per noi anche una nuova messa in discussione delle nostre capacità e dei nostri limiti, non essendo ormai più abituati, dopo tante pagine di Tex, a confrontarci con personaggi ed ambienti più complessi come quelli dell’epoca odierna. Non possiamo dire se dall’esperienza con questa copertina potrebbero scaturirne altre simili, ma, come detto prima, è un’esperienza che ci piacerebbe ripetere.

Oltre al fumetto, quali libri leggete ? E quali sono le vostre preferenze nel cinema e nella musica?
Gianluca & Raul Cestaro: Le preferenze sono diverse, ma forse ci appassiona in particolar modo il genere “Noir”, sia per quanto riguarda la letteratura come anche nel Cinema, dove abbiamo un debole per il genere Thriller. Per quanto concerne la musica, i nostri gusti possono essere anche vari, possiamo spaziare dal cosiddetto “cantautorato italiano” al “Pop”, dal “Rock” al “Brit-Pop”, o a certo Jazz.

Le domande sono finite: volete aggiungere qualcosa prima di terminare l’intervista?
Gianluca & Raul Cestaro: Vorremmo ringraziarvi per la considerazione e la puntualità con cui ci aggiornate sulle novità interessanti del vostro Blog, e per l’attenzione e l’apprezzamento che sempre dimostrate per il nostro lavoro. Grazie anche a tutti i lettori del Blog Portoghese… e lunga vita a Tex!

A nome del blog portoghese di Tex vi ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci avete gentilmente concesso.

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