Intervista esclusiva: SANDRO SCASCITELLI

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Giampiero Belardinelli per la formulazione delle domande, di Júlio Schneider (traduttore di Tex per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni e di Bira Dantas per la caricatura.

Ciao carissimo Sandro Scascitelli, e benvenuto sul blog portoghese di Tex! Per cominciare, raccontaci brevemente della tua infanzia e se, come immaginiamo, sei stato un lettore di fumetti.
Sandro Scascitelli: Sin da bambino mi piaceva molto disegnare e di conseguenza i libri illustrati e i fumetti mi affascinavano. La mia era una lettura particolare, mi lasciavo prendere più dalle immagini che dalla storia, infatti se i disegni non erano di mio gradimento non riuscivo ad appassionarmi alle vicende narrate. Già negli anni ’50, ’60 seguivo le uscite in edicola dei vari giornalini a fumetti, oltre alle famose strisce del Tex di Galleppini e Bonelli mi appassionavo anche alle storie dell’Intrepido pubblicato dalla casa editrice Universo, con storie veramente ben disegnate. Mi ricordo il Principe del Sogno disegnato dal grande Erio Nicolò, il Bufalo Bill di Carlo Cossio, Roland Eagle illustrato da Corbella, molto bello anche Liberty Kid di Lina Buffolente, forse la prima disegnatrice di fumetti almeno in Europa, e tanti altri importanti autori che sarebbe troppo lungo elencare. Avevo una bellissima collezione che custodivo gelosamente e riguardavo spesso con vero piacere; purtroppo questo mio interesse non era condiviso da mia madre che, temendo una mia eccessiva distrazione dagli studi, un giorno, uno dei più brutti che io ricordi, me la bruciò tutta.


Dopo gli studi artistici hai collaborato, come animatore, a cartoni animati televisivi e cinematografici. Puoi raccontarci nello specifico quali lavori hai realizzato?
Sandro Scascitelli: Appena uscito dall’Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione andai a lavorare per lo studio Lodolo di Roma, dove si realizzavano gran parte degli spot pubblicitari e delle sigle televisive di quegli anni (siamo nei primi anni ’70). Successivamente partecipai alla realizzazione di lungometraggi, ricordo in particolare un film sulle avventure dei fidanzati Valentino e Valentina disegnati da Raymond Peynet.

In seguito (dal 1974) sei passato al fumetto: è stata una scelta voluta o casuale?
Sandro Scascitelli: Credo sia stato proprio nel ’74, allora lavoravo per l’Etnea Film di Roma dove producevo piccole storielle animate che intercalavano gli spot pubblicitari durante la trasmissione Intermezzo in onda in prima serata sulla Seconda Rete della Rai. In quegli anni si parlava molto del passaggio dalla TV in bianco e nero a quella a colori, in quel clima di incertezza le produzioni rallentarono di molto e questo mi portò ad orientarmi verso il fumetto.

In quel periodo hai lavorato per il Cartoonstudio di Roma: cosa ricordi di quell’esperienza? Quali dei tuoi colleghi, disegnatori e sceneggiatori, hanno lasciato un segno nella tua successiva carriera?
Sandro Scascitelli: Il Cartoonstudio di Romano Mangiarano (Felmang) è stato il punto di partenza in questa mia lunga avventura. Per questo studio sono passati molti disegnatori alla loro prima esperienza, si aveva la possibilità di lavorare per testate importanti come l’Intrepido, Lanciostory, Skorpio, ecc… un periodo assai utile per farsi le ossa..

Siamo curiosi di sapere com’è andata la collaborazione con Vittorio Cossio.
Sandro Scascitelli:
Per il Cartoonstudio disegnavo solo a matita mentre l’inchiostrazione delle tavole veniva fatta quasi sempre da Mangiarano. La Casa Editrice CE.PE.S, di cui Vittorio Cossio era direttore artistico, mi offrì di eseguire matite e inchiostro per episodi della Storia di Roma e delle Antiche Civiltà Mediterranee. Collaborare con Cossio è stato molto importante, mi ha guidato in questa nuova esperienza dandomi preziosi consigli. Vittorio era un grande artista e un grande uomo.

Dal 1979 collabori con le testate Lanciostory e Skorpio. A quali lavori sei più affezionato?
Sandro Scascitelli: Purtroppo La Casa Editrice CE.PE.S non ebbe molta fortuna a causa di una difficile distribuzione e dovette chiudere, così passai a disegnare per la Lancio, che oltre ai fotoromanzi produceva fumetti, con le testate Lanciostory e Skorpio, e poi questa casa editrice era a Roma, abbastanza vicina alla mia città. Realizzavo storie che si concludevano in 12, 15 tavole su temi sempre diversi che potevano andare dal medioevo al western, al fantascientifico, al moderno, al fantasy. Un lavoro, per questa sua varietà, assai divertente e stimolante.

Raccontaci del lavoro in volume Veggio in Alagna.
Sandro Scascitelli: La mia città è famosa soprattutto per il celebre episodio della storia medievale noto come Lo Schiaffo di Anagni, citato anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Per un autore di fumetti e anagnino di nascita, illustrare questo avvenimento era una tentazione troppo forte, con l’opportunità di cimentarsi in una ricostruzione della città come doveva essere negli anni del suo massimo splendore. Infatti per tutto il ‘200 e nei primi anni del ‘300, con la corte pontificia che si trasferiva all’interno delle sue mura, Anagni si trovò ad essere al centro del mondo conosciuto di allora. Questo è anche il mio primo lavoro come autore completo, testi e disegni.

Dal 1988 hai realizzato una serie molto apprezzata come Briganti, pubblicata sulla rivista l’Eternauta. Ritieni che sia il tuo miglior lavoro?
Sandro Scascitelli: Per carattere non sono mai pienamente soddisfatto dei miei lavori, c’è sempre qualcosa che rifarei riguardandoli. I disegni che ho nella testa non sempre riesco a trasferirli sulla carta. Comunque la serie di storie sul tema del brigantaggio mi sembra un buon lavoro e poi gli anni passati alla Comic Art di Rinaldo Traini sono stati veramente importanti. La prestigiosa rivista l’Eternauta ospitava sulle sue pagine i più grandi Maestri di quest’arte, Moebius, Breccia (Alberto ed Enrique), Toppi, Hermann, Gimenez, Segrelles, Pratt, Ortiz, Bernet, Micheluzzi, Mastantuono, Eleuteri Serpieri, Corben… solo per citarne qualcuno, ma l’elenco sarebbe assai lungo…

Hai anche collaborato con la Mondadori-De Agostini: puoi accennarcene?
Sandro Scascitelli: Fu proprio Rinaldo Traini a segnalarmi alla Scuola Romana dei Fumetti che stava realizzando la serie I Grandi Miti Greci, ideata da Luciano De Crescenzo, sotto la direzione artistica di Massimo Rotundo. Dei 24 volumi che compongono l’opera ne ho realizzati due: Apollo e Dafne e Il cavallo di Troia.

Passiamo adesso al Ranger che dà nome a questo blog: vuoi raccontarci com’è avvenuto il tuo arruolamento nello staff dei disegnatori di Tex?
Sandro Scascitelli: Un giorno, parlando con il mio carissimo amico Sergio Toppi, gli dissi che se fossi tornato a disegnare fumetti l’avrei fatto volentieri per lavorare a Tex e fu proprio lui ad incoraggiarmi, mi disse di rivolgermi con fiducia a Sergio Bonelli. Così preparai alcune tavole e le inviai a Milano. Dopo poco tempo ricevetti la telefonata di Mauro Boselli che dava inizio alla mia avventura texiana. Purtroppo proprio mentre lavoravo alla prima sceneggiatura, l’Almanacco del West su testi di Pasquale Ruju, ascoltando la radio, ricevetti la brutta notizia della morte di Sergio Bonelli. Avevo conosciuto Sergio in occasione di una splendida mostra del grande Dino Battaglia tenutasi a Milano, mi sarebbe piaciuto molto incontrarlo di nuovo e avere un suo qualificato giudizio dei miei lavori, peccato.


Come ti senti a misurarti con il Ranger?
Sandro Scascitelli: Il genere western mi è sempre piaciuto, ho avuto anche modo di disegnarne qualche storia in passato. Le serie Comanche di Hermann, Blueberry di Jean Giraud, le Storie del West di Eleuteri Serpieri, e tante altre, le ho sempre guardate con interesse, quindi misurarmi con il mondo del nostro Ranger con le splendide ambientazioni, gli affascinanti costumi, lo trovo estremamente stimolante.

Nel disegnare Tex che tipo di difficoltà hai incontrato, se ne hai incontrate?
Sandro Scascitelli: La difficoltà maggiore, secondo me, è quella che si trova nel realizzare i quattro protagonisti principali e in special modo Tex. Nel mio immaginario il volto e le fattezze del Ranger coincidono con quelle fissate da Giovanni Ticci e, a mio giudizio, a quella bisognerebbe uniformarsi. Tex è un fumetto seriale e, per il rispetto dovuto ai lettori che da anni seguono le sue avventure, non è corretto dare proprie interpretazioni dei quattro pard. Interpretazioni di questo tipo sono legittime solo in spazi ben delimitati come i famosi Texoni, spazio giustamente creato, a questo scopo, da Sergio Bonelli.

Hai dovuto modificare il tuo solito stile, oppure no?
Sandro Scascitelli: Non eccessivamente, d’altronde non mi è stato espressamente richiesto.

Come definisci graficamente il tuo Tex?
Sandro Scascitelli: Credo che sia ancora prematuro parlare di un mio Tex, in fondo sono appena alla terza sceneggiatura, di cui una breve.

Cosa ci puoi dire della storia di Tex alla quale stai lavorando?
Sandro Scascitelli: Questa, come dicevo, è la mia terza sceneggiatura. Dopo la prima, l’Almanacco che deve ancora uscire, ho disegnato una storia breve, già pubblicata, e adesso sono al lavoro su un Color Tex (160 pag.), sempre su testi di Ruju. La storia inizia con una rapina in Arizona e poi si sviluppa in Messico intorno allo sfruttamento di miniere d’argento.


Negli ultimi tempi diversi disegnatori hanno fatto solo una veloce comparsata su Tex e poi sono tornati a lavorare su altri personaggi. Quello su Tex è per te un impegno duraturo, almeno nelle tue intenzioni?
Sandro Scascitelli: Questa è la mia prima collaborazione con la Bonelli… duraturo? Speriamo.


Chi o cosa è Tex secondo te? Cosa ti piace di più nel Ranger e cosa di meno?
Sandro Scascitelli: L’uomo è stato sempre affascinato dal mito dell’eroe. Tex è un eroe. Lui agisce, senza esitazione, nella certezza di essere sempre dalla parte della giustizia, senza altri fini. Per combattere il male Tex non ha superpoteri, egli è un uomo come tutti noi, ma è un uomo determinato, audace, infallibile, intelligente, giusto, dotato fisicamente ma pur sempre un uomo, e forse è questo il segreto della sua popolarità, Tex è quello che ognuno di noi vorrebbe essere.


Per concludere il tema, come vedi il futuro del Ranger?
Sandro Scascitelli: Spero tanto che continui a cavalcare a lungo, insieme ai suoi pard, e a regalarci ancora affascinanti avventure. Purtroppo il mondo sta cambiando e sempre più velocemente. Che cosa ci riserva il futuro? Mah…


Com’è lavorare nella Sergio Bonelli Editore?
Sandro Scascitelli: Dopo aver lavorato per tanti anni nel mondo dei fumetti e averne viste di tutti i colori, devo dire che lavorare per un’azienda come la Sergio Bonelli Editore è il massimo a cui ogni professionista possa aspirare. La loro correttezza, puntualità, cortesia, gentilezza mi hanno fatto capire anche il perché questa Casa Editrice sia ancora oggi una delle più importanti, se non la più importante del settore.


Cosa è per te il fumetto? Sia come linguaggio che come esperienza professionale.
Sandro Scascitelli: Il fumetto (sarebbe meglio chiamarle storie disegnate), è secondo me una espressione artistica al pari di qualsiasi altra forma d’arte. Nel nostro campo, come in qualsiasi altro, ci sono prodotti straordinari e prodotti scadenti, non credo che sia il mezzo espressivo scelto a determinare la qualità del prodotto, ma è il risultato finale.


Quanto tempo impieghi per disegnare una tavola? Hai degli orari? Come si articola una tua giornata tipo fra lavoro, letture, tenerti informato, ozio, vita familiare?
Sandro Scascitelli: Mediamente realizzo una tavola in un paio di giorni, ovviamente non tutte le tavole sono della stessa difficoltà, per alcune ci vuole anche di più. In genere lavoro dalla mattina alla sera con le interruzioni dettate dalla vita familiare. Lavoro ascoltando musica e seguendo i notiziari per tenermi informato. La mia giornata si conclude generalmente verso le 22,30/23.


Puoi esporci la tua tecnica di lavoro?
Sandro Scascitelli: Da qualche anno ho abbandonato i miei pennini Perry 25, i pennelli e la carta Schoeller, miei compagni di lavoro per circa quarant’anni, e sono passato alla tavoletta grafica Wacom Intuos 4. L’inizio è stato abbastanza laborioso, avendo fatto tutto da autodidatta, adesso mi trovo abbastanza bene con questa nuova tecnica e sinceramente devo dire che, al di là della oggettiva diversità dei mezzi usati, non trovo differenze sostanziali nel modo di organizzare il lavoro. Infatti, dopo aver realizzata la gabbia delle vignette e sistemati i baloon, comincio a disegnare con un segno grigio, tipo la mia vecchia matita, dopodiché, sovrappongo un nuovo livello e passo all’inchiostrazione. La penna grafica, tarata sulla sensibilità della mia mano, si comporta, né più e né meno, come i miei vecchi pennini e pennelli. Il vantaggio del nuovo sistema è nel fatto che la pagina può esser corretta, modificata, senza la paura di essere costretti poi a grattare con la lametta. L’unico svantaggio è nel fatto che non si ha più la pagina originale, ma in fondo il nostro lavoro non è quello di produrre originali, i nostri disegni sono destinati alla stampa.


Bene, noi avremmo finito. C’è ancora qualcosa che vorresti dire? Qualcosa che non ti è stato chiesto e che avresti assolutamente voluto far sapere ai nostri lettori?
Sandro Scascitelli: Credo che abbiamo detto tutto quello che c’era da dire. Voglio solo ringraziarvi per avermi ospitato nel vostro prestigioso Blog e auguro a voi e ai vostri affezionati lettori ogni bene con l’auspicio di rivederci presto sulle pagine del nostro amato Tex.

Caro Sandro, a nome del blog portoghese di Tex ti ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci hai così gentilmente concesso.

(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

2 Comentários

  1. Splendidi disegni, grande Sandro! Dopo il color spero che gli venga affidato subito un Texone.

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