Intervista esclusiva: PASQUALE FRISENDA

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Angelo Palumbo, Giampiero Belardinelli e Mario Latino per la formulazione delle domande, di Júlio Schneider (traduttore di Tex e Magico Vento per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni e di Bira Dantas per la caricatura.

Pasquale Frisenda caricaturado por Bira DantasCiao Pasquale, e benvenuto sul blog portoghese di Tex! Vuoi presentarti brevemente ai nostri lettori?
Pasquale Frisenda: Sono nato l’8 gennaio del 1970 a Milano, città dove vivo e lavoro.

Che posto hanno avuto i fumetti, soprattutto i Bonelli nella tua infanzia?
Pasquale Frisenda: Sicuramente importante. Tex, Zagor, e dopo alcuni anni Mister No, Ken Parker e Martin Mystère sono stati personaggi a cui mi sono molto legato, e che mi hanno accompagnato costantemente nel tempo, insieme al fumetto Marvel, soprattutto nel periodo degli anni ‘70 e ‘80, fino alla scoperta delle riviste cosiddette del “fumetto d’autore” ed oltre, perché li leggo ancora oggi.

Pin-up noir copiaCome sei arrivato a fare il disegnatore di fumetti? Vocazione o caso?
Pasquale Frisenda: L’uno e l’altro. Il desiderio di intraprendere questa carriera è sempre stato, bene o male, presente in me, ma i passi fatti per concretizzare questo desiderio sono stati davvero incerti e, spesso, casuali.

Hai avuto una formazione artistica? Di che tipo?
Pasquale Frisenda: Ho frequentato il corso del fumetto del Castello Sforzesco di Milano. Esperienza utile più che altro per entrare in contatto con altre persone interessate al media fumetto e confrontarsi con loro. Per il resto mi considero un autodidatta. Ma, concretamente, il ruolo più importante nella mia formazione iniziale l’hanno avuto i componenti dello Studio Comix, e ovviamente Berardi e Milazzo.

PinocchioQuali sono i disegnatori italiani e stranieri a cui ti sei ispirato nel corso della tua carriera? Ce n’è qualcuno più di altri che consideri idealmente il tuo maestro?
Pasquale Frisenda: Beh, i disegnatori sono tantissimi, e continuano ad aumentare, o a “sostituirsi” con il passare del tempo. Giusto per fare qualche nome, in Italia i miei riferimenti costanti sono stati (e lo sono ancora), autori come Gino D’Antonio (che ho avuto la fortuna di conoscere), Dino Battaglia, Renzo Calegari, Sergio Toppi, Gianni DeLuca, Attilio Micheluzzi, Giorgio Trevisan, Roberto Diso, Magnus, Ferdinando Tacconi… e ovviamente Ivo Milazzo, che sicuramente, con l’inizio della collaborazione per il Ken Parker Magazine, ha rappresentato il momento di svolta nella mia carriera. Ma è impossibile citarli tutti. Guardando all’estero, vorrei almeno citare Moebius e Breccia (sia Alberto che Enrique), Hermann e Juan Jimenez, Juillard e Font, Munoz e Bernet, Mandrafina, Altuna, oppure gli autori nordamericani, tipo Toth, Caniff, Eisner, Richard Corben, David Mazzucchelli, fino a Bill Sienkiewicz. Anche qui l’elenco è lacunoso. In ogni caso, l’influenza avuta da ognuno di loro, per vari motivi, è stata essenziale per la formazione di una “mia” visione delle cose ed un’eventuale “stile” personale.

Cyberpunk 1Cyberpunk 2

Cyberwestern incompleto.
Hai iniziato la tua carriera professionale collaborando alla testata “Cyborg” edita dalla Star Comics. Cosa ricordi di quell’esperienza
?
Pasquale Frisenda: E’ stata un’esperienza importante. Molto difficile, per diverse ragioni, soprattutto dovuta alla mia inesperienza, ma indubbiamente importante per cominciare almeno a confrontarmi con il mondo del fumetto a livello professionale.

Quanto è stato importante aver avuto dei maestri come Carlo Ambrosini e Giampiero Casertano?
Pasquale Frisenda: Il contatto, molto occasionale in realtà con Carlo Ambrosini, Giampiero Casertano ed Enea Riboldi allo Studio Comix (contatto che ebbi grazie a Pasquale Del Vecchio che frequentava lo studio da poco), per me, poco più che diciassettenne, è stata un’occasione preziosa. Non credo di averglielo mai detto, ma per me tutti loro sono stati una forte spinta nel continuare su questa strada.

Ken ParkerPassiamo ora al periodo del “Ken Parker Magazine”. Come sei entrato in contatto con Berardi e Milazzo?
Pasquale Frisenda: Dopo la chiusura della rivista Cyborg, seppi del progetto di Berardi e Milazzo di realizzare una rivista dedicata a Ken Parker, e ho semplicemente provato a mandargli delle tavole di prova. Oggi, riguardando quelle tavole, credo che sia stata una cosa da pazzi, allora invece mi sembrò ovvio farlo. L’incoscienza dei vent’anni, che però a volte aiuta.

L’aver lavorato accanto a un maestro come Milazzo ha indubbiamente influenzato il tuo disegno. Come e quando sei poi arrivato a quell’invidiabile cifra stilistica mostrata sulle pagine di Magico Vento?
Ken ParkerPasquale Frisenda: Beh, intanto vi ringrazio per il giudizio sul mio disegno! Tornando alla domanda, l’influenza di Milazzo è stata naturalmente molto forte, e non solo da un punto di vista grafico, ma forse ancora di più da un punto di vista narrativo. La “cifra stilistica” di cui parli, credo che sia figlia delle infinite influenze che mi sono arrivate dai tanti autori citati in precedenza, a cui vanno aggiunti i nomi di illustratori e pittori a cui mi sono avvicinato proprio nel periodo della frequentazione di Berardi e Milazzo e del lavoro su Ken Parker, e, a tutto questo, va anche aggiunta la grande suggestione che ha su di me il cinema e la fotografia.

Colore cop. 001Gli episodi di Magico Vento con la tua firma grafica sono – anche grazie all’abile regia di Gianfranco Manfredi – un perfetto esempio di come si possa fare fumetto d’autore sulle pagine di un prodotto seriale. Non trovi scandaloso che certi lavori – tuoi e di altri colleghi – siano ignorati dalla critica non fumettistica?
Pasquale Frisenda: Beh, si, ma la supponenza di molti critici o giornalisti da barzelletta non è nuova, e il fumetto non è l’unica loro vittima. Negli ultimi anni, con il fiorire dei “cinecomics”, si sono lette delle cose deliranti sui fumetti d’origine di questi film, e spesso scritte da “autorevoli” giornalisti. A volte la cosa mi irrita parecchio, a volte passo oltre. È anche vero che la situazione oggi è molto migliorata rispetto a diversi anni fa, il che è tutto dire.

Cover 64Al culmine dell’esperienza su Magico Vento ti sei anche occupato delle copertine (dal n. 32 al 75), subentrando a Venturi. Quali tecniche hai utilizzato e per quale motivo hai in seguito lasciato l’incarico?
Pasquale Frisenda: Le tecniche di colorazione utilizzate erano diverse, tra cui l’acquerello, i pastelli, tempere ed ecoline. L’abbandono dell’incarico è stato motivato, principalmente, dal fatto che non riuscivo più a coniugare una qualità costante nelle tavole producendo anche le copertine. In ogni caso mi è dispiaciuto lasciarle.
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Cover 67Secondo Gianfranco Manfredi, una delle cause dell’eliminazione di Magico Vento nel 2010 è la difficoltà che i disegnatori più giovani provano con il western in generale, cosa che ovviamente non è il tuo caso. Come riesci a disegnare tanto bene i cavalli, le diligenze, le città, i villaggi, insomma: il genere western nel suo complesso?
Pasquale Frisenda: La cosa curiosa è che io non mi ritengo un disegnatore western! Gente come D’Antonio, Ticci, Milazzo, Serpieri o Giraud, solo per citarne alcuni, hanno saputo rappresentare il west con una capacità più unica che rara, il perché è forse anche legato ad un discorso generazionale. In ogni caso, ognuno di loro conosce molto bene quello che sta disegnando, una conoscenza del genere che va ben oltre un semplice discorso di documentazione.
Cover 65Io riesco a rappresentare il genere da un punto di vista credo solo “emotivo”, amo molto il genere western e le caratteristiche e le atmosfere che gli sono proprie. Ma, da un punto di vista generazionale, il mio immaginario è stato “colonizzato” soprattutto dalla fantascienza. Un certo tipo di fantascienza, quella più legata al filone “umanistico” della letteratura e al cinema di quel genere, emersa all’incirca negli anni settanta/ottanta, insomma più vicino a “Blade Runner” che a “Guerre Stellari” (film che comunque amo). In ogni storia di Magico Vento, dopo trenta pagine, inevitabilmente cominciavo a disegnare da qualche parte astronavi in avvicinamento a qualche strano pianeta o minacciosi cyborg. Ma sono convinto che appena avrò la possibilità di disegnare una storia di SF, dopo trenta tavole comincerò a abbozzare un uomo a cavallo in una sconfinata prateria!

Cover 71Nella tua ottica, esiste qualche legame, quanto meno a livello concettuale, fra le storie di Ken Parker e Magico Vento?
Pasquale Frisenda: Anche più di uno, direi. Magico Vento non sarebbe potuto esistere senza la visione del west narrata in precedenza in Ken Parker, oppure all’enorme lavoro fatto da Gino D’Antonio nella Storia del West. Come oggi, credo, il personaggio di Manfredi possa essere un nuovo punto da cui partire per chi vorrà affrontare il genere in futuro.

Passiamo adesso al Ranger che dà nome a questo blog: come sei arrivato a Tex? E quali sono stati i tuoi obiettivi in questa serie?
Tex FrisendaPasquale Frisenda: Ci sono arrivato per volere di Bonelli e Canzio. Io avevo espresso a Sergio Bonelli il desiderio di cambiare personaggio e genere, avevo davvero voglia di confrontarmi con altre cose ed atmosfere, ma come risposta è arrivata la proposta di fare questa storia di Tex, e soprattutto di essere inserito nella collana dei Texoni, cosa per me impensabile, e dunque un’occasione irrinunciabile. Di obbiettivi, per ora, ne ho solo uno: arrivare a farlo bene.

Quali sono state le tue difficoltà nel capire il mito e dargli il tuo tocco personale?
Pasquale Frisenda: Le difficoltà maggiori sono state quelle di imparare i “tempi” narrativi di cui Tex necessita. La vicinanza di Mauro Boselli (lo sceneggiatore della storia) mi è stata di grande supporto.
Texone Patagonia 1Con grande attenzione e prontezza mi ha permesso di correggere sempre il tiro dove necessitava, gliene sono molto grato, anche perchè in ogni occasione il lavoro ne ha guadagnato. Le primissime tavole e l’approccio al personaggio in generale è stato difficile, ma, sotto consiglio di Bonelli, mi ha aiutato molto il poterlo disegnare come “lo vedevo io”, cominciando a sciogliere la mano e prenderci confidenza tavola dopo tavola.

Pasquale FrisendaDisegnare Tex comporta qualche differenza rispetto a Ken Parker e Magico Vento?
Pasquale Frisenda: Sì, ognuno di questi personaggi ha una sua dimensione ben definita e delle esigenze narrative ben precise e molto diverse tra loro. Bisogna impararle e gestirle correttamente per non snaturare i vari personaggi, ma anche per poter trovare un modo per realizzarli “facendoli propri” per quanto possibile.

Texone Patagonia 2Puoi anticiparci qualcosa sulla tua storia del Texone, chi è lo sceneggiatore, l’ambientazione ecc.?
Pasquale Frisenda: Lo sceneggiatore, come detto poco fa, è Mauro Boselli, che credo non necessiti di troppe presentazioni. Per me è stata un’esperienza estremamente importante ed impegnativa. La storia sarà piuttosto anomala, sia come “toni” narrativi, sia come ambientazione, la storia si svolge nella pampa argentina. Quanto al risultato dell’albo, spero vivamente che possa soddisfare tutti i texiani “all’ascolto”.

Sei soddisfatto del tuo lavoro su Tex?
Texone Patagonia 3Pasquale Frisenda: Adesso sì, dopo aver rivisto alcune sequenze già fatte e di cui non ero molto convinto. Ma sono sicuro che appena lo vedrò pubblicato mi accorgerò di tante cose che avrei potuto fare meglio. Mi accade sempre!

Se tu potessi esprimere delle preferenze tra le varie tipologie di storie texiane preferiresti disegnare quelle più tipicamente western con ampi spazi, indiani ecc., western urbani o storie di magia e mistero?
Pasquale Frisenda: No, non ho preferenze particolari, sono ugualmente attratto dalle storie più classicamente western che da quelle più oniriche e misteriose. Mi piacerebbe trattare il personaggio di El Morisco prima o poi, quello si.

Texone Patagonia 4A quanto ci risulta, stai disegnando una nuova storia di Tex: puoi anticiparci qualcosa sulla tua seconda storia?
Pasquale Frisenda: No, non ho ancora cominciato la mia seconda storia di Tex, anche perchè prima realizzerò una breve storia per Dylan Dog.

Nel 2007 abbiamo avuto in Portogallo un’anticipazione mondiale di quindici nuovi disegnatori di Tex, com’è per esempio il tuo caso. Come vedi questa entrata di tanti nuovi elementi nello staff di Tex? Questo potrebbe essere un nuovo corso nella vita della serie?
Pasquale Frisenda: Sì, lo credo molto probabile. Tex ha tutti i numeri dalla sua, ed è probabile che le nuove generazioni di autori possano legarsi a nuove generazioni di lettori.

Texone Patagonia 5C’è stato un rinforzo anche a livello di sceneggiatori ultimamente. Pensi che fosse qualcosa d’inevitabile? E con tanti sceneggiatori non pensi si possa correre il rischio di vedere Tex snaturato?
Pasquale Frisenda: Snaturarlo lo credo difficile, e non penso che sia nella volontà di nessuno. Tex ha delle caratteristiche ben precise e che sono essenziali per la riuscita del personaggio e della serie. Mi auguro che i nuovi sceneggiatori possano riuscire a raccontarlo da diverse angolazioni, questo si, che si spera nuove ed inedite.

Ti manca il ruolo di copertinista? Come imposteresti una copertina di Tex?
Pasquale Frisenda: Non ci ho mai pensato, l’impegno di copertinista di Tex è coperto dal nome che più merita quel ruolo. Le copertine a volte mi mancano, si, ma magari in futuro qualche altra occasione ci sarà.

Cover 73Hai lavorato, nel corso della tua carriera in Bonelli, con vari sceneggiatori, tra cui Berardi, Manfredi e Boselli. Come trovi il loro modo di lavorare? Con chi ti sei trovato meglio?
Pasquale Frisenda: Non mi piace molto fare classifiche in questo senso. Diciamo che mi ritengo estremamente fortunato! Ognuno di loro ha delle esigenze ben precise, esigenze motivate per far funzionare la storia al meglio, esigenze che ho cercato sempre di rispettare, a volte riuscendoci a volte meno. Ma per quanto mi è possibile, cerco di metterci sempre qualcosa di mio.

Quando Sergio Bonelli ti ha presentato ai lettori texiani (Tex Nuova Ristampa n°176) hai detto che dopo Magico Vento avevi l’intenzione di cambiare genere, passando magari a Dylan Dog o Dampyr. Hai ancora questo desiderio?
Pasquale Frisenda: Sì. Come ho detto, per Dylan Dog realizzerò a breve una storia, ma, se ci sarà la possibilità, collaborare a vari personaggi è una cosa che mi piacerebbe davvero fare.
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Com’è lavorare per Sergio Bonelli
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Pasquale Frisenda: Per me è stata una vera sorpresa, a cui mi devo ancora abituare, credo. Passare da un saluto occasionale in redazione ad avere un contatto diretto con lui è stato per me molto importante. Scoprendo anche e soprattutto la persona dietro il ruolo. A lui e a Decio Canzio, per varie ragioni che sarebbe troppo lungo riassumere, io devo moltissimo.

Lontano dalla pioggia AIl fumetto della SBE è sempre stato il tuo obiettivo oppure avresti preferito fare il cosiddetto “fumetto d’autore” come Pratt, Battaglia, Toppi, Manara?
Pasquale Frisenda: Posso capire che ci siano intenzioni e motivazioni diverse nelle varie produzioni, ma questa distinzione cosi netta io non l’ho mai accettata. Realizzare questi personaggi (Ken Parker, Magico Vento, Tex e Dylan Dog) è sempre stato il mio obbiettivo professionale, se arriverò a disegnare qualcosa di più legato a me e ai (ad altri) miei interessi si vedrà, ma nulla toglie al valore di questo tipo di personaggi, di fumetto e di produzioni.

Hai mai pensato di fare qualche tipo di lavoro indipendente nel genere western ? In caso positivo, scriveresti tu stesso la sceneggiatura o ti appoggeresti a qualcun altro? Chi e per quale ragione?
Pasquale Frisenda: Alcune idee ce le ho, ma è ancora tutto in alto mare per poterne parlare con sensatezza.

Lontano dalla pioggia BNelle tue tavole preferisci lasciare spazio solo alla tua fantasia, oppure utilizzi anche altro materiale di supporto come fotografie, libri o altro? Utilizzi Internet per documentarti?
Pasquale Frisenda: Il supporto della documentazione è assolutamente prioritario. Libri di illustrazione, cinema, fotografia, pittura o altro, riempiono costantemente il mio tavolo da lavoro, ed anche internet è diventato, da qualche anno, un prezioso aiuto. Ma tutto questo, per come la vedo io, va sempre filtrato attraverso la propria visione delle cose, e dunque l’elemento legato alla fantasia del disegnatore o dello sceneggiatore rimane prioritario.

Come procedi nella creazione? Fai una pagina completa e dopo passi all’altra? E quali strumenti di lavoro utilizzi?
Milano comiconventionPasquale Frisenda: Parto sempre dalla prima tavola, e proseguo in ordine cronologico. Gli strumenti sono i più classici: matite, pennarelli e pennelli.

Quanto tempo impieghi per disegnare una tavola? Hai degli orari? Come si articola una tua giornata tipo fra lavoro, letture, tenerti informato, ozio, vita familiare?
Pasquale Frisenda: Ogni tavola fa caso a se, dipende ovviamente da cosa bisogna disegnare, ma in media una tavola ogni due giorni. Nella giornata cerco di farci stare un po’ tutto, oltre il lavoro, fra interessi personali e culturali, ma ben poche volte ci riesco!

Che progetti ci sono nel tuo futuro? Puoi già anticiparci qualcosa?
Pasquale Frisenda: Per ora i progetti più immediati sono legati ai personaggi di Tex e Dylan Dog. Ci sono altre cose in ballo, ma ve ne parlerò quando si troveranno gli spazi adeguati.

Napoli 2004Quali fumetti leggi attualmente ovvero con quali ti identifichi maggiormente?
Pasquale Frisenda: Ne leggo diversi, che vanno da vari personaggi Bonelli, ad alcuni fumetti targati Marvel o DC, e ovviamente tutto quello che posso trovare di interessante nelle varie fumetterie, naturalmente le produzioni legate ai tanti autori che prediligo fino a nuove scoperte che vanno ad arricchire la mia libreria, come ad esempio gli incredibili lavori di Thomas Ott, da poco conosciuto.

Oltre ai fumetti, quale tipo di libri leggi? E quali le tue preferenze nel campo del cinema e della musica?
Pasquale Frisenda: Anche lì gli interessi sono molteplici, cerco di non fossilizzarmi e di non precludermi nessuna visione o lettura a priori. A volte, invece, addirittura si sovrappongono, facendomi iniziare più libri contemporaneamente, o vedere più film in una giornata. La musica, anche li di generi diversissimi, da Bach ai Pearl Jam tanto per capirci, è sempre presente durante la giornata lavorativa.

Pasquale FrisendaCaro Pasquale Frisenda, a nome del blog portoghese di Tex ti ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci hai così gentilmente concesso.
Pasquale Frisenda: Grazie a voi, sinceramente, dell’attenzione!.
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(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

27 Comentários

  1. Meraviglioso, uno dei miei disegnatori preferiti, e soprattuto era da un po’ che non si vedevano suoi disegni inediti! Grazie Portogallo!

  2. Come sempre ottime interviste.
    Per quanto riguarda Frisenda, le sue tavole sono meravigliose, attendiamo impazienti!!

    SAM STONE

  3. Da quello che ho potuto vedere il Tex di Frisenda mi gusta un sacco e non vedo l’ora di ammirare tutte le tavole del suo Texone…
    Personalmente penso si tratti di un ottimo acquisto per la testata…

  4. Tratto molto bello, il suo volto texiano mi pare autoritario ma giusto, molto in linea con il personaggio. Si prospetta uno dei Texoni migliori.

  5. Ho visto le tavole (di prova) di Dylan Dog e devo dire che mi sono piaciute molto.

    La storia breve che sta disegnando (oppure che ha già disegnato) andrà nel Dylandogone oppure nel Color Fest?

    Chi lo sà?

  6. Mamma mia che belle!!!
    Sembra un incrocio tra Rinaldi e il Casertano dei primi anni!!!
    I volti di Dylan e Groucho sono davvero belli.

  7. Il volto di Dylan mi ricorda un po’ quello di Dell’Uomo, ma vado a memoria visto che non prendo in mano i primi albi da parecchio tempo. Comunque ogni volta che vedo anteprime del genere mi viene voglia di credere ancora nella testata.

  8. Le tavole di Tex mi paiono davvero molto interessanti, tanto nella rappresentazione dei patagoni e degli argentini (gauchos e soldati) che in quella di Tex, che mi pare davvero molto curata e gradevole, oltre che in linea con la tradizione. Insomma, se l’argomento e lo scenario insoliti rendeva questo prossimo Texone già molto stuzzicante, queste tavole sembrano promettere un’ottima prova da parte di Frisenda.

  9. Le tavole del Texone sono veramente stupende e non fanno che aumentare sempre più le attese.

    Dato il luogo in cui si svolge la vicenda, ritroviamo anche le “bolas”, la micidiale arma che abbiamo visto raramente in passato; le uniche che mi vengono in mente sono nella storia del “Tagliatore di Teste” e nel Maxi “La Pista Degli Agguati” di Manfredi-Repetto.

  10. Son contento che Frisenda entri nello staff texiano. Lo ammiro molto e l’ho conosciuto su Magico Vento. Sono proprio felice che disegni questo Texone…

  11. Le tavole del Dyd dovrebbero essere per il Color Fest 2010.
    In quanto alla classe di Frisenda… io la ritengo impareggiabile anche in confronto ad artisti di caratura internazionale!!!

  12. Simone, la storia per Dylan Dog sarà inserita sullo speciale a colori dell’anno prossimo.

  13. Andrew Cain, “Lontano dalla pioggia” è una piccola storia di dieci tavole (molto drammatica), è stata pubblicata in Italia sul n.3 della rivista Alta Fedeltà della casa editrice BD.

  14. Splendide anteprime! Frisenda dimostra di avere una grandissima padronanza dei bianchi e dei neri, e di aver raggiunto ormai un’invidiabile maturità, pienamente aprezzabile grazie al grande formato del texone..
    La caratterizzazione di Tex, come già detto da Pedro Galindez, è perfettamente in linea con la tradizione texina, ma non manca di personalità… insomma: anche solo a livello grafico, questo Texone è spettacolare!

  15. Gia, gia ottimo davvero. Il lavoro di Frisenda sul Texone è sicuramente ben riuscito. Non resta che aspettare con trepidazione questo nuovo Texone!

  16. Atmosfere e disegni “kenparkeriani” fantastici nel Texone! Il fortino a la cavalcata con la luna sono da sballo!

  17. Frisenda x parekki anni è stato il mio disegnatore preferito… l’ho sempre apprezzato su Magico Vento e da queste tavole ke vedo in antemprima posso affermare che non mi ha assolutamente deluso!!
    Grande Frisenda e grandissimo aquisto per la scuderia di Tex!!!

  18. Attendo con impazienza questo Texone… Frisenda è un fenomeno a disegnare… Mv ad esempio cambia totalmente tratto quando ad esempio usa i Flash Back… sembrano delle foto in bianco e nero… provare per credere.

  19. Le tavole in anteprima sono fantastiche non vedo l’ora che uscirà il texone, ho conosciuto Frisenda come disegnatore leggendo Magico Vento ed e’ una grande cosa che abbia fatto questo texone e che entra a far parte nella storia di Tex. Spero che disegnerà altre storie in futuro.

  20. Vedendo le tavole in anteprima cresce l’attesa per questo nuovo Texone, il grande talento di Frisenda è stato molto apprezzato su Magico Vento dove ha disegnato delle vere perle e senza dubbio anche su Tex fara’ altrettanto.

  21. Le tavole in anteprima sono molto interessanti… sembra promettere bene, e l’interpretazione di Tex mi piace molto.

  22. Non ho parole.
    Non posso che inchinarmi alla “musulmana” davanti a simili prove di talento e di bravura.

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