Intervista esclusiva: MORENO BURATTINI

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di  Enzo Pedroni e Sérgio Sousa per la formulazione delle domande, di Júlio Schneider (traduttore di Tex e Zagor per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni e di Bira Dantas per la caricatura.

Moreno BurattiniCiao Moreno, e benvenuto sul blog portoghese di Tex. Per coloro che non ti conoscono bene, ti chiediamo di fare una piccola autopresentazione ed il percorso della tua carriera
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Moreno Burattini: Sono nato il 7 settembre 1962 a San Marcello Pistoiese, un piccolo paese di montagna, in Toscana. Però, già due anni dopo mio padre e mia madre si trasferirono, per cercare un lavoro migliore e migliori condizioni di vita, nei dintorni di Firenze. Dunque sono cresciuto sulle rive dell’Arno, in compagnia di tre sorelle nate dopo di me. Ogni estate, però, tornavo in montagna dai nonni e dunque ho conservato uno stretto legame con il mio luogo di nascita, che è anche una località di villeggiatura. Ho frequentato il liceo classico a Prato (lo stesso liceo frequentato anche dal poeta Gabriele D’Annunzio) e poi la facoltà di lettere, all’università di Firenze. Credo di essere stato il primo in famiglia ad avere raggiunto la laurea. Prima ancora di laurearmi, però, ho iniziato a scrivere articoli, racconti, commedie e fumetti. Prima su fanzine e riviste amatoriali, su cui una volta era possibile farsi le ossa, poi sono riuscito, spinto dalla mia tanta voglia di fare, a pubblicare in modo professionale. Il mio primo fumetto distribuito in edicola è uscito sulla rivista “Mostri”, nel settembre 1990. Pochi mesi dopo, nel maggio 1991, è avvenuto il mio esordio sotto il marchio Bonelli, con la mia prima storia di Zagor. Oggi sono lo sceneggiatore di Zagor con più tavole all’attivo dopo Sergio Bonelli e sono curatore della testata. Oltre che per Zagor, comunque, ho sceneggiato anche molte storie a fumetti per Cico, Lupo Alberto e Cattivik, alcune per il Comandante Mark e racconti brevi per varie riviste (dall’Intrepido al Giornale dei Misteri). Non ho mai smesso, inoltre, di scrivere articoli e saggi sul fumetto.

Moreno BurattiniChe posto hanno avuto i fumetti, soprattutto i Bonelli, nella tua infanzia?
Moreno Burattini: Ho letto fumetti fin da piccolo, addirittura ancora prima di iniziare ad andare a scuola, perché ancor prima di imparare a leggere passavo ore e ore a sfogliarli e a guardare le figure. Naturalmente all’inizio si trattava di albi Disney, o di Cucciolo e Tiramolla o Trottolino e Nonna Abelarda. Una volta che ebbi imparato a leggere, aspettavo con impazienza il giorno dell’uscita del nuovo Topolino in edicola. Quando lessi la prima avventura  di Zagor, avevo sette o otto anni. Inizialmente leggevo i fumetti e poi li scambiavo con i miei amici, senza trattenerli.
Poi, un giorno, in casa di un compagno di classe, vidi un armadietto pieno di albi di Zagor tutti disposti in bell’ordine, uno accanto all’altro. Mi accorsi che la cosa aveva risvolti pratici: il mio amico poteva rileggere in qualunque momento le storie che più gli erano piaciute.
Moreno BurattiniNe approfittai subito facendomi prestare “Lo spettro”: alla fine della puntata precedente, lo sapevo, Zagor era stato legato a una roccia e le aquile scendevano minacciose, disegnando cerchi sempre più stretti nel cielo, per divorarlo. Come avrebbe fatto a salvarsi? Me l’ero chiesto per mesi. Grazie alla collezione del mio amico scoprii che, proprio all’ultimo momento, Cico giungeva a liberare l’amico in difficoltà! Decisi che anch’io non avrei più gettato via nessuno Zagor. Presto cominciai a sloggiare camicie e pantaloni dagli armadi per far posto ai miei giornalini: non solo Zagor, ma anche Tex, Mark, Mister No. E poi Alan Ford (e tutto ciò che faceva Max Bunker). Ero abbonato anche al “Messaggero dei Ragazzi”, che all’epoca pubblicava bellissimi fumetti di Dino Battaglia, Sergio Toppi, Attilio Micheluzzi. Seguivo un po’ i supereroi americani (soprattutto l’Uomo Ragno e i Fantastici Quattro), ma in ogni caso preferivo di gran lunga gli autori italiani, compresi quelli del Monello e dell’Intrepido.

Moreno BurattiniCome sei arrivato a diventare scrittore di fumetti? E’ stata vocazione o il caso? E quali sono state le tue influenze?
Moreno Burattini: Fin da piccolo ho anche scritto favole e racconti: prima su quaderni, con la mia calligrafia da bambino, poi con la macchina da scrivere, quando mio padre me ne regalò una. E da ragazzo passavo i pomeriggi e le sere scrivendo di tutto, anche commedie, invece di uscire a giocare a pallone con i miei compagni di scuola, come mia madre preoccupata mi invitava a fare. I miei, però, non leggevano quello che scrivevo, non capivano perché avessi questa grande passione per la scrittura e la lettura. Ma non mi hanno mai ostacolato. In realtà avevo deciso non di fare lo scrittore di fumetti, ma lo scrittore tout-court. Ero anche un gran divoratore di romanzi (cominciai con Verne e Salgari, poi scoprii quello che ancora oggi e il mio preferito, Isaac Asimov) e sognavo che un giorno ne avrei scritti anch’io. Fare lo sceneggiatore di fumetti non è un ripiego, però. Anzi: fin dagli inizi mi illudevo di scrivere racconti, mentre in realtà erano soggetti per fumetti. Ho capito qual era la mia strada quando mi sono reso conto di questa semplice ma fondamentale verità. Infatti non sono mai stato in grado di scrivere un romanzo ma ho pubblicato quindicimila tavole a fumetti. Segno che è questo il mio talento.

Moreno BurattiniQuando e come hai cominciato a pubblicare i tuoi primi lavori
?
Moreno Burattini: Ho cominciato scrivendo sulle fanzine, cioè le piccole riviste amatoriali realizzate dagli appassionati. Non sono state un mezzo per arrivare altrove, ma una componente fondamentale del mio apprendistato, il modo con cui ho imparato e mi sono esercitato. Non ho mai collaborato con una fanzine o ideato una rivista (e ne ho ideate due, “Collezionare” e “Dime Press”) sapendo che poi avrai abbandonato quel mondo, una volta che fossi arrivato là dove volevo arrivare. Al contrario, sono sempre stato mosso dalla passione e ancora oggi mi capita di collaborare gratuitamente a delle riviste o a dei progetti, come si conviene al vero appassionato che non  lavora per il lucro, ma per il piacere di darsi da fare, di realizzare qualcosa. Da quando ho avuto in regalo da mio padre la macchina da scrive di cui parlavo prima ho pubblicato articoli e scritti di tutti i tipi su ogni possibile fanzine o giornaletto di cui venivo a conoscere l’esistenza, da quelli scolastici a quelli parrocchiali. Poi mi sono spinto più in là e ho mandato racconti di fantascienza alle riviste del settore, che ne hanno dati alle stampe alcuni (addirittura, uno è stato anche tradotto in ungherese). Ho vinto anche un paio di premi come autore di favole per bambini.
Moreno BurattiniQuindi ho cominciato a scrivere commedie, che ancora oggi vengono rappresentate. Infine, ho iniziato a pubblicare articoli e saggi su almeno una decina di fanzine e riviste specializzate in critica fumettistica. Il primo fumetto che ho realizzato a livello abbastanza professionale, per quanto ancora amatoriale, e tralasciando i pur divertenti tentativi fatti da ragazzo, è stato “Battista il Collezionista”. Compariva su ogni numero della fanzine “Collezionare” (durata dal 1985 al 1991, per un totale di 20 uscite), ed è poi stato sfruttato (Silver d’accordo) come antagonista di Cattivik in tre  storie del Genio del Male. La prestigiosa rivista “If” della Epierre ha allegato un albo spillato di Battista al suo numero monografico dedicato al collezionismo di fumetti. Tra i disegnatori figura anche Francesco Bastianoni che e stato autore di Nathan Never, ma le primissime storie me le sono disegnate da solo. Di Battista e stata fatta anche una versione “apocrifa” (cioè non scritta da me, ma da altri su mia autorizzazione) uscita sotto forma di albo spillato distribuito in fumetteria.
Moreno BurattiniSi tratta di un character dalle grandi potenzialità sia umoristiche che avventurose, perché essendo un monomaniaco collezionista sempre a caccia di pezzi mancanti alle sue assurde collezioni (lui colleziona TUTTO) può essere di volta in volta spedito ovunque nello spazio e nel tempo alla ricerca di qualunque cosa. Lo abbiamo visto cercare papiri a fumetti, francobolli fossili, monete eschimesi, cicche di Yanez, cartoline di Ulisse. Attorno a Battista agiscono altri personaggi comprimari e/o ricorrenti: la fidanzata Michelina, che con sopportazione lo segue nelle sue imprese inutilmente cercandolo di convincerlo a non fare pazzie; l’amico Filiberto, coinvolto suo malgrado; il rivale Salvatore il Raccoglitore. La fidanzata Michelina vorrebbe che Battista dedicasse a lei tutte le attenzioni che l’amato rivolge alle sue collezioni, ma ci riesce solo a missione compiuta. Battista ha una villa con una Bat-Caverna sotterranea dove sono contenuti i suoi pezzi più pregiati; talvolta la sua casa-museo e aperta al pubblico e grazie a questo il nostro eroe raccoglie fondi per proseguire le sue incredibili ricerche ai pezzi da collezione più  incredibili.

Roberto Paravano e Moreno BurattiniCome è nato il tuo rapporto con Sergio Bonelli? Parlaci dei tuoi primi passi come sceneggiatore, le difficoltà che hai avuto…
Moreno Burattini: Il sogno di scrivere Zagor ce l’ho sempre avuto, anche se non sapevo come avrei potuto realizzarlo. Anzi, mi sentivo inadeguato. Finché lo sceneggiatore dell’eroe rimase Nolitta (alias Sergio Bonelli) mi chiedevo sbalordito come facesse a inventare avventure cosi belle e mi pareva che non sarei riuscito mai neppure ad avvicinarmi alla sua grandezza. Ma quando Nolitta smise di scrivere Zagor (con grande dolore mio e di tutti gli zagoriani), ero già abbastanza grande da sentire di poter competere con alcuni dei suoi successori. Naturalmente mi sbagliavo, avevo tanto da imparare e tanta strada da fare. Però il sogno c’era, e di conseguenza mi esercitavo, mi documentavo, cercavo avidamente di studiare tutto quello che poteva servirmi per diventare uno sceneggiatore di fumetti.
Moreno Burattini na redacçãoFin da giovanissimo, e intendo da quando avevo undici o dodici anni, inviavo spesso a Sergio Bonelli lettere piene di osservazioni e critiche sugli albi di sua pubblicazione. Bonelli doveva trovarle interessanti, perché non sono solo mi rispondeva, ma addirittura mi telefonava a casa per commentarle. Ricordo ancora una volta che ero appena tornato da scuola, suona il telefono e una voce mi dice: “Sono Sergio Bonelli”. Pensai a uno scherzo, invece era vero! Ricordo ancora che per telefono mi anticipò il ritorno di Supermike in una storia scritta da Castelli. Quando cominciai a realizzare, con i miei amici, la fanzine “Collezionare”, scrivendo articoli e andando a caccia di interviste, ho finito per conoscere un gran numero di addetti ai lavori del settore, tra cui, finalmente di persona, anche Sergio Bonelli. Sergio addirittura chiedeva di me alle mostre agli stand dove vedeva in vendita “Collezionare”.
Moreno Burattini na redacção conferindo originaisPoiché con lui ero piuttosto severo con le storie di Zagor degli Anni Ottanta, di cui mi lamentavo, fu Bonelli stesso a dirmi: “Beh, perché non provi a scriverne una tu?”. Lo presi in parola, e gli sottoposi un soggetto da esaminare. Naturalmente non fu accettato, e alla luce della mia esperienza di adesso non me ne meraviglio: era pieno dei classici errori dei dilettanti. Ci sono voluti due anni di tentativi prima che la casa editrice trovasse buona una mia proposta e mi desse il via libera per la prima sceneggiatura. Accadde nel 1989, da allora non mi sono più fermato. Ho avuto la fortuna di propormi in un momento in cui le vendite andavano molto bene, c’era appena stato il boom di Dylan Dog, si aprivano tante testate e si allargavano gli staff. Non c’era lavoro solo in ambito bonelliano, ma anche  nel resto del mercato italiano. Insomma, era un periodo in cui chi aveva un po’ di talento poteva avere un po’ di opportunità (poi è ovvio che c’era una selezione alla distanza). Oggi la situazione é molto diversa. Tuttavia, ancora oggi, dopo quasi vent’anni, continuo a sentirmi sotto esame ogni volta che Bonelli legge una mia storia.

Moreno Burattini e ZagorOggi che sei curatore di Zagor, di questo prestigioso incarico, puoi raccontarci in dettaglio quali sono i tuoi compiti?
Moreno Burattini: Cerco di scindere il più possibile il mio ruolo in casa editrice da quello di sceneggiatore, in modo da poter valutare anche il mio lavoro di autore con l’attenzione che dedico a quello degli altri. Alla fine, quel che mi e richiesto e consegnare sul tavolo dell’editore, tutti i mesi, una storia abbastanza buona da poter essere pubblicata, e che sia una storia mia o una altrui non fa differenza. Quel che conta è che Sergio Bonelli sia soddisfatto, e dopo di lui lo siano i lettori. Essendo Bonelli non solo l’editore ma anche il creatore del personaggio, è ovvio che sia affezionato alla sua creatura e dunque è giustamente esigente. Quando mi trovo a dover bocciare un’idea agli altri collaboratori, capita sempre dopo che me ne sono bocciato dieci da solo (perché ogni notte penso come risolvere nel miglior modo possibile le scene delle storie che sto scrivendo io stesso, scartando tutte le soluzioni non soddisfacenti e cercandone altre che siano migliori).
Moreno Burattini e a camisa de ZagorCosi, come sono severo con me stesso, lo sono anche con gli altri. Ma non sono mai brusco o sgarbato nel mio modo di spiegare le ragioni di ogni rifiuto, e credo che lo possano confermare tutti i miei collaboratori. Parlo serenamente con tutti, argomento i motivi, discuto, propongo soluzioni, ascolto oltre che parlare. Quando ho cominciato a scrivere Zagor, il curatore della serie era Renato Queirolo. Fu Queirolo a convocare nello staff anche Mauro Boselli, quando io già c’ero (e dunque, quanto a “zagorianità”, sono io il più anziano fra i due). Poco dopo, Boselli divenne il curatore della testata, e lo é rimasto fino alla fine del 2006. Sicuramente il lungo periodo in cui Zagor ha goduto della supervisione di Mauro Boselli ha consentito al personaggio l’esplorazione di territori nuovi, e certe storie che grazie a lui hanno potuto venire pubblicate, in passato sarebbero risultate improponibili. Mauro ha avuto il coraggio di sostenere progetti  innovativi, suoi e di altri, me compreso.
Moreno Burattini mostrando uma página original de ZagorSotto la sua guida, la testata e riuscita a tenersi al passo con i tempi anche dal punto di vista degli stilemi narrativi e delle tecniche di  sceneggiatura, e al già ricco microcosmo di caratteristi e comprimari si sono aggiunte numerose e interessanti figure, amiche e nemiche. Nel 2001, sono stato chiamato a lavorare anch’io in redazione, quale braccio destro di Boselli nella cura di Zagor, dato che Mauro doveva occuparsi anche di Dampyr e delle sue storie di Tex. Ho avuto così qualche anno di apprendistato Finchè, all’inizio del 2007, ho preso il suo posto come curatore di testata (ovviamente, mi è stato chiesto e non sono stato io a chiedere l’incarico), in modo che Boselli fosse libero di seguire di più e meglio i suoi altri progetti. Tuttavia, al di là del fatto che è comparso il mio nome nel “tamburino” degli albi (appunto con la dicitura “a cura di Moreno Burattini”), in pratica ho semplicemente continuato a fare quello che già facevo da tempo, dato che come collaboratore di Mauro già seguivo la maggior parte della lavorazione degli albi dello Spirito con la Scure. Il mio compito è quelli di revisionare tutti i passaggi della realizzazione delle storie, dal soggetto alla sceneggiatura, dal disegno al lettering, fino alla lettura delle bozze e alla stampa. Leggo, rileggo, correggo e ricorreggo testi e disegni, e cerco di presentare ogni mese prima sul tavolo del direttore, poi dell’editore e poi in mano al lettore, il miglior albo possibile, sulla base delle capacità mie e degli altri collaboratori.

Moreno Burattini e o argumento de Zagor na Bahia, BrasilIl fatto che sei diventato il curatore della testata, ha inciso sulla tua attività di sceneggiatore, rallentandone la produzione?
Moreno Burattini: Il mio lavoro in redazione, sicuramente impegnativo e faticoso, fortunatamente non ha inciso molto sulla mia attività di sceneggiatore. Un po’ perché con l’esperienza riesco a lavorare più efficacemente di un tempo e dunque a scrivere le stesse pagine di una volta con un minimo di velocità in più, un po’ perché comunque sono sempre stato uno sceneggiatore piuttosto lento e riflessivo e dunque non posso rallentare più di tanto o mi fermerei. Scrivevo tra le ottanta e le cento tavole al mese quando facevo solo quelle lavorando a casa, e ne scrivo tra le ottanta e le cento adesso, lavorando anche in redazione.

Moreno Burattini autografandoUna curiosità sempre su questo tema: l’ispirazione quando scrivi le tue storie, ti riesce facile scrivere, scrivi di getto, oppure le tue sceneggiature sono spesso un parto elaborato e tormentato?
Moreno Burattini: Purtroppo, per carattere, sono piuttosto razionale e dunque non riesco mai a scrivere del tutto di getto, in modo impulsivo. Devo riflettere bere, calcolare i pro e i contro di ogni scelta, calibrare i dialoghi, cercare soluzioni se possibile non troppo prevedibili sia per le ambientazioni che per gli sviluppi e le soluzioni. In più, so di avere a che fare con un personaggio che ha alle spalle quasi cinquanta anni di vita e dunque una tradizione da rispettare, per non parlare degli esigenti lettori da accontentare e di un editore che è anche il creatore e primo sceneggiatore del personaggio a cui dover, giustamente, rendere conto. Ce n’è abbastanza perché, prima di essere soddisfatto di una pagina, ci pensi sopra a lungo.

Moreno Burattini e o esboço de uma capa de Zagor para enviar a FerriAttualmente la maggior parte delle storie riporta un numero limitato di pagine. Sei d’accordo con questo limite? Non pensi che questo restringa la libertà creativa degli scrittori? Quale processo utilizzi per aggirare questo fatto?
Moreno Burattini: Per fortuna Zagor non ha limiti di pagine, come accade per Dylan Dog o Dampyr; possiamo fare storie di due, tre o anche quattro albi. Va detto che questo accade per tradizione: da sempre le storie di Zagor sono così (è cambiato soltanto il fatto che si cerca di far finire una storia in fondo a un albo, invece di fare albi divisi a metà fra la fin di un racconto e l’inizio di un altro). Lo Spirito con la Scure ormai ha sviluppato caratteristiche tali per cui le sue storie migliori sono quelle lunghe (dai due albi in su) e tutti gli sceneggiatori hanno difficoltà con le durate più brevi (gli stessi lettori dicono di essere sempre un po’ scettici e perplessi di fronti alle storie in un solo albo). Tuttavia, per altri personaggi, nati e cresciuti sulla distanza delle 94 tavole, autori e lettori sono perfettamente a loro agio con questa lunghezza e non credo che si tratti di un limite, né che si restringa la libertà creativa degli sceneggiatori. In altre parole, ogni personaggio ha le sue caratteristiche: per Dylan Dog è un problema allungare le proprie storie oltre le duecento tavole, per Zagor, al contrario, è un problema scendere sotto le cento. Ma per fortuna il problema non si pone troppo di frequente né per l’uno, né per l’altro personaggio (anche se succede con gli Almanacchi per l’Avventura nel caso di Zagor e nei Dylandogoni con storia unica nel caso di Dylan Dog).

Esboço de uma capa de Zagor para enviar a FerriQuali sono gli elementi narrativi a cui dai maggior importanza in una storia: ritmo, trama, personaggi, dialoghi, azione

Moreno Burattini: Ritmo, trama, personaggi, dialoghi e azione sono tutti elementi importantissimi, al punto che è quasi impossibile dire quale sia più importante degli altri. Direi però che, nel caso di Zagor, prima ancora di tutto ciò venga la coerenza del racconto con la tradizione, il rispetto della tradizione, di ciò che si può chiamare la “zagorianità”. Ciò detto, sono d’accordo con Giancarlo Berardi quando dice che una buona storia è quella con dei buoni personaggi, e dunque i buoni personaggi sono fondamentali; però aggiungo che, secondo me, i buoni personaggi sono quelli che fanno cose interessanti, per cui la trama è altrettanto fondamentale.

Edição de Zagor autografada“L’uomo con il fucile” è considerata da molti ancora oggi come la tua storia migliore: sei d’accordo? E secondo te, quali sono le tue storie migliori?
Moreno Burattini: Nessun autore è il miglior giudice di sé stesso. I lettori sono solitamente d’accordo nel ritenere “L’uomo con il fucile” una bella storia, e a me fa piacere perché credo anch’io che sia una avventura ben riuscita. Nel sondaggio fatto da un forum italiano, però, il mio racconto più apprezzato risulta essere “La palude dei forzati”. Mi pare, anche in questo caso, di poter essere d’accordo. Dopo queste due, penso che tutte le mie storie con Mortimer siano, tutto sommato, degne di lettura.

Edição de Zagor nº 500 autografadaScrivi per Zagor da circa 20 anni, e, considerando il tempo che hai dedicato al personaggio anche come lettore, possiamo dire che hai dedicato a questo eroe praticamente tutta la vita. Non sei saturato? Come fai a trovare ancora la motivazione e l’ispirazione per continuare?
Moreno Burattini: Zagor si presta a così tante contaminazioni con i generi più diversi e disparati, che non c’è il rischio che venga a noia. A differenza di altri eroi che sono o soltanto western, o soltanto horror, o soltanto gialli, lo Spirito con la Scure può vivere avventure a trecentosessanta gradi, fatta eccezione (ahimè) per quelle erotiche. In più, non lo sento come un personaggio “altrui”, ma come il personaggio che ho sempre voluto scrivere: quindi sono perfettamente realizzato nel lavorare alle sue storie. Forse è per questo che non ho mai proposte a Bonelli personaggi miei, serie mie. Il mio personaggio e la mia serie sono Zagor.

Moreno Burattini na redacção conferindo originaisProvi ancora piacere a leggere storie di Zagor, dopo tutti questi anni passati a leggerlo ed a scriverlo?
Moreno Burattini: Fortunatamente sì.

La coppia Boselli/Burattini è responsabile attualmente per la maggior parte delle storie di Zagor, così come per la sua “resurrezione” quando il personaggio era in crisi. A Boselli vengono attribuite di solito le storie soprannaturali e fantastiche ed a te quelle considerate “normali”. Come viene processata la selezione delle storie e qual è il rapporto fra di voi?
Moreno Burattini: In effetti oggi c’è attorno a Zagor un notevole entusiasmo, che probabilmente non si respirava vent’anni fa, e addirittura io e Boselli abbiamo vinto insieme un premio “Gran Guinigi” al  salone di Lucca come migliori sceneggiatori ex equo proprio per il contributo dato alla rinascita zagoriana.
Troféu Gran GuinigiPurtroppo, da un paio di anni a questa parte il prezioso contributo di Mauro Boselli a Zagor si è ridotto al lumicino: occupatissimo con Tex e Dampyr, ha diradato di molto le sue sceneggiature per lo Spirito con la Scure. Tuttavia, ce ne sono un paio in lavorazione. Non c’è nessun criterio particolare per dividerci tra noi le storie, fra fantastiche o realistiche. Io propongo le mie, lui propone le sue, sulla base dei nostri gusti, della nostra indole, dell’ispirazione. Il rapporto fra me e Mauro è di stima e amicizia. Dividiamo lo stesso ufficio e ci incontriamo ogni giorno, trovandoci benissimo nel lavorare insieme. Avendo le scrivanie ognuno davanti all’altro, ci diamo consigli a vicenda.

Conferindo originais de ZagorCome descrivi il tuo rapporto oggi con Sergio Bonelli? Ti concede libertà completa nella costruzione delle storie o ha molta supervisione su di te?
Moreno Burattini: Sergio Bonelli, con il tempo, ha imparato a fidarsi di me e mi concede molta libertà perchè sa che, tutto sommato, sono uno che cerca di seguire il suo esempio e la sua lezione, il più nolittiano fra i suoi epigoni e soprattutto un collaboratore sinceramente innamorato del suo personaggio. Per cui il suo controllo è a posteriori, cioè legge con estrema attenzione tutto ciò che scrivo, ma solo quando la storia è già stata disegnata, chiedendo comunque le correzioni che ritiene di dover chiedere, di cui discute con me prima che ogni albo vada in stampa. Attraverso periodiche riunioni, poi, facciamo il punto della situazione e della programmazione. Nonostante siano più di vent’anni che lo conosco, tuttavia, continuo a sentirmi uno scolaretto di fronte al maestro ogni volta che lo vedo esaminare qualcosa di mio, e credo che anche lui continui affettuosamente a identificarmi come il ragazzino che, tanti anni fa, gli mandava le lettere e scriveva sulle fanzine.

Moreno Burattini e diversos autores de ZagorCiascuno di noi ha le proprie preferenze relativamente alle persone con cui gradisce lavorare. Con quale disegnatore lavori meglio tu? Puoi descrivere come procede il rapporto fra di voi?
Moreno Burattini: Sarà perchè sono di buon carattere, ma sinceramente mi trovo bene con tutti i disegnatori con cui mi trovo a collaborare. Poi, è ovvio che alcuni siamo più fedeli alle sceneggiature mentre altri mi sorprendono per come riescono a interpretarle migliorandole. Poi, altrettanto ovviamente, ci sono casi in cui qualcuno “tradisce” il mio testo, o lo fraintende, ma basta una piccola discussione perchè, insieme, si trovi una soluzione. Sono molto amico, anche al di fuori del lavoro, con alcuni autori come Mauro Laurenti e Gallieno Ferri. Poi, credo di avere una ottima sintonia con Marco Verni, Gianni Sedioli e Pino Prisco. Alessandro Chiarolla si dichiara un mio “fan” e chiede che io scriva per lui ogni volta che è possibile, e io ne sono lusingato perchè Sandro è una persona fantastica e un vero artista, oltre che un veterano del fumetto italiano.
Dorival Lopes, José Carlos Francisco, Fernanda Martins, Gianni Petino, Alfredo Castelli, Moreno Burattini, Gianfranco Manfredi e Michele MasieroI fratelli Esposito mi hanno stupito per l’entusiasmo con cui si sono accostati a Zagor. Marco Torricelli è un disegnatore che chiede un assoluto coinvolgimento con la storia che sta disegnando e dunque è bello cercare di costruirgliene una su misura, perchè così può dare il massimo (e ne vale la pena perchè il suo massimo, è davvero stupefacente). Raffaele Della Monica è un professionista con cui chiunque sarebbe felice di poter lavorare, ed è anche, umanamente, una persona mite e squisita. Di Joevito Nuccio non parlo perchè deve ancora pubblicare la sua prima storia, ma abbiamo trascorso le vacanze insieme nella sua bellissima Sicilia e questo basterà a dar l’idea del bene che penso di lui. Michele Rubini è ormai più che una promessa, è una promessa mantenuta: non vedo l’ora di tornare a sceneggiare per lui, dopo che Boselli se l’è preso per sé. I fratelli Gaspare e Gaetano Cassaro sono due gemelli, e io ne vedo sempre solo uno, Gaetano: ma sarà davvero ogni volta lo stesso o si alterneranno nelle loro visite in redazione? Resta il fatto che si tratta di persone gradevoli che vedo sempre volentieri, di chiunque si tratti.

Moreno Burattini em DarkwoodAccade molto spesso oggi che le storie di Zagor non siano ambientate a Darkwood; non sarebbe il caso invece di ricominciare ad ambientarle lì?
Moreno Burattini: In realtà le storie ambientate a Darkwood e quelle fuori Darkwood si alternano per riuscire ad accontentare tutti. La foresta di Darkwood è una grande invenzione di Sergio Bonelli, una specie di grande palcoscenico con tanti scenari intercambiabili per tutti i generi di avventura e non c’è motivo per rinunciare alle infinite potenzialità che una location del genere offre a disegnatori e sceneggiatori. Se qualche volta ce ne allontaniamo (ma non capita poi troppo spesso) è solo per sfruttare anche le potenzialità di altri setting collocati nella realtà storica e geografica, per esplorare tutto l’esplorabile alla ricerca di storie interessanti da raccontare ai nostri lettori.

Página da história que levará Zagor ao BrasilScrivi varie storie al contempo? Come fai a mantenere la dinamica di ogni storia e “saltare” da una all’altra di continuo?
Moreno Burattini: Sì, scrivo una decina di storie per volta, alternandomi ora all’una ora all’altra, portandole avanti in parallelo, dieci, venti o trenta tavole per volta. Invece che essere un problema, questo è un vantaggio perchè, interrompendomi in un certo punto della narrazione per passare a un altro racconto, ho il tempo per pensare a come proseguire quando riprenderò in mano quello che ho interrotto.

Puoi anticiparci grosso modo le linee guida delle prossime storie Zagoriane, per ciò che riguarda trasferte, nemici, ambientazioni, ecc.?
Moreno Burattini: C’è una lunga trasferta in arrivo, che porterà Zagor in Sudamerica: però prenderà il via soltanto dopo i festeggiamenti per i cinquanta anni del personaggio, previsti per il 2011! Dunque c’è tempo per riparlarne. Circa i nemici, nel corso del 2009 rivedremo Mortimer e Ylenia.

Moreno Burattini e as calças de marca... TEXOggi che sei uno sceneggiatore affermato Bonelliano, ti piacerebbe scrivere per Tex, ti è mai stato proposto?
Moreno Burattini: Mi piacerebbe scrivere Tex come a un giocatore di una squadra di club piacerebbe essere convocato in nazionale. Non mi è stato mai proposto.

Cosa significherebbe per te scrivere storie di una leggenda dei fumetti come Tex, che quest’anno compie ben 60 anni di vita editoriale
?
Moreno Burattini: Sarebbe qualcosa di molto emozionante. Per proseguire con il paragone calcistico, sarebbe come giocare con la nazionale ai mondiali.

Chi o cosa è Tex secondo te? Cosa ti piace di più nel Ranger e cosa di meno?
Moreno Burattini: Tex è un uomo che non ha mai bisogno di mentire o di fingere accondiscendenza, sa sempre prendere la decisione giusta di fronte alle difficoltà della vita, non china il capo davanti ai prepotenti e gli arroganti, non volta la faccia vedendo le ingiustizie, ha una sua morale senza essere moralista, e guarda dritto negli occhi chiunque incontri, riuscendo a capire chi davvero c’è dietro ogni sguardo. Di Tex mi piace la capacità di essere sé stesso in tutte le circostanze. Non mi piace il fatto che fumi.

José Carlos Francisco, Tex e Moreno BurattiniSecondo te cos’è che rende Tex l’icona che è?
Moreno Burattini: Tex è l’uomo che tutti noi vorremmo essere.

Qual è la storia di Tex che preferisci? E il disegnatore del Ranger che apprezzi di più? E il sceneggiatore?
Moreno Burattini: Difficile scegliere. Dovendo, sceglierei “Il figlio di Mefisto”. Seguita da “El Muerto”. Circa il disegnatore, escludendo Galep perchè è troppo facile come risposta, direi alla pari Civitelli e Ticci. Come sceneggiatore, forse perchè sono uno zagoriano e quindi un nolittiano di ferro, confesso di avere un debole per le storie di Tex scritte da Sergio Bonelli firmandosi Guido Nolitta.

Moreno Burattini e José Carlos FranciscoSiamo sicuri che prima o poi leggeremo storie di Tex scritte anche da te: hai già pensato come potrebbe essere?
Moreno Burattini: Non condivido tanta sicurezza, dato che di recente sono stati chiamati a scrivere Tex valenti sceneggiatori assai più quotati di me. Però, dato che ogni tanto mi capita di fantasticare, qualche idea sulle storie che potrei scrivere, sì, me la sono fatta.

Nel 2007 abbiamo avuto in Portogallo un’anticipazione mondiale di quindici nuovi disegnatori di Tex. Come vedi questa entrata di tanti nuovi elementi nello staff di Tex? Questo potrebbe essere un nuovo corso nella vita della serie?
Moreno Burattini: Tra serie regolare, Maxi, Texoni e Almanacchi, Tex richiede una grande produzione di tavole. Logicamente, serve uno staff piuttosto nutrito, anche perchè i giovani disegnatori sono meno prolifici di quelli di un tempo, e quelli di un tempo non sono più veloci come una volta. Sergio Bonelli ha selezionato autori molto in gamba, scegliendoli però fra quelli che possono portare il loro personale contributo senza perdere di vista il rispetto della tradizione. Il possibile “nuovo corso” sta tutto qui: nuova linfa in un tronco ormai consolidato.

Moreno Burattini, Gianni Petino, José Carlos Francisco, Claudio Villa e Dorival Vitor LopesC’è stato un rinforzo anche a livello di sceneggiatori ultimamente. Pensi che fosse qualcosa d’inevitabile? E con tanti sceneggiatori non pensi si possa correre il rischio di vedere Tex snaturato?
Moreno Burattini: I nuovi sceneggiatori sono indispensabili come i nuovi disegnatori. E dato il calibro dei professionisti (che non sono poi così tanti, ma si contano sulle dita di una sola mano) non c’è dubbio che sapranno rispettare la tradizione ormai sessantennale del personaggio.

Sergio, José Carlos e Moreno BurattiniRitieni che Tex sia cambiato negli ultimi anni? Sotto quali aspetti
?
Moreno Burattini: Temo che ci sia stata, talvolta, troppa accondiscendenza verso il politicamente corretto. Le storie di Giovanni Luigi Bonelli, insomma, erano più audaci e non temevano di scandalizzare. Tuttavia, capisco che i tempi sono cambiati.

Per concludere il tema, come vedi il futuro del Ranger?
Moreno Burattini: Un personaggio che ha superato la soglia dei sessanta anni in forma come Tex, può puntare senza problemi al traguardo dei cento. Resta l’unico dubbio se il medium fumetto stampato su carta sarà altrettanto longevo.

Moreno Burattini, Mário João Marques e Gianni Petino vendo originais de ZagorOltre a Zagor, a cui hai dedicato quasi tutta la tua vita professionale, quali altri personaggi, oltre a Tex, ti piacerebbe scrivere e perchè?
Moreno Burattini: Mi piacerebbe molto scrivere un “romanzo a fumetti” o una miniserie di una dozzina di albi, sull’esempio di Volto Nascosto, ambientata in Italia nel Cinquecento o nel Risorgimento. Credo che esplorare le potenzialità dell’avventura legata agli affascinanti scenari del Rinascimento o dell’Ottocento sarebbe estremamente stimolante. Ed eventi storici come l’assedio di Firenze del 1530 o le vicende della repubblica napoletana si presterebbero essere narrati in modo molto avventuroso. Se poi mi chiedi quali altri personaggi a fumetti della Bonelli mi piacerebbe scrivere, direi Martin Mystère, Dampyr e Dylan Dog.

Moreno Burattini a autografarIl mercato del fumetto sta attraversando un periodo molto difficile nell’ultimo decennio, possiamo dire che abbia perso dei lettori: come vedi tu il futuro del fumetto in linea generale e delle pubblicazioni Bonelli in particolare?
Moreno Burattini: A volte mi viene da pensare che fra venti o trent’anni saremo in pochissimi a leggere ancora dei fumetti e dei libri stampati su carta. E questo un po’ mi dispiace, anche se mi consolo pensando che in fondo io avrò sempre più libri e fumetti da leggere di quanti avrò materialmente il tempo di farlo, dunque i miei figli e miei nipoti si arrangino pure e con i media del futuro e si divertano come pare a loro. Però, poi, immagino che il fumetto sopravviverà come il teatro è sopravvissuto al cinema e il cinema alla televisione, o come la bicicletta all’automobile. Staremo a vedere, e sarà interessante scoprirlo come aspettare il seguito di un’avventura di Tex nell’albo successivo.

Moreno Burattini falando da história brasileira de ZagorQuali personaggi secondo te continueranno ad essere presenti nelle edicole nel prossimo decennio e quale personaggio ritieni di “vederti” a scrivere allora?
Moreno Burattini: Tex e Zagor ci saranno sicuramente, e Zagor lo scriverò ancora io (Bonelli permettendo).

Ti sei mai immaginato a scrivere per un’altra Casa Editrice che non la SBE?
Moreno Burattini: In realtà ho lavorato anche per l’Acme e Macchia Nera, scrivendo Cattivik e Lupo Alberto. Ma sto benissimo in Bonelli, sono un aziendalista convinto.

Che fumetto stai leggendo in questo periodo e quali sono i sceneggiatori che apprezzi maggiormente?
Moreno Burattini: A parte i fumetti Bonelli, seguo Rat-Man e sono un ammiratore di Leo Ortolani. Poi, ho appena finito di leggere il terzo volume della serie “No Pasaran” di Vittorio Giardino, che è un grandissimo autore sia come disegnatore che come sceneggiatore. A livello internazionale, penso un gran bene di Jean Van Hamme.

Dorival Vitor Lopes, Gianni Petino, Moreno Burattini e José Carlos FranciscoIl Burattini che conosciamo è legato intimamente a Zagor, quasi in simbiosi perfetta. Vorremmo conoscere però anche “l’altro” Burattini, quello delle altre attività professionali, passatempi, gusti personali nei vari campi della letteratura, cinema, musica, sport, cucina, eccetera?
Moreno Burattini: Per parlare dell’”altro” Burattini servirebbe uno spazio altrettanto lungo di quello che mi avete concesso finora! Diciamo che sono una persona curiosa e onnivora, per cui leggo di tutto e anche più cose contemporaneamente. In questo momento, per esempio, sto leggendo l’ultimo libro di Stephen King, “Al crepuscolo” (una antologia di racconti), l’autobiografia di Massimo d’Azeglio “I miei ricordi” e il romanzo di Gary Jennings “Nomadi”, che mi serve per una storia che sto scrivendo. Al cinema ho appena visto il musical “Mamma mia!”, spero di vedere presto il nuovo film di 007, e sto vedendo a casa la raccolta in DVD della serie “Deadwood”, che mi piace molto. In campo musicale sono un appassionato di musica italiana ma mi ritengo aperto a tutti i suggerimenti e le suggestioni, tant’è vero che il mio ultimo acquisto è un CD con i successi degli “America”.
Moreno Burattini por Bira DantasNon seguo molto il calcio ma sono, per tradizione famigliare, tifoso della Fiorentina, la squadra di Firenze dove hanno giocato anche illustri portoghesi. Vado in palestra per tenermi in forma quanto basta, e faccio trekking in montagna. Apprezzo la buona cucina e se posso sperimento nuovi ristoranti, anche internazionali. Amo il dolce più del salato, la pasta più della carne, il vino più della birra. Mi piace l’arte (vado in giro per musei), viaggiare (anche se poi non riesco a farlo quanto vorrei), nuotare in piscina (anche se vivo in una città di mare), fare le terme (vasche calde e massaggi rilassanti), coccolare la mia compagna.

Caro Moreno Burattini, a nome del blog portoghese di Tex ti ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci hai così gentilmente concesso.

(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

11 Comentários

  1. BELLISSIMA INTERVISTA.
    Sinceramemte invidio molto il tuo ruolo all interno della SBE.
    Deve essere bellissimo regalare sogni a noi lettori come fai te…

  2. Spettacolare intervista a tutto campo!!!
    P.S. Bellissima la foto di Moreno con la maglia Zagoriana di ZTN!!!

    Ramath

  3. Aahah troppo bella la caricatura: Zagor sorprende Moreno Burattini a leggere Tex…
    Speriamo non ci rubino Moreno su Tex altrimenti noi zagoriani restiamo senza timoniere!!!

  4. GRANDISSIMO BURATTINI!!!
    GIA’ PASSATI 20 ANNI??!
    A ME SEMBRA IERI CHE CI SIAMO INCONTRATI SU ZAGOR…

    TONINO

  5. Bella intervista.
    Su Tex non c’è nè più nè meno di quello che si sapeva già: Burattini lo vorrebbe scrivere e ha qualche soggetto in testa, ma per ora niente.

    Di Zagor non ne parlo, visto che ne ho letto a malapena 3-4 storie (tutte di Toninelli fra l’altro).

  6. Bell’ intervista! ^^
    Ma perchè non c’ è più un appassioanto di fumetti con l’ idea di scrivere come Burattini, un impiegato con la verve come Toninelli, un ragazzo di bottega come Boselli che di botto si mette a scrivere e va a tuttta!?! O ci sono ed è meno facile trovarli. Boh!

    Intendo per Zagor!

  7. Ah, però l’ anticipazione del Sergione su Supermike in un periodo in cui le anticipazioni erano quasi zero! *___*

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