Intervista esclusiva: MARCO TORRICELLI

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Giampiero Belardinelli e Sandro Palmas per la formulazione delle domande, di Júlio Schneider (traduttore di Tex e Zagor per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni e di Bira Dantas per la caricatura.

Marco TorricelliCiao Marco, e benvenuto sul blog portoghese di Tex! Vuoi presentarti brevemente ai nostri lettori?
Marco Torricelli: Sono nato a Genova il 30 Novembre 1957. Ho frequentato l’Istituto Tecnico per Ragionieri, ma la passione per il disegno mi ha portato verso la professione del cartoonist. Provengo da una famiglia di artigiani, insegnanti, scrittori e giornalisti. Oltre ai fumetti mi piacciono la Letteratura, il Cinema, nuotare e camminare per i boschi.

ALDEBARANCome e quando sei entrato nel mondo dei fumetti?
Marco Torricelli: Entrai diciottenne nel mondo dei comics, realizzando fumetti per La Bancarella, inserto del quotidiano Il Lavoro e per Eureka con il personaggio comico a strisce Gudrun. Nell’82 con lo staff di IF di Gianni Bono lavorai ad alcuni serial come Candy Candy, Topolino, Piccolo Ranger, Magic Girl e Zagor. Sono molte nel frattempo le copertine che realizzai per la rivista scolastica Andersen. Nell’88 lasciai lo Staff di IF per collaborare con le riviste Corto Maltese, su testi del fratello Alessandro, e con L’Eternauta come autore di brevi storie fantasy. Dopo una parentesi con Gordon Link della Dardo e con la rivista Moby Dick, tornai alla SBE collaborando a Zagor, Dampyr e Tex. Fra il 2004 e ll 2008 ha frequentato un corso di studi all’Accademia Ligustica di Belle Arti e, dal 2007, continuando a disegnare le avventure dello Spirito con la Scure, con fumetti e illustrazioni disegno per il Messaggero di Gesù Bambino di Praga dei frati carmelitani scalzi di Arenzano, bellissima cittadina sul mare della Liguria.

SILVER SURFERQuali sono i disegnatori italiani e stranieri a cui ti sei ispirato nel corso della tua carriera? Ce n’è qualcuno più di altri che consideri idealmente il tuo maestro?
Marco Torricelli: Ho sempre ammirato alcuni disegnatori americani classici e altri dell’era Marvel. Nel lavoro bonelliano mi sono ispirato certamente ai capiscuola della Casa, che ho anche conosciuto personalmente. Incancellabile è il ricordo di Aurelio Galleppini, grande uomo e grande artista che, generoso di consigli, mi ha ospitato alcune volte nel suo studio. Penso che sia lui che Gallieno Ferri si possano considerare la mia iniziale matrice visuale.

Marco Torricelli desenhando na naturezaPrima di affrontare il discorso su Tex ci sembra opportuno far conoscere agli utenti i tuoi trascorsi zagoriani. Hai iniziato a collaborare con la Bonelli intorno alla metà degli anni Ottanta, lavorando soprattutto con lo sceneggiatore Marcello Toninelli: cosa ricordi di quel periodo?
Marco Torricelli: Lavoravo per la SBE attraverso lo Staff di IF (Immagini e Fumetti) e la sceneggiatura da Milano arrivava all’agenzia. Marcello Toninelli aveva secondo me delle ottime idee per Zagor e le sue descrizioni erano precise, senza tuttavia legarmi nell’interpretazione. Era comunque un periodo di intenso apprendistato e il ricordo più bello è che andavo dalla mia cittadina in centro Genova in motorino con la cartella dei disegni a tracolla, e con qualsiasi tempo; ero giovane, pieno di progetti e voglia di disegnare.

ConanDopo quell’esperienza hai abbandonato Zagor per altre realtà editoriali. Quali sono state le motivazioni?
Marco Torricelli: Non sono mai stato un cultore del fumetto seriale: se ho seguito per molto tempo Thor, Dracula, Licantropus, Conan e Silver Surfer è solo perché mi piacevano alcuni loro disegnatori e le storie; in realtà amo il fumetto d’autore, Will Eisner, Corben, Battaglia e pochi altri, ed era mio desiderio poter pubblicare qualcosa di interamente mio. Sono riuscito a farlo con le riviste, ma durarono poco, così non potei continuare i miei progetti. Peccato, perché con “L’Eternauta” stava andando bene e potevo scrivere, disegnare e colorare le mie storie autoconclusive, che ho sempre prediletto, come quelle di Creepy della Warren. Ma vorrei precisare che il fumetto bonelliano è bello e vario e nell’Editoria è cosa molto buona. Autore sono stato quando esistevano le riviste, poi ho dovuto operare una scelta. Se in futuro avrò occasione, forse penserò a produrre una storia mia.

Zagor tira

Zagor coresAlcuni anni dopo sei tornato a Zagor e, in un periodo di rinnovamento degno di nota, ti è stato affidato il racconto “La strega della Sierra”. Cosa ricordi di quell’avventura?
Marco Torricelli: Uscivo da un periodo grigio dovuto alla chiusura di una casa editrice per la quale lavoravo. Sapevo che Zagor era in rinnovamento e la cosa mi stupiva favorevolmente. Penso che gran merito di tale rinascita vada agli sceneggiatori. Avevo iniziato “La strega della sierra” in campagna, nella piccola casa di mio fratello. L’inverno stava finendo ma faceva ancora molto freddo. Lavoravo vicino a una stufa a legna – il riscaldamento migliore che ci sia- e, nel silenzio, l’atmosfera era assai piacevole, più adatta a una storia come quella che disegno ora.

Zagor coresIn questi anni hai mostrato di saper mutare stile grafico con efficace disinvoltura. Quali dei recenti episodi di Zagor hanno soddisfatto la tua ecletticità?
Marco Torricelli: Quello che sto disegnando su testi di Burattini. Ora desidero consolidare lo stile che sto usando, sciolto e chiaro.

Raccontaci come nata la tua collaborazione con il Dampyr di Boselli e Colombo e se hai in cantiere episodi di Harlan Draka?
DampyrMarco Torricelli: Appunto per l’ecletticità Mauro Boselli mi telefonò, proponendomi di collaborare al nuovo personaggio. Si stupì molto sentendomi perplesso: “Non mi piace Dampyr!” dissi. “Cosa?! Come no! Ho pensato a te, perché disegni anche con più stili! Sei matto!” rispose. Quando io dico di “no” lui amichevolmente mi dice che sono “matto”. Le cose però poi funzionano lo stesso, così sono nate due storie di un personaggio che non mi piaceva, roba da matti! Al momento non esiste un progetto di lavoro su Dampyr perché una mia recente proposta grafica è stata respinta.

Copertina per FUMO DI CHINACome mai il tuo passaggio a Dampyr è stato così breve, solamente due storie?
Marco Torricelli: Durante la lavorazione, Dampyr non mi ha molto stimolato, forse perché ho avuto differenti punti di vista con lo sceneggiatore. Avevo presentato tavole di studio realizzate con uno stile a me congeniale, ma mi disse che non era bonelliano. Ho iniziato allora a disegnarlo con uno stile tutto pennello, ma a Boselli sarebbe piaciuto maggiormente uno stile a penna. Così alla quarantesima tavola decisi di rifare tutto e cercare di accontentarlo.

Zagor e Dampyr: com’è stata questa esperienza e quali sono state le principali difficoltà nel disegnare due personaggi così differenti fra loro?
Studio per GLI EROI DEL RAMO ROSSOMarco Torricelli: Dal punto di vista grafico sono personaggi e storie assai differenti. Se per Zagor ho usato la tecnica a pennello, per Dampyr ho sperimentato quella a pennarello, con l’aggiunta di qualche retino per creare un’atmosfera torbida e decadente, come ne “ Il conte Magnus”.

Nel recentissimo speciale di Zagor scritto da Luigi Mignacco hai conferito al volto dell’eroe un volto da giovincello. È stata una scelta consapevole oppure ciò è dovuto allo stile grafico adottato per l’occasione?
Zagor LápisMarco Torricelli: Dopo gli studi accademici, il mio modo di disegnare si era arricchito di nuove cognizioni grafiche e concettuali, così ogni cosa che disegnavo, volti compresi, nasceva da quella esperienza in cui si disegna dal vero con modelli professionisti. In realtà avrei dovuto disegnare altro genere di cose, perché a quel punto un serial standardizzato come Zagor era lontano dai nuovi punti di riferimento acquisiti, ma era pur sempre un eroe a me caro.

Quali ambizioni avevi o hai all’interno della SBE, soprattutto in relazione a Zagor?
Marco Torricelli: Dato che, insieme a quello grottesco, mi è sempre piaciuto il fumetto comico, speravo di poter realizzare qualche episodio della serie comica “Grandi Comici”, ormai da tempo purtroppo chiusa. In attesa di un’eventuale riapertura vado avanti bene con Zagor.

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Per chiudere il discorso sull’eroe di Nolitta e Ferri ci puoi dire qualcosa della storia di Zagor alla quale stai lavorando
?
Marco Torricelli: La conosco sommariamente, perché mi arrivano poche tavole alla volta. Inizia in un mondo fantastico e parallelo e procede poi nella foresta di Darkwood. I personaggi di uno scrittore di racconti heroic fantasy entrano nella realtà e, uno di loro, potente stregone, sarà il nemico contro cui Zagor avrà un epico scontro. È una storia dai componenti fantastici e ben strutturata sceneggiata da Burattini, sarà pubblicata in uno Speciale.

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PRESENTAZIONE TEXPassiamo adesso al Ranger che dà nome a questo blog: come sei arrivato a Tex
?
Marco Torricelli: Fu Sergio Bonelli a promuovermi, durante una mia visita alla redazione milanese.

Com’è stato il primo impatto?
Marco Torricelli: Preferivo Zagor, ma mi preparai al lavoro, nel quale Boselli mi aiutò molto.

Quale è la tua visione del personaggio Tex?
COPERTINA per la rivista FumettoMarco Torricelli: Sono un purista e in tutta sincerità ritengo che i personaggi appartengano ai loro creatori. Quindi, come per Zagor, Nolitta e Ferri, per Tex prediligo quello di Gianluigi Bonelli e Galep.

Perchè hai deciso di prendere come riferimento per il tuo lavoro l’esempio di un professionista come Galep?
Marco Torricelli: Perché per me Tex è Tex solo nei suoi disegni, morbidi, nervosi, espressivi e ricchi di senso della storia. Non per questo le altre versioni del personaggio mi piacciono meno.

Nelle tavole che hai realizzato per Tex ci sono altre influenze artistiche? Per esempio cinematografiche?
Marco Torricelli: Più che ai film, nella storia che a dicembre 2009 uscirà in Italia, mi sono ispirato alle foto d’epoca. Ho tenuto presente anche film come “Il fiume rosso”, un classico di John Wayne, con Montgomery Clift e Walter Brennan. Quest’ultimo mi ha prestato la sua fisionomia per il cuoco dei cow-boys che appare nel fumetto.

Tex pág. 55Tex pág. 59

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Tex pág. 69Puoi anticiparci qualcosa sulla tua storia di Tex, chi è lo sceneggiatore, l’ambientazione ecc.
?
Marco Torricelli: La storia è di Mauro Boselli ed è ambientata nella prateria e in un paese piovoso, nel quale si svolge una specie di giallo. Infatti un personaggio misterioso appare e scompare, nella notte, fra scazzottate nel Saloon, arresti di cow-boys e di scagnozzi, e l’arrivo di indiani Modoc. E’ molto movimentata.

Qual è la tua storia preferita di Tex?
Marco Torricelli: Il figlio di Mefisto.

Cosa ti piace maggiormente in Tex? E cosa ti piace di meno?
Tex pág. 70Marco Torricelli: Preferisco le storie di ambiente naturale, specialmente nelle foreste del Nord America. Tutto bene per il resto.

Una tua opinione sui personaggi femminili nel fumetto di Tex. Cosa ne pensi?
Marco Torricelli: Sono interessanti ma a volte secondo me rallentano l’azione; comunque mi piaceva Loa.

Nel 2007 abbiamo avuto in Portogallo un’anticipazione mondiale di quindici nuovi disegnatori di Tex, com’è per esempio il tuo caso. Come vedi questa entrata di tanti nuovi elementi nello staff di Tex? Questo potrebbe essere un nuovo corso nella vita della serie?
Marco Torricelli: Penso sia già, un nuovo corso. Gli argentini e gli spagnoli stanno dando una felice versione del ranger, e ottimo è Giovanni Bruzzo, ricco dell’esperienza di anni su Mister No e storie per riviste a fumetti, che ha un segno interessante e adatto all’avventura. La sua versione di Tex è per me molto convincente.

Tex pág. 109C’è stato un rinforzo anche a livello di sceneggiatori ultimamente. Pensi che fosse qualcosa d’inevitabile? E con tanti sceneggiatori non pensi si possa correre il rischio di vedere Tex snaturato?
Marco Torricelli: Non penso possa avvenire uno snaturamento; alla Casa delle idee sono attentissimi. Gli standard sono stabiliti. Tex nel modo di agire e di pensare può essere solo Tex, anche se la matita che lo ritrae cambia. Il fatto che ci siano nuovi sceneggiatori mi pare cosa buona e si realizzeranno avventure fresche.

Come vedi il futuro del Ranger?
Marco Torricelli: Continuerà a essere uno dei personaggi più duraturi, forse anche perché è inserito in un genere particolare di western, che non risente dell’interesse o meno per il western.

TEX Carson Tiger e Kit

Marco Torricelli no computadorQuanto tempo impieghi per disegnare una tavola? Hai degli orari? Come si articola una tua giornata tipo fra lavoro, letture, tenerti informato, ozio, vita familiare?
Marco Torricelli: Mi alzo alle sei, caffè e inizio a schizzare alcune tavole con la mano sinistra o destra, come mi sento in quel momento (alcune tavole di Tex, le prime dieci e quelle nel Saloon, sono schizzate con la sinistra). Vado avanti fino alle dodici, pranzo e riattacco alle quindici fino alle diciotto. Esco e vado a camminare un’ora in un posto verde e bellissimo. Leggo la sera dopo cena e guardo poco la TV.

Marco Torricelli na naturezaCuri molto la documentazione?  Lo sceneggiatore ti aiuta?
Marco Torricelli: Sono documentato e mi piace visitare le librerie alla ricerca di qualcosa di stimolante, talvolta lo sceneggiatore mi invia quanto pensa mi occorra o desidera disegni in particolare.

Puoi esporci la tua tecnica di lavoro?
Marco Torricelli: Dopo aver squadrato il foglio, schizzo tutte le vignette con rapidi segni indefiniti, per non perdere l’idea, cercando di individuare anche lo spazio occorrente ai balloon. Poi, sui segni, accenno le fisionomie principali e gli sfondi. Lascio la tavola da definire a matita al giorno dopo, che ripasso a china. Prima di iniziare a lavorare su un originale, fino a poco tempo fa, disegnavo anche un layout.
NJORDDepois reforço os traços para definir um pouco mais as fisionomias principais e os fundos de cena. Deixo para definir a página a lápis no dia seguinte, quando faço a arte-final, a passagem de tinta. Até há pouco tempo, antes de começar a trabalhar num original, eu também desenhava um layout.

Ti senti un artigiano del fumetto oppure un artista? Disegnare è per te uno stimolo, un divertimento oppure un lavoro?
Marco Torricelli: Chiunque fa bene il proprio lavoro è un artista e lo stimolo me lo da la storia stessa, perché mi diverte immaginare ogni scena.

Nel presente e soprattutto nel futuro ci sarà sempre più Internet. Come vedi il rapporto tra questo mezzo di comunicazione di massa e il fumetto?
Marco Torricelli: Internet è un legame fra editori, autori e pubblico molto interessante e veloce. Ho contatti con alcuni lettori che mi scrivono e-mail e con autori – recentemente, ad esempio, ho avuto un breve e simpatico scambio con Richard Corben. Si possono visitare i siti delle case editrici, vedere subito le novità in edicola o in libreria, informarsi sulle manifestazioni e leggere le anticipazioni. In alcuni casi mi è capitato di vedere molte tavole di una storia, anche se non è come avere l’albo tra le mani, sentendo il fruscio della carta e talvolta il profumo della stampa.

Che progetti ci sono nel tuo futuro? Puoi già anticiparci qualcosa?
Marco Torricelli: Terminare “Le parabole di Gesù a fumetti” con il numero del Messaggero di G. B. di dicembre e continuare a disegnare Zagor.

Palavra do Senhor

DICKENSQuali fumetti leggi attualmente ovvero con quali ti identifichi maggiormente?
Marco Torricelli: Leggo pochissimi fumetti. L’ultimo è stato una graphic novel di Eisner, “Il complotto”. Se usciranno gli altri suoi lavori, continuerò a leggere quelli.

Oltre ai fumetti, quale tipo di libri leggi? E quali le tue preferenze nel campo del cinema e della musica?
Marco Torricelli: Ho letto volentieri gli scrittori russi. Quello narrato nei loro romanzi era un mondo a me sconosciuto e lontano, dove i personaggi erano nuovi, interessanti e diversi. Le peculiarità dell’animo umano erano approfondite e ben inserite nella realtà. Modi di vivere e di pensare così ben delineati da superare l’immagine, oggi potente e predominante. Ritengo la parola superiore all’immagine. Ha una potenza di comunicazione non paragonabile ad altro e fa in modo che s’instauri un rapporto diretto fra lo scrittore e il lettore.
LA COSAHo letto poi libri biografici, di genere fantastico americano e inglese, religioso, mitologico, filosofico e avventuroso. Il cinema mi piace molto, è una grande arte. Bergman, Kurosawa, Hitchcock, Spielberg, Monicelli, De Sica, sono registi fondamentali. Della musica ascolto la classica, della moderna Paolo Conte è il mio preferito, Rondò Veneziano, ma anche il jazz (che ben si addice ai fumetti) e un poco di New Age che, se per certi versi contiene messaggi negativi, per altri è divertente.

Marco Torricelli por BiraBene, noi avremmo finito. C’è ancora qualcosa che vorresti dire? Qualcosa che non ti è stato chiesto e che avresti assolutamente voluto far sapere ai nostri lettori?
Marco Torricelli: Spero di poter realizzare un personaggio che da tanti anni ho nel cassetto.

Caro Marco Torricelli, a nome del blog portoghese di Tex ti ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci hai così gentilmente concesso.
Marco Torricelli: E’ stato un bellissimo incontro. A voi tutti un fantastico, grande e avventuroso saluto!

(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

20 Comentários

  1. Che belle tavole. E che emozione. C’è un po’ del tratto dell’ indimenticabile Galep in Torricelli.
    Complimenti.

  2. Per quel che si può giudicare dalle tavole, sembra un disegnatore dal tratto molto classico, chiaro ed equilibrato.
    Non conoscevo Torricelli perché non leggo Zagor e compro solo occasionalmente Dampyr, ma mi piace anche che si sia ispirato a Galep, e non a Ticci o Villa come fanno tutti.

  3. Queste tavole di Torricelli sono veramente stupende.
    Mi riportano indietro a ripensare al Grande Galep, anche se lo stile diverso, direi originale come tratto.
    E poi è sempre bello vedere i “free for all” nei saloons.

  4. Sono contento di vedere Torricelli su Tex,anche se credo che il su cavallo di battaglia sia Zagor… del resto è lui stesso a riconoscerlo,e non gli do torto…
    Fra Piccinelli e Torricelli, abbiamo due disegnatori BELLI che da Zagor… ce provano con Tex…

  5. Torricelli è bravissimo!
    Dell’intervista, la cosa che mi ha colpito di più è la disponibilità del professionista affermato (nonchè uomo ormai adulto) a rimettersi in gioco e in discussione e frequentare un corso accademico nel 2004.
    L’umiltà, e la consapevolezza di dover imparare sempre e non essere mai “arrivati” sono doti dell’uomo intelligente!

  6. Belle tavole, mi è sempre piaciuto lo stile di Torricelli. Ricorda molta, come hanno fatto notare gli altri pards, quello di Galep uno stile classico profondamente western e equilibrato che non guasta mai.

  7. Mi pare molto interessante e gradevole la rivisitazione del modello di Galep compiuta da Torricelli, che lo segue assai fedelmente per quanto riguarda il volto di Tex in primo piano (nei campi lunghi, invece, si nota una certa differenza), mentre mostra uno stile più secco (ma molto pulito) per gli altri personaggi (per Carson, inoltre, si fa sentire vagamente anche il modello ticciano). Ad ogni modo, se si deve giudicare dalle tavole inedite, i risultati mi paiono piuttosto buoni (anche per quanto riguarda la resa degli ambienti)

  8. Lo stile e il tratto e’ praticamente quello del Galep dei tempi migliori,e la
    cosa non mi dispiace affato,anzi.
    Oltre al volto di Tex,anche per i personaggi di contorno si puo’ vedere l’omaggio di Torricelli al creatore grafico di Tex.
    Le tavole in anteprima sono promettenti,spero a questo punto anche la storia.

    Impressionante comunque la somiglianza del volto di Tex con l’artista di Chiavari nel disegno per la Copertine per la rivista “Fumetto”, edita dall’A.N.A.F.I.

  9. Veramente impressionante la somiglianza con Galep,forse a qualcuno la cosa farà storcere il naso a me no.

    P.S.E già che ci siamo perchè non usiamo Torricelli per “restaurare” alcune storie dell’ultimo Galep abbastanza inguardabili come il numero 400,chi ne gioverebbe è solo Tex!!!

  10. Grande Torricelli e Grande Galep!!
    Tutti rifanno Ticci e va benissimo, Torricelli rifa Galep e tutti a dire che dovrebbe avere un suo stile. Ma a chi ha amato i disegni del grandissimo, fa naturalmente piacere che qualcuno vi si rifaccia.
    Mi piace, e tanto, l’idea.

  11. Ottimo lavoro… Tex alla Galep (prima maniera – modello di riferimento: G.Cooper) ma tratto decisamente Letteriano .
    E meno male che il modellonon è sempre Ticciano!

    Ricordo però che su Zagor Torricelli si presentò come l’emulo delle fisionomie Ferriane per poi intraprendere una svolta artistica decisamente personale (fin qui nulla di male), purtroppo il volto di Zagor assunse fisionomie incostanti, a volte Gambiane a volte Ferriane, talora personalissime…

    Cmq buon disegnatore specie nel rappresentare storie Horror o tenebrose… lo vedrei benissimo in una storia con El Morisco o in un eventuale ritorno di Mefisto o Yama a firma di Boselli.

  12. Non ho letto nessuna storia di Torricelli. Ho visto pochi suoi disegni (non solo di Tex) e mi e’ sembrato molto bravo.

  13. Marco, complimenti per l’intervista… riesci ad essere te stesso in ogni momento, con la tua grandezza ed umiltà.
    Considero una fortuna poter collaborare con te, anche se per una cosa molto piccola!
    Spero tu possa continuare al meglio e trovare tante soddisfazione in questo campo.
    p. Marco ocd

  14. Io leggo fumetti da 20 anni e non mi è mai capitato di vedere uno che cambia stile all’interno della stessa tavola. Questo è un record di Torricelli, credo sia davvero l’unico al mondo.

  15. Caro Marco, il lavoro che fai è il più bello del mondo, io vivrei di disegno, ma ho finito gli studi in un epoca, l’attuale, dove è molto difficile realizzare i propri sogni, anzi li vedo sempre più lontani. Mia madre mi dice di non rinunciare ai sogni, ma intanto a 33 anni devo anche pensare a contribuire al bilancio familiare, per cui in questi mesi sto facendo un lavoro così duro che a fine giornata (lavoro dalle 8,00 alle 20,00) non ce la faccio a trovare la forza di toccare un pennello, la mia creatività mi sembra dissolta, non so cosa mi riserva il futuro, cosa mi consigli? Non posso permettermi il lusso di lasciare il lavoro anche se lo odio, lo stipendio mi serve tutto. Con profonda stima.

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