Intervista esclusiva: SANDRO PALMAS

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Júlio Schneider (traduttore di Tex per il Brasile) per le traduzioni e le revisioni.

Per iniziare parlaci un po’ di te.
Sandro Palmas: Innanzitutto un caro saluto a tutti i lettori portoghesi e brasiliani del blog e un ringraziamento particolare all’amico José che mi dà la possibilità di farmi conoscere meglio in questo bel sito, che unisce competenza e professionalità ad un incondizionato amore verso Tex. Il mio nome è forse meglio conosciuto ai più col nickname di “ymalpas”, con il quale scrivo nel forum italiano di Tex, del quale sono uno degli amministratori. Sono nato a metà degli anni settanta circa, in un piccolo borgo della Sardegna, la stessa isola dove a lungo visse Aurelio Galleppini che era nato in terra toscana da una famiglia sarda. Dietro numerose passioni si nasconde una vita molto ordinaria, suddivisa tra lavoro e casa. Come descrivermi meglio ai lettori del blog di Tex? Sono una persona determinata e tenace, che raggiunge di solito i suoi obiettivi. A questa che credo sia la mia qualità più grande, unisco altri principi, come l’onestà, che ispirano la mia vita e che riconosco nel personaggio di Tex.

Quando è iniziata la tua passione per i fumetti, soprattutto per Tex?
Sandro Palmas: La mia passione per i fumetti è nata molto presto, avevo sei o sette anni e mi è stata trasmessa da mio fratello che l’aveva ereditata a sua volta dagli zii, anche se c’è da dire che agli inizi degli anni ottanta, i fumetti erano una passione comune che condividevo con tantissimi altri ragazzi della mia età. I miei primi fumetti sono stati proprio Tex e Zagor, che leggevamo di nascosto perché erano letture “proibite” condannate da mio padre, una persona molto severa. In quegli anni i personaggi della Bonelli in edicola non erano molti. Ricordo i primi numeri di Gil, Dylan Dog, Martin Mystère che non fecero presa su di me e che, incurante del valore economico che negli anni avrebbero assunto, diedi via regalandoli o scambiandoli per qualche numero di Tex che mancava nella collezione. Degli altri personaggi, il mio preferito era senza dubbio Mister No, ma dal momento che i soldi scarseggiavano nelle nostre tasche e gli adulti lo leggevano raramente, erano fumetti che solo casualmente finivano nelle mie mani, un fatto che impediva praticamente qualsiasi discorso collezionistico.

Perché proprio Tex e non un altro personaggio?
Sandro Palmas: All’inizio, ero molto giovane, i testi di Gianluigi Bonelli li trovavo particolarmente difficili da leggere, questo a testimonianza che Tex non è una lettura per bambini ma un fumetto per adulti, cosa che ho avuto modo poi di scoprire mi ha accomunato a tante altre persone che avevano vissuto un’esperienza simile alla mia. La vera infatuazione per Tex è nata solo con le prime storie di Claudio Nizzi. Ricordo in maniera particolare “Fuga da Anderville” che ancora oggi è una delle mie preferite, ma anche la nolittiana “Il colonnello Watson”. Adoro il Tex sbruffone, “hard boiled”, quello de “La città corrotta” per citare una storia bonelliana. Ma il mio primo vero amore, il personaggio in cui mi identificai completamente, fu lo Spirito con la Scure, quello de “Il ritorno di Titan”, “Zagor contro il vampiro”, “Libertà o morte”, “Vudù” e “Oceano!” che grazie alla loro magia mi facevano letteralmente sognare.

Cosa rappresenta Tex per te?
Sandro Palmas: Leggere Tex è un divertimento ma anche un motivo di orgoglio. E’ un simbolo di appartenenza e di distinzione. E’ un personaggio mitico, che a differenza di altri supereroi dà l’idea di essere molto vicino ai suoi lettori, per il realismo delle sue storie, per l’umanità e la giustizia che incarna e che a differenza di quello che spesso accade, non sbaglia mai. Tex, in una sola parola, è un giusto, un uomo di legge un po’ anarchico, fatto che lo porta ad essere amato al contempo da lettori di sinistra, di centro e di destra.

Quanti fumetti di Tex hai in tutto nella tua collezione? E quale è il più importante per te?
Sandro Palmas: Ho la collezione completa, tutti costola bianca, gli speciali fuori serie, le storie minori fuori collana pubblicate su altre riviste… praticamente tutte le storie di Tex pubblicate, compresa la rarissima parodia del Tex Miller! I primi 130 numeri sono solo delle ristampe e non sono interessato a procurarmi gli originali, mi basta leggere quello che considero il Tex “canonico”. Non sono insomma un incallito collezionista, seppure, per la lettura mi serva di copie usate, da lettura, un misto di originali, tre stelle e TuttoTex, che mi seguono durante i miei spostamenti, specialmente in una casetta di campagna dove mi rifugio durante i weekend. Tra i fumetti, tutti nuovissimi, che ho acquistato nel 2005 da un’asta su ebay, non ce n’è uno in particolare al quale, per motivi sentimentali, possa sentirmi più legato. Devo dire a questo proposito che nella seconda metà degli anni novanta leggevo ormai Tex molto distrattamente, non comprandolo neanche regolarmente in edicola, tanto che tra il 2000 e il 2005 avevo smesso di leggerlo. Un sogno che coltivavo da bambino, però, era proprio quello di riunire la vecchia collezione di originali, che con mio fratello avevamo svenduto alla fine degli anni ottanta e del quale mi era rimasta solo la copia de “Il lago scarlatto”. Come dicevo all’inizio, sono un tipo caparbio, e alla prima occasione ho staccato un assegno di circa 500 euro! Ne è valsa la pena, ogni volta che prendo in mano una di quelle vecchie copie mi emoziono ancora e poi, complice anche il forum di Tex su internet, la passione si è definitivamente riaccesa e ho iniziato a leggere gli albi con un’ottica diversa, in maniera più critica, tanto da diventare se non un esperto in materia, almeno un buon conoscitore della cultura texiana.

Collezioni solo fumetti ovvero tutto ciò che viene scritto sul personaggio?
Sandro Palmas: Non colleziono solo fumetti, ho un discreto numero di libri e una collezione di vecchie monete, tra le quali spicca anche il famoso dollaro in argento, quello dei film di Sergio Leone, che poi è lo stesso che Tex dovrebbe avere in tasca. Di Tex non ho nessun cimelio (statuine, poster, strisce, puzzle, figurine, cartonati e edizioni a colori, ecc.) da poter mostrare. Però ho praticamente quasi tutti i libri che parlano di lui, dal primissimo “Tex analisi semiseria del personaggio” della fine degli anni settanta, particolarmente raro tanto da essere venduto oggi all’astronomica cifra di 90 euro, fino agli ultimi volumi pubblicati dal duemila in poi. E accanto ai libri, ho decine di riviste contenenti articoli, interviste e altro su Tex. Libri e riviste contengono spesso notizie rare, indiscrezioni, immagini e disegni inediti che solo in parte sono stati pubblicati su internet e che rimangono tutti da scoprire dal vasto pubblico di lettori texiani!

Quale è la tua storia favorita? E quale è il disegnatore che apprezzi maggiormente? E lo sceneggiatore?
Sandro Palmas: Non c’è una storia o un autore che preferisco in assoluto. Di G. L. Bonelli non mi stanco di rileggere per esempio “In nome della legge”, “San Francisco”, “Il laccio nero”… Di Nolitta ho un debole per storie come “Giungla crudele” e la già citata “Il colonnello Watson”. Di Nizzi, di cui resto un profondo estimatore, consiglio classici come “La congiura”, “L’uomo con la frusta” e “Furia rossa”. Infine di Boselli “Il passato di Carson”, “Omicidio in Bourbon Street”, ma sarebbero tante quelle da citare. Il suo  Texone del 2010, per esempio, mi ha impressionato e lo ritengo il migliore finora pubblicato. Ma è difficile fare una scelta perché sono tutti bravissimi, tutti questi autori hanno comunque contribuito a rendere grande Tex. Tra i disegnatori, non dico il più bravo, ma ho sempre avuto un debole per il Tex di Fusco e quindi per il Lettèri degli anni settanta.

Cosa ti piace di più e cosa di meno in Tex?
Sandro Palmas: Credo che valga per tutti i fumetti, quello che ti colpisce prima di tutto è l’aspetto grafico, cioè la copertina che adocchi nello scaffale. Da piccolo restavo affascinato dalla bellezza di copertine come “I cacciatori di teste”, “El Muerto”, “Sasquatch”… Forse i lettori portoghesi e brasiliani non possono capire del tutto il succo del mio discorso, dal momento che debbono districarsi tra copertine di diverse edizioni, che presentano un sacco di scritte quasi a mettere in secondo piano il disegno originale del copertinista. Nell’edizione italiana questo fortunatamente non accade e l’immagine di Tex deve vedersela solo con il titolo dell’albo! Quello che mi ha fatto innamorare di Tex è dunque la bellezza delle tavole di Galleppini, Ticci, Fusco, Monti, Civitelli, Villa… Tex ha i migliori disegnatori del mondo!
Non c’è un aspetto di questo fumetto che mi piace meno degli altri. Certo che come lettore mi aspetto storie sempre all’altezza, ben scritte e ben disegnate. Ci sono dei disegnatori il cui stile secondo me non è propriamente adeguato alla serie e certe storie scritte male, talvolta con superficialità, danno l’impressione di stanchezza creativa da parte dell’autore che le scrive, ma tutto sommato la qualità della serie si è mantenuta costantemente alta.

Secondo te quale è la caratteristica di Tex che ne fa l’icona che è?
Sandro Palmas: L’alchimia semplice e tuttavia unica del personaggio e le sue storie esplosive, dove il bene trionfa sempre delle ingiustizie. Tex è un duro, politicamente scorretto, che non accetta compromessi. Gianluigi Bonelli è stato meritatamente il più grande fumettista del secolo scorso!

Concludendo: come vedi il futuro del Ranger?
Sandro Palmas: Prima dell’avvento di internet non avevo una chiara percezione della popolarità di Tex: sapevo dal mio edicolante che Tex era il più venduto dei fumetti, anche se purtroppo una lettura relegata praticamente agli adulti. Come raccontava spesso anche Sergio Bonelli, il mito del West è ormai tramontato tra i giovani. Grazie ai forum e blog texiani ho scoperto però che le previsioni non sono da leggersi poi così negativamente. Con l’andare del tempo la crisi del fumetto finirà certamente per ripercuotersi anche sul Ranger, ma ci aspettano ancora tantissimi anni di storie che ci terranno allegramente compagnia. Alla fine Tex forse invecchierà (nel fumetto) come i suoi fedelissimi lettori, c’è una storia di Recchioni che ci descrive proprio gli ultimi anni di vita e la morte di un personaggio molto simile a Tex… e storia di questi giorni, Recchioni forse diventerà uno degli sceneggiatori della testata!

Caro pard Sandro Palmas, a nome del blog portoghese di Tex, ti ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci hai così gentilmente concesso.

(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

2 Comentários

  1. Ciao, grande intervista! Si sente il tuo grande amore per il ranger! 🙂 In molte frasi che hai detto mi ci sono identificata anche io e credo molti altri lettori.
    Complimenti vivissimi!
    Segnalidifumo

  2. Ymalpas… solo ora ho notato la tua intervista, bella scorrevole si fà leggere tutta di un fiato e traspare ampliamente la tua passione per il nostro caro Ranger. Ti ho riconosciuto prima di leggerlo dalla tua collezione che appariva in un post del nostro Tex Willer Forum. Complimenti ancora per la tua intervista… 🙂

    Pallino

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