Intervista esclusiva: SERGIO BONELLI

Intervista da Pedro Cleto, condotta da José Carlos Francisco con la collaborazione di Gianni Petino e Júlio Schneider (traduttore di Tex per il Brasile) per le traduzioni e le revisioni e di Bira Dantas per la caricatura.

Gianluigi BonelliPuò dirci qualcosa su Gianluigi Bonelli, suo padre?
Come era?

Sergio Bonelli: Fisicamente era un uomo affascinante; pur essendo di media statura era abbastanza muscoloso e atletico da affrontare con buoni risultati sport come il nuoto e il pugilato. Già settantenne affrontava con spavalda disinvoltura qualsiasi pista di Cervinia, Sestriére e delle Alpi italiane.
Di carattere allegro, era molto estroverso e amava intrattenere amici e perfino persone appena conosciute con argomenti che, spesso, sorprendevano per la loro originalità e per il loro anticonformismo.

E lo scrittore Gianluigi Bonelli?

Gianluigi BonelliSergio Bonelli: Contrariamente a molti suoi colleghi che interpretavano il ruolo di “fumettista” come una professione “di secondo piano”, Gian Luigi Bonelli era orgoglioso del proprio ruolo di scrittore di fumetti e si immedesimava completamente nel personaggio di Tex, oppure di qualsiasi altro protagonista dei suoi racconti. Non voleva sentirsi vincolato da un preciso soggetto preliminare e preferiva improvvisare giorno dopo giorno, pagina dopo pagina. Leggeva molti libri popolari francesi, inglesi e americani e non si perdeva un solo film che esaltasse il coraggio, la forza, l’avventura.

Gianluigi BonelliLe risulta che qualche volta abbia espresso qualche desiderio in relazione al futuro di Tex dopo la sua scomparsa?
Sergio Bonelli: Negli ultimi anni si era reso conto che Tex era diventato un’immagine importante nel mondo del fumetto, di conseguenza aveva accettato che altri scrittori continuassero la sua opera. Dopo la decisione di abbandonare il personaggio impostagli dall’età e dalla malattia, preferì rinunciare a correggere i testi altrui: per simpatia (e amor paterno) si limitò a intervenire, con qualche consiglio, sulle storie scritte da me.

Lei ha mostrato a suo padre la prima storia di Tex che ha scritto? Ha fatto molte correzioni? È stata pubblicata?
Gianluigi Bonelli e Sergio Bonelli no velho OesteSergio Bonelli: Le sue correzioni furono, però, sempre minime; probabilmente perché riteneva che i nostri “stili” fossero molto diversi e che, quindi, il problema fosse troppo difficile da risolvere. La mia prima storia è stata pubblicata con il titolo “Caccia all’uomo” sui numeri 183 a 185 e ha suscitato reazioni contrastanti: una parte dei lettori la hanno apprezzata e un’altra ha trovato che fosse troppo lontana dagli schemi narrativi del suo primo autore.

Giovanni Luigi BonelliTex continua a conquistare nuove generazioni di lettori come ha fatto fino adesso?
Sergio Bonelli: No, assolutamente. Le giovani generazioni non amano il genere western.
Tex continua a essere il fumetto più venduto in Italia ma, ogni mese, perde un certo numero di lettori.

Tex è praticamente inalterato sin dalla sua creazione.
Vi sono ragioni commerciali o artistiche? O semplicemente sentimentali?

Sergio BonelliSergio Bonelli: Purtroppo non è vero che Tex è rimasto inalterato. Pur sforzandoci di imitare il suo creatore, tutti noi nuovi soggettisti, hanno involontariamente apportato qualche differenza che i lettori più attenti non hanno mancato di rilevare.
Il mondo dei fumetti può ospitare personaggi di ogni genere: il lettore può trovare facilmente eroi più “moderni” senza che si debba stravolgere un “eroe” tradizionale che piace così com’è ad altri lettori.

I momenti attuali non richiederebbero, secondo lei, un Tex maggiormente “politically correct”?
Sergio Bonelli: Il rigoroso “polically correct” richiesto da qualcuno finirebbe, invece, per infastidire altri. È difficile accontentare tutti: si cerca una via di mezzo, come vuole da sempre il mestiere di editore di fumetti.

Sergio Bonelli, José Carlos Francisco e Dorival Vitor LopesFino a quando Tex potrà resistere ai tempi attuali ed alla tecnologia?
Sergio Bonelli: Purtroppo per noi (ma come è giusto e inevitabile) il fumetto è destinato a cedere il passo rapidamente ad altri divertimenti più facili e entusiasmanti: Tex è ancora oggi il campione delle edicole ma (come abbiamo già detto) viene completamente ignorato dalle nuove generazioni: possibile, dunque, che tra 5 o 6 anni non abbia più lettori sufficienti per sostenere le pesanti spese.

Sergio Bonelli autografando um exemplar de TexQual è la migliore storia di Tex di sempre?
Sergio Bonelli: Il parere dell’editore vale quanto quello degli altri lettori: ognuno di noi ha la sua storia preferita.

La sua città, Milano, l’ha insignita di un prestigioso premio: l’Ambrogino d’Oro. Che effetto le ha fatto?
Sergio Bonelli: Il premio conferitomi il mese scorso, l’Ambrogino d’Oro, ha una sua antica storia e una tradizione cittadina che sarebbe troppo lungo spiegare a uno straniero. Diciamo che l’ho interpretato come un interessante riconoscimento pubblico alla professione di editore, soggettista o disegnatore di fumetti.

Gianluigi Bonelli e Sergio Bonelli no velho Oeste, por Bira Dantas

(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

8 Comentários

  1. Ho letto l’intervista e devo dire che il pessimismo da Sergio Bonelli sul futuro dei fumetti manifestato gia’ diverse volte in altre interviste,questa volta e’ scoraggiante.

    Addirittura afferma che potrebbe essere che tra cinque o sei anni non potrebbero esserci lettori sufficienti per mantenere la testata di Tex dato che non c’e’ nessun ricambio generazionale.

    E’ strano perche’ diverse volte ha anche affermato che la serie di Tex si trasmette da padre in figlio acquistando sempre nuovi lettori.

    Qualè la verità?

    Comunque io non credo proprio che Tex possa finire la sua vita editoriale tra cinque o sei anni,anche perche’ se dovesse succedere significherebbe che glia altri personaggi a fumetti morirebbero gia’ a partire dall’anno prossimo!

  2. Spero solo che, quando ha risposto all’intervista, Sergio avesse le scatole girate. Non è nel suo carattere questo pessimismo Leopardiano…

  3. A mio avviso è invece semplicemente molto realista e la realtà che si profila è quella. Magari non fra 5 o 6 anni ma sia Zagor che Tex difficilmente festeggeranno il 75° compleanno
    Noi fedelissimi avremo comunque decine di migliaia di pagine da rileggere…

  4. E’ vero che il genere western non tira più, ma ciclicamente questo genere ritorna in auge e quindi spero in un ritorno in grande stile del cinema western e, di conseguenza, della “moda” western… che sarebbe da traino anche per il fumetto.
    Vero anche che le nuove generazioni leggono pochi fumetti ed oggi, tantomeno western… ma ci sono eccezioni, le ho potute constatare con i miei occhi: ragazzini che leggono il Tex di repubblica a colori…quindi, bando al pessimismo, continuiamo a fare un prodotto di qualità ed i lettori non mancheranno.
    Quando sartà il caso (ovvero il bilancio costi/ricavi lo richiederà) ci si rifugerà in un prodotto di nicchia: magari con un formato più pregiato, con uscite non più mensili, ma comunque un prodotto che potrebbe soddisfare gli appassionati disposti a spendere anche qualcosa in più per il singolo prodotto (per questo ho detto “formato più pregiato”) che magari (dipenderà dal numero di appassionati) sarà disponibile con frequenza non più mensile…
    Insomma, penso che, in un modo o nell’altro, continueremo a leggere Tex ancora per parecchi anni… a patto che la SBE (o chi per essa) ci credano ed agiscano di conseguenza…

  5. Il pessimismo cronico del Sergione (uno che nel pieno boom di Dylan Dog amava scuotere sconsolato la testa ripetendo “dura minga”) ha sempre portato bene. Il giorno in cui dovesse avere uno scatto di ottimismo paventerei la fine del fumetto italiano. Forse del mondo 😉

  6. Il fumetto va avanti, in Francia, in Giappone, se il Sergione nazionale e’ troppo legato ad un’idea del fumetto che appartiene al passato per offrire ai nuovi lettori qualcosa di stimolante, questo NON significa per nulla che il fumetto tout court affondera’, come afferma lui (che pure mi sta simpaticissimo).

  7. Io ho 13 anni e sono un fan sfegatato di Tex. Ho letto e riletto centinaia di volte gli albi di mio padre e ne ho comprati tantissimi altri.
    Purtroppo penso che Bonelli abbia ragione: i miei amici considerano Tex da vecchi o da sfigati, ne conosco solo un’altro che ha la mia stessa passione…

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