Intervista esclusiva: MARCO BIANCHINI

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Carlo Monni e Enzo Pedroni per la formulazione delle domande e di Júlio Schneider (traduttore di Tex per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni.

Marco BianchiniCaro Marco, per quelli che ancora non ti conoscono, vuoi farci una breve presentazione di te stesso e del cammino percorso nella tua carriera?
Marco Bianchini: Sono nato ad Arezzo nel 1958, dove ancora vivo e lavoro. Di professione faccio il disegnatore di fumetti e, presso la Scuola Internazionale di Comics di Firenze, l’insegnante di fumetto.

Che posto ha avuto il fumetto – soprattutto quello Bonelli – nella tua infanzia?
Marco Bianchini: Non molto, poiché ho cominciato a leggere il Comandante Mark intorno ai tredici anni. Ma da quel momento mi sono cosi appassionato che ho cominciato a seguire anche le altre collane. La mia infanzia è stata caratterizzata dalla lettura del “Corriere dei Piccoli”.

Arte de BianchiniCome sei arrivato a fare il disegnatore di fumetti? Vocazione o caso?
Marco Bianchini: Sono contento che hai usato la parola “caso” perché è successo proprio cosi. Mi ricordo ancora l’albo che mi ha aperto gli occhi sul mondo delle storie disegnate. Era un Devil pubblicato dalla Corno, l’avventura intitolata “Dottor Jekyll e Mr. Hyde” disegnata da Gene Colan. Fu un vero e proprio Flash!!! Cominciai a riflettere su quanto fosse spettacolare e entusiasmante disegnare delle storie proprie ma anche scritte da altri. Da quel momento la mia ambizione era diventare un disegnatore di fumetti, di Super Eroi!

Comicon 2008Hai avuto una formazione artistica? Di che tipo?
Marco Bianchini: Purtroppo no, dico purtroppo perché avrei accorciato i tempi di apprendimento. Ho imparato tutto cercando di studiare sui fumetti che riuscivo a procurarmi, quindi una formazione basata sui disegnatori soprattutto americani. Poi il fortunoso incontro con Fabio Civitelli, mio concittadino, e Giovanni Romanini ha fatto si che diventassi sufficientemente capace di disegnare fumetti a livello professionale. Sono stati con me molto generosi e mi hanno fatto conoscere molte cose dell’allora poco conosciuto mondo dei fumetti.

Quando e come hai cominciato a pubblicare i tuoi primi lavori?
Marco Bianchini: Risaliamo alla fine anni Settanta. Studiavo a Bologna per diventare Grafico pubblicitario in una delle più accreditate scuole italiane. Ebbi modo di conoscere Romanini grazie ad una curiosa quanto fortuita concomitanza di conoscenze. Una mia compagna di classe era amica di sua moglie. Dopo aver visto i miei disegni ritenne fossi già in grado di dargli una mano, come matitista, sugli albi erotici, pubblicati da Renzo Barbieri. Cosi ho cominciato… facendo le matite per albi come Ulula, Attualità Nera, Wallestain… e cosi via, per due anni. Era divertente.

Bianchini e o públicoQuali sono i disegnatori italiani e stranieri a cui ti sei ispirato nel corso della tua carriera? Ce n’è qualcuno più di altri che consideri idealmente il tuo maestro?
Marco Bianchini: Come dicevo prima, la mia formazione si è fatta piegato sopra gli albi a fumetti disegnati da Raymond, Buscema, Neal Adams, Frank Robbins e molti altri. Ero bramoso di imparare, cosi cercavo di apprendere da tutti coloro che apprezzavo stilisticamente, e gli anni Settanta erano un paradiso da questo punto di vista. Potrei fare un elenco lunghissimo di talenti fumettistici, non solo americani. Civitelli e Romanini sono stati i disegnatori con cui ho condiviso la mia crescita professionale. Sono stati per me fondamentali. Mi hanno, ognuno a modo suo, trasmesso la loro passione e la loro tecnica senza remore. Adesso oltre alla stima reciproca condividiamo anche una pluriennale fraterna amicizia.

MR No commissionePuoi raccontarci il tuo arrivo alla Bonelli? E qual è stato il tuo primo lavoro?
Marco Bianchini: Ad Arezzo eravamo in tre a voler fare i disegnatori di fumetti, oltre me e Fabio c’era anche Luca Dell’Uomo. Ci chiamavano i tre moschettieri perché andavamo sempre insieme alle fiere e spesso anche dagli editori. Capitava quindi anche di passare dalla Bonelli, allora CEPIM, quando Civitelli andava a Milano a consegnare le tavole di Mister No. Lo scopo era di farsi conoscere dall’editore con cui avremmo voluto al più presto collaborare. In quel periodo, primi anni Ottanta, collaboravo ancora con Barbieri, ed oltre a fare le matite per Giovanni inchiostravo anche degli albi da me disegnati, erano i primi lavori completi e la mia collaborazione con Romanini era diventata più sporadica. Avevo intrapreso la mia strada in solitudine. Sergio Bonelli seguiva il mio lavoro, la mia evoluzione stilistica, apprezzando ciò che facevo. Cosi quando Sclavi progettò “Kerry il trapper”, che usciva in appendice al Comandante Mark, pensarono a me come creatore e disegnatore degli episodi della serie. Fu una grande felicità e con rinnovato entusiasmo mi accinsi ad affrontare la più difficile commissione che mi avessero affidato fino a quel momento. Quando il Comandante Mark chiuse passai a disegnare Mister No, che ho realizzato per 20 anni esatti, dal 1985 al 2005.

Mr NO e BiancaIl fumetto della SBE è sempre stato il tuo obiettivo oppure avresti preferito fare il cosiddetto “fumetto d’autore” come Pratt, Battaglia, Toppi, Manara?
Marco Bianchini: Inizialmente si. Negli anni Settanta poter arrivare a collaborare con l’allora DAIM PRESS, oggi SERGIO BONELLI, era un obbiettivo altissimo e difficilissimo. Solo grandi disegnatori facevano parte della casa editrice ed avevano grande esperienza e talento. Ho cominciato a lavorare per questo, per entrare un giorno in quel ristretto numero dei grandi disegnatori italiani di fumetti. Negli anni successivi al mio ingresso in Bonelli ho anche cominciato ad apprezzare il fumetto d’autore, o meglio quel fumetto che sia un prodotto totalmente tuo, testi e disegni, sempre che tu abbia qualcosa da dire e che stimoli l’interesse dei lettori. È con questo spirito che 10 anni fa è nata TERMITE BIANCA, cartonato di fantascienza pubblicato da Pavesio in Italia ed in Francia.

Página 73Sappiamo che per tanti anni hai collaborato con Santucci, lui faceva le matite e tu le chine: come è nato questo sodalizio?
Marco Bianchini: Non è la prima volta che collaboro con altri disegnatori; prima di Marco ci sono stati Fabio Valdambrini, Rossano Rossi e Giuseppe Dibernardo. Mi piace restituire ciò che Civitelli e Romanini hanno dato a me, ho messo a loro disposizione tutta la mia esperienza e la possibilità di imparare un mestiere lavorando. Inoltre è sempre creativa la collaborazione, anch’io a mia volta ho avuto molto da loro. Lavorare con altri mi da la possibilità di fare anche altre cose, come insegnare e dirigere la Scuola Internazionale di Comics di Firenze. Oramai il punto di riferimento per chi vuole apprendere questo mestiere.

E come funziona la tua collaborazione con Santucci?
Marco Bianchini: Marco, come gli altri, mi ha chiesto di insegnargli questo mestiere; dopo averlo fatto esercitare per un paio d’anni, raggiunto lo standard per poter disegnare a livello professionale, gli proposi di collaborare alla stesura delle matite di Mister No. Negli anni le sue capacità sono venute fuori dimostrando di avere realmente le doti giuste per incentivare la nostra collaborazione. Cosi per vari anni mi sono sentito tranquillo nell’affidare a Marco il compito di fare le matite.

Página 43È sempre stato facile la suddivisione del lavoro e la sintonia artistica, fra due disegnatori che lavorano sulla stessa tavola?
Marco Bianchini: Marco sapeva cosa volevo e la qualità che gli era richiesta; soddisfacendo le mie aspettative ha fatto si che non ci fossero problemi, del resto chi non sfrutterebbe al meglio un’occasione del genere? È stato bravo e furbo.

Da quello che sappiamo, il vostro sodalizio oggi si è sciolto e lavorerai da solo alle tavole per Tex. Quali sono le tue sensazioni per questa novità?
Marco Bianchini: Ho ritrovato l’entusiasmo di disegnare, spero solo di riuscire a tenere una produzione tale da poter vedere in edicola presto un Tex tutto mio.

Página 72Dopo molti anni come disegnatore di Mister No sei approdato a Tex. Per te si tratta di un ritorno al western dopo l’esperienza di “Kerry il trapper” di diversi anni fa. Qual è il tuo pensiero sul genere western e su Tex in particolare?
Marco Bianchini: Penso che Tex mi darà molte soddisfazioni professionali. Quando 30 anni fa cominciai questo lavoro Tex era una meta INARRIVABILE. Adesso quella di disegnarlo è una soddisfazione enorme, che mi spinge ad impegnarmi per lasciare un bel ricordo del mio lavoro. Pur avendo una grande passione per la fantascienza, negli anni ho imparato ad apprezzare il genere western come occasione per raccontare storie di uomini e di avventure.

Cosa significa per te stare disegnando una leggenda dei fumetti come Tex, che sta per compiere ben 60 anni di vita editoriale?
Marco Bianchini: Significa aver a che fare con un mito…

Página 47Se per un evento straordinario, in un universo parallelo, dovessi incontrare Tex Willer in carne e ossa, cosa gli chiederesti?
Marco Bianchini: Gli chiederei di darmi una mano a sistemare un paio di cose in sospeso… ricordiamoci che lui può menar le mani!!! (leggere con ironia)

Cosa ti piace maggiormente in Tex? E cosa ti piace di meno?
Marco Bianchini: È molto rassicurante ed affidabile. Ha le certezze e la perseveranza che tutti vorremmo avere. È per molti versi fuori dall’attualità del mondo di oggi, ma proprio per questo interessante. Nelle storie di Tex quello che mi manca è la presenza femminile, che aprirebbe tutto un nuovo filone di storie. Ma forse è meglio cosi… le donne portano sempre guai… scherzo, ovviamente.

Página 70Come definiresti con un solo aggettivo i quattro pards?
Marco Bianchini: Imbattibili!!

Potresti anticiparci qualcosa della storia alla quale stai lavorando?
Marco Bianchini: Sarà una storia di due albi. Ambientata nelle foreste dell’ovest del Colorado. Una sorte di caccia all’uomo che coinvolgerà Tex, Carson, la Cavalleria e gli indiani Ute. L’autore dei testi è Tito Faraci, con cui mi sono trovato subito in linea sullo svolgimento della storia. Di più non posso dire.

Per Tex hai dei modelli di riferimento, fra i disegnatori già presenti, oppure delle preferenze specifiche, verso alcuni di loro? In caso positivo, quali?
Marco Bianchini: Su Tex c’è solo l’imbarazzo della scelta, alcuni di loro sono miei carissimi amici nonché eccellenti disegnatori. Cercherò di dare il mio contributo ma non disdegnerò di guardare cosa e come lavorano i miei amici colleghi.

Página 71Quali sono i tuoi rapporti con gli sceneggiatori? Le istruzioni che ti passano sono particolareggiate o la vignetta è lasciata alla tua creatività? Ti consegnano del materiale informativo?
Marco Bianchini: Ho lavorato con quasi tutti gli sceneggiatori della Bonelli, ho avuto sempre un ottimo rapporto con loro, poiché rispetto molto il loro lavoro e cerco di illustrare al meglio le loro “elucubrazioni” mentali. In genere preferisco collaborare con sceneggiatori che ti lasciano un buon margine creativo, in questo Sclavi era molto generoso. Oggi potendo comunicare con gli sceneggiatori è più facile lavorare insieme in modo che tutti siano soddisfatti del risultato finale. Capita, ahimè raramente, che gli sceneggiatori ti diano documentazione. Sarebbe utilissimo onde evitare estenuanti sedute di fronte al computer in cerca di ciò che ti serve.

Tex Rimini 2008Al di là dei modelli, comunque, tu come vedi Tex? Quali sono le sue caratteristiche che il disegnatore dovrebbe saper evidenziare?
Marco Bianchini: Secondo me, la cosa più difficile da rappresentare di Tex, è la sua presenza scenica. Vanno scelte pose ed atteggiamenti che mostrino la sua forza e la sua durezza. Quando entra in scena subito si deve avvertire la forza e la decisione che Tex emana, non si scappa dalla sua morsa.

Se tu potessi esprimere delle preferenze tra le varie tipologie di storie texiane preferiresti disegnare quelle più tipicamente western con ampi spazi, indiani ecc., western urbani o storie di magia e mistero?
Marco Bianchini: Mi piacciono molto le storie con ambientazioni naturalistiche. Anche la magia ed il mistero mi intrigano. Gradisco meno le storie urbane, alle difficoltà di disegnare le figure si aggiungono le difficoltà di disegnare ambienti in prospettiva, e non ci dimentichiamo la documentazione.

Tex Rimini ComicsQuali ambizioni avevi o hai all’interno della SBE, soprattutto in relazione a Tex?
Marco Bianchini: Ho già risposto involontariamente nelle domande precedenti. Tex è il massimo che il fumetto popolare può offrire, da tutti i punti di vista.

Nel 2007 abbiamo avuto in Portogallo un’anticipazione mondiale di quindici nuovi disegnatori di Tex, com’è per esempio il tuo caso. Come vedi questa entrata di tanti nuovi elementi nello staff di Tex? Questo potrebbe essere un nuovo corso nella vita della serie?
Marco Bianchini: Credo sia un naturale e stimolante succedersi di ottimi disegnatori, di questi rimarranno solo coloro che in qualche modo riusciranno ad apprezzare le sue avventure.

Bianchini desenhandoC’è stato un rinforzo anche a livello di sceneggiatori ultimamente. Pensi che fosse qualcosa d’inevitabile? E con tanti sceneggiatori non pensi si possa correre il rischio di vedere Tex snaturato?
Marco Bianchini: Dipende da come si affronta il mito… se c’è professionalità e rispetto, possono arrivare solo novità positive.

Come vedi il futuro del Ranger?
Marco Bianchini: Da un punto di vista delle vendite mi auguro che torni alle entusiasmanti cifre di qualche anno fa.

Mister NoEsiste un’altra testata bonelliana, per la quale non hai mai lavorato, e che ti piacerebbe tantissimo disegnare? In caso positivo, puoi dirci quale sarebbe e perchè?
Marco Bianchini: A suo tempo, quando cominciai a disegnare Mister No mi piacevano molto anche Dylan Dog e Nathan Never; del resto, come ho scritto sopra, ho una passione da sempre per la fantascienza ed il mistero. Adesso sono contento cosi, non credo si possa ambire di più nell’ambito del fumetto popolare italiano.

E magari un personaggio non bonelliano?
Marco Bianchini: Qualche anno fa avrei indicato un super eroe, oggi preferirei disegnare qualcosa che sia frutto della mia fantasia… però, ripensandoci, mi piacerebbe molto disegnare delle nuove avventure di Corto Maltese, ovviamente mettendoci un tocco personale nello stile, senza scimmiottare lo stile unico ed inimitabile di Pratt. Un Corto Maltese molto realistico quindi, ricco di bianchi e neri.

TB tav 26I tuoi progetti per il futuro? Puoi già anticiparci qualcosa?
Marco Bianchini: Attualmente l’unica evasione che mi permetto a Tex è Termite Bianca. Progetto su cui ho molte ambizioni. Ne sono già usciti tre volumi e sto lavorando al secondo ciclo. Consiglio di leggerlo, troverete dei disegni ad acquerello veramente belli. Sono facilmente reperibili anche in francese ordinandoli dal sito internet di Pavesio editore.

Quanto tempo impieghi per disegnare una tavola? Hai degli orari? Come si articola una tua giornata tipo fra lavoro, letture, tenerti informato, ozio, vita familiare?
Marco Bianchini: Quando facevo matite e chine procedevo disegnando una ventina di tavole e poi le ripassavo a china, che era più o meno la mia produzione mensile. Cerco di interrompere il lavoro il meno possibile. Ricordo che oltre al fumetto sono impegnato nella direzione artistica della Scuola Internazionale di Comics di Firenze, situazione che mi da altrettante soddisfazioni professionali. Come si può intuire, la mia vita professionale si interseca felicemente con la mia vita sentimentale, con le letture ed i miei hobby, perché ci sono anche quelli!

KerryTu, Fabio Civitelli, Rossano Rossi, Fabio Valdambrini, Marco Santucci. Tutti bravissimi disegnatori, tutti aretini. Esiste, quindi, una vera e propria scuola aretina del fumetto?
Marco Bianchini: Assolutamente si! A questi nomi aggiungerei anche Patrizio Evangelisti, che pur non essendo aretino è nato, professionalmente parlando, nella nostra terra, quindi oramai adottato… sarebbe lo “straniero” come nelle squadre di calcio.

Avete rapporti fra voi Aretini? E con gli altri “esterni”?
Marco Bianchini: Negli anni passati capitava piuttosto frequentemente di trovarci ed andare alle fiere insieme. Si parla di almeno 20 anni fa. Poi gli impegni personali e familiari hanno pian piano rese più sporadiche le uscite insieme, ma non perdiamo occasione, quando si può, per ritrovarci e condividere gioie e dolori. A volte ci vediamo anche per parlare di lavoro e per avere un consiglio dagli altri. Gli altri disegnatori capita di incontrarli alle fiere, purtroppo siamo sparpagliati per tutta l’Italia, e quindi ci si deve accontentare delle poche occasioni che ci sono. Quando ci ritroviamo però è sempre una gioia e ci rammarichiamo di vivere lontani.

Capa - Vol 3 - Più SangueQuali fumetti leggi attualmente, ovvero con quali ti identifichi maggiormente?
Marco Bianchini: Leggo alcune serie bonelliane, e osservo il mercato dei cartonati francesi, dove vengono pubblicate cose molto interessanti. Niente super eroi li trovo noiosi, ripetitivi e molto scontati. Sai com’è ci sono anche gli anni…

Oltre ai fumetti, quale tipo di libri leggi? E quali le tue preferenze nel campo del cinema e della musica?
Marco Bianchini: Leggo libri di carattere storico. Ho grande passione per l’antica Roma ed il periodo coloniale italiano. Ma negli anni scorsi ho divorato fantascienza a piene mani. Adesso prediligo letture che raccontino vicende umane vere, legate alla storia. Il comportamento umano è adesso il mio primo interesse. Anche se di recente ho letto con grande appagamento la saga di George Martin le “Cronache del ghiaccio e del fuoco”, una saga fantasy/medioevale, bellissima. Il cinema è l’altra passione, vado ogni volta che posso. Adoro godermi un bel film. La musica invece la vivo passivamente, sono sintonizzato su di una radio e ascolto tutto ciò che manda, ha il solo scopo di farmi compagnia, non ho preferenze particolari.

Parte 5 defCosa ha convinto Marco Bianchini, autore di risonanza internazionale, ad accettare un invito del Festival di Amadora, in Portogallo?
Marco Bianchini: Avevo già sentito parlare da altri disegnatori della calorosa accoglienza loro riservata, e dalla passione e curiosità che hanno trovato intorno a Tex. Pertanto quale miglior occasione se non questa per incontrare i fan di Tex portoghesi? Inoltre sono molto curioso di vedere il Portogallo che sono sicuro essere un bellissimo paese.

Quali sono le tue aspettative in relazione a Amadora?
Marco Bianchini: Non ho aspettative ma solo una grande curiosità. Ci vediamo presto allora!

Bianchini na Rimini comicsCaro Marco Bianchini, a nome del blog portoghese di Tex ti ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci hai così gentilmente concesso.
Marco Bianchini: Il piacere è stato tutto mio. Spero un giorno di conoscervi personalmente. Una calorosa stretta di mano.

(Cliccare sulle immagini per vederle a grandezza naturale)

3 Comentários

  1. Bella intervista!
    Peccato solo che non siano disponibili tavole della nuova storia di Bianchini…
    Vado un po’ controcorrente, io son contento che sia tornato a disegnare da solo, il suo tratto mi piace molto di più…
    Ciao,
    Roberto

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