Intervista esclusiva: PASQUALE DEL VECCHIO

Intervista condotta da José Carlos Francisco, con la collaborazione di Enzo Pedroni e Mário João Marques per la formulazione delle domande e di Júlio Schneider (traduttore di Tex per il Brasile) e di Gianni Petino per le traduzioni e le revisioni.

Pasquale Del VecchioCaro Pasquale del Vecchio, per quelli che ancora non ti conoscono vuoi farci una piccola autopresentazione di te stesso e del cammino percorso nella tua carriera?
Pasquale Del Vecchio: Sono nato a Manfredonia, in Puglia, 43 anni fa. Mi sono trasferito a Milano per gli studi nel 1985 e da allora sono rimasto in questa città, dove ho avuto l’opportunità di cominciare a lavorare nel campo dei fumetti.

Quando ti sei reso conto di saper disegnare? E quando hai saputo che il tuo futuro era quello di essere un disegnatore professionista?
Pasquale Del Vecchio: Ho sempre disegnato, fin dalla più tenera età. I miei genitori ed i parenti elogiavano le mie doti di disegnatore, ma mi rendo conto che probabilmente nei loro giudizi non erano molto obiettivi. Comunque ho sempre avuto una passione smodata per il disegno. Ho cominciato molto presto a leggere fumetti d’avventura: Zagor, Tex e Tarzan tra i primi.

Águia da Noite por Pasquale Del VecchioIn generale, quali sono i tuoi disegnatori preferiti, anche extra Bonelli ovviamente.
Pasquale Del Vecchio: Sono tanti i disegnatori che mi hanno influenzato e che ho amato nel corso degli anni. Potrei fare una specie di excursus cronologico cominciando da Giovanni Ticci e Gino D’Antonio, che mi hanno trasmesso una grande passione per il West. Poi Joe Kubert, che apprezzavo tantissimo in Tarzan e nelle cui tavole sprizzava energia e movimento. Ivo Milazzo ed il suo Ken Parker, nel quale ha portato un modo nuovo di raccontare l’epopea western. José Munoz e il suo bianco-nero espressionista. Dino Battaglia e Sergio Toppi. Moebius-Jean Giraud, Andrea Pazienza e Vittorio Giardino.

Quali influenze hai avuto?
Pasquale Del Vecchio: Tutti gli autori sopra citati mi hanno in qualche modo influenzato. Da ognuno di questi ho imparato qualcosa. Forse però quello che ha lasciato più tracce nel mio modo di disegnare è Giardino, del quale ho sempre ammirato la pulizia e l’essenzialità del segno.

Tex Willer por Pasquale Del VecchioChe posto ha avuto il fumetto – soprattutto il “Bonelli” nella tua infanzia?
Pasquale Del Vecchio: Con “Bonelli” è cominciato il mio approccio al fumetto, in un rapporto che non si è mai interrotto: il primo fumetto che ho letto in assoluto è stato “Zagor”. Ho anche cercato più volte di costruirmi una scure simile alla sua, usando dei grossi sassi levigati dal mare, ma con mia grande frustrazione non ci sono mai riuscito! Dopo qualche anno mi sono appassionato a Tex, grazie a Ticci e alle sue storie ambientate nel grande nord. Poi è la volta di Mister No seguito da Ken Parker, per giungere a Dylan Dog.

Quando e come hai cominciato a pubblicare i tuoi primi lavori?
Pasquale Del Vecchio: Il mio primo lavoro l’ho pubblicato su una rivista chiamata “1984”, era una breve storia di 4 pagine fatta nell’estate subito dopo gli esami di maturità, in attesa di venire a Milano per fare l’università. Poi dopo qualche anno ho fatto un paio di storie per il “Giornalino”, sotto la supervisione di uno dei miei idoli: Gino D’Antonio.

Come sei entrato a far parte dello staff della Sergio Bonelli Editore? Qual è stato il tuo primo lavoro?
Pasquale Del Vecchio: Fu proprio D’Antonio a segnalarmi a Renato Queirolo per “Nick Raider” e le prime due storie che ho realizzato erano sceneggiate dallo stesso D’Antonio. In realtà però già da due anni prima stavo lavorando ad una serie che doveva essere pubblicata da Sergio Bonelli Editore, ma che era curata da uno staff esterno alla casa editrice. Di questa serie (Zona X) avevo già disegnato due episodi quando cominciai a lavorare su Nick Raider nel 1992.

Arte de Pasquale Del Vecchio em TexPrima di approdare a Tex, hai disegnato Nick Raider e Napoleone; ti ha creato qualche difficoltà il passare, da scenari completamente diversi, alle praterie del West, oppure il passaggio è stato facile?
Pasquale Del Vecchio: All’inizio ho avuto qualche difficoltà a gestire i grandi spazi aperti che fanno da sfondo alle storie di Tex, dopo una serie di storie di ambiente prevalentemente metropolitano. Dopo un pò credo di aver trovato un miglior equilibrio e più padronanza con i nuovi scenari western.

Cos’ha portato ciascuna di queste serie a Del Vecchio?
Pasquale Del Vecchio: Nick Raider è stata un grande palestra: imparare a gestire le scene d’insieme, disegnare gli ambienti metropolitani, le macchine, caratterizzare i tanti personaggi che affollavano le storie del detective newyorkese. Con Napoleone ho avuto modo di confrontarmi con tante ambientazioni diverse e, soprattutto nelle numerose scene oniriche, ho avuto l’opportunità di sperimentare qualcosa di diverso dal punto di vista stilistico: uso di retini, linea chiara…

Arte de Pasquale Del Vecchio em TexCome sei passato a lavorare su Tex Willer? Cos’hai provato quando hai ricevuto l’invito a far parte dello staff di “Tex“?
Pasquale Del Vecchio: Entrare a far parte dello staff di Tex mi ha fatto grande piacere e mi ha riempito di orgoglio: disegnare un personaggio che adoravo fin dalla più tenera età!

Hai già pubblicato una tua storia per Tex (in Italia, Tex 561-562; in Brasile, Tex 464-465). Come ti sei trovato con la sceneggiatura di Claudio Nizzi, per tratteggiare la figura di Tex ? Quali sono stati i tuoi punti di riferimento?
Pasquale Del Vecchio: Le sceneggiature di Nizzi sono molto essenziali e lasciano molta libertà al disegnatore, per cui il bilancio è assolutamente positivo. Il mio punto di riferimento è stato soprattutto Giovanni Ticci, ma anche Claudio Villa mi ha aiutato molto, in quanto ritengo che è il disegnatore che dopo Galleppini ha contribuito più di tutti a caratterizzare il volto di Tex.

Nonostante tu abbia disegnato varie avventure di Nick Raider (una serie creata da Claudio Nizzi) pensiamo che il tuo incontro con questo autore sia avvenuto solo con Tex con la recente avventura “Soldi sporchi”. Cos’ha rappresentato per te disegnare Tex, il miglior risultato editoriale della SBE ed uno dei nomi inarrivabili del fumetto?
Pasquale Del Vecchio: Ripeto: per me è stato un motivo di orgoglio ed una grande soddisfazione disegnare un personaggio che fa parte della storia del fumetto, un vero e proprio totem.

Pasquale Del VecchioCome ti sei preparato per Tex e quali sono state le tue difficoltà maggiori?
Pasquale Del Vecchio: Prima e mentre disegnavo le prime pagine di Tex mi sono guardato una grande quantità di film western, dai classici di John Ford ai registi che negli anni Settanta e Ottanta hanno riletto questo genere. Ho guardato i dipinti di Frederic Remington e vari libri con foto d’epoca. La difficoltà principale all’inizio è stata gestire i cavalli e i loro complessi movimenti.

Cosa significava Tex per te? Nel frattempo è cambiato qualcosa nella tua percezione del personaggio?
Pasquale Del Vecchio: Tex negli anni, e con i nuovi sceneggiatori, è forse diventato un pò più introspettivo, ma forse è cambiato il panorama editoriale e con esso inevitabilmente di riflesso il personaggio. Oggi bisogna essere sempre politicamente corretti: un tempo forse il mondo del fumetto era un territorio un pò più “anarchico” e c’era forse più libertà d’espressione.

La rivolta dei Cheyennes - Página ACosa ti piace maggiormente in Tex? E cosa ti piace di meno?
Pasquale Del Vecchio: Di Tex mi è sempre piaciuto il suo atteggiamento “di pancia”, istintivo verso le situazioni e gli uomini che incontra: ho sempre amato questa sua spontaneità. Dopo un’occhiata lui sa già se chi ha di fronte è una brava persona o un farabutto. La cosa che mi piace meno sono gli stivaletti a mezzo polpaccio con i pantaloni infilati dentro!

A quanto ci risulta, stai disegnando una nuova storia di Tex: puoi anticiparci qualcosa sulla tua seconda storia di Tex, chi è lo sceneggiatore, quale è l’ambientazione ecc.?
Pasquale Del Vecchio: La nuova storia è sempre di Claudio Nizzi ed è ambientata nel Great Basin, tra gli indiani Cheyennes, che sono fra i miei preferiti.

La rivolta dei Cheyennes - Página BQuali ambizioni avevi o hai all’interno della SBE, soprattutto in relazione a Tex?
Pasquale Del Vecchio: Non saprei rispondere a questa domanda: spero di fare bene il mio lavoro e di continuare a migliorare, di riuscire a raccontare quell’epopea e quel mondo della frontiera che mi ha sempre tanto affascinato.

Nelle tue tavole preferisci lasciare spazio solo alla tua fantasia, oppure utilizzi anche altro materiale di supporto come fotografie o altro?
Pasquale Del Vecchio: Ho sempre avuto l’abitudine di documentarmi molto, per meglio rendere gli ambienti e caratterizzare i personaggi. Questo però non esclude al contempo la creatività.

Come procedi nella creazione? Fai una pagina completa e dopo passi all’altra? E quali materiali utilizzi?
La rivolta dei Cheyennes - Página CPasquale Del Vecchio: In genere faccio una tavola a matita e poi la ripasso a china. Se la sequenza è particolarmente complessa, a volte capita che la disegno prima tutta a matita, per vedere se funziona e poi la inchiostro. Per il ripasso a china ultimamente utilizzo pennarelli indelebili graduati e pennello di martora (n. 3-5).

Mediamente, quante tavole al mese riesci a disegnare ? Hai una media costante oppure questa varia?
Pasquale Del Vecchio: Non ho una produzione costante al mese, ma credo di poter dire di essere abbastanza costante nella produzione nell’arco di un anno. Spesso dipende dalla complessità delle scene che si disegnano: alcune tavole richiedono più tempo di altre. Comunque riesco a fare circa un albo all’anno.

Nel 2007 abbiamo avuto in Portogallo un’anticipazione mondiale di quindici nuovi disegnatori di Tex, com’è per esempio il tuo caso. Come vedi questa entrata di tanti nuovi elementi nello staff di Tex? Questo potrebbe essere un nuovo corso nella vita della serie?
Pasquale Del Vecchio: Speriamo di si, e soprattutto speriamo che sia un corso positivo!

Tex Willer por Pasquale Del VecchioSapevi che Tex è pubblicato in Brasile e che è un personaggio molto popolare anche in Portogallo?
Pasquale Del Vecchio: Si, perché più volte mi sono imbattuto nel vostro blog.

C’è stato un rinforzo anche a livello di sceneggiatori ultimamente. Pensi che fosse qualcosa d’inevitabile? E con tanti sceneggiatori non pensi si possa correre il rischio di vedere Tex snaturato?
Pasquale Del Vecchio: Il rischio potrebbe anche esserci, anche se c’è sempre un attento lavoro di redazione per cercare di evitare ciò. Comunque un personaggio che esce in edicola da 60 anni ha fisiologicamente bisogno di forze creative nuove. È il bello e il brutto della serialità: inevitabilmente dopo un certo numero di anni gli sceneggiatori devono alternarsi, le idee non sono inesauribili purtroppo.

Nel frattempo hai cominciato a lavorare per il mercato francofono, per il quale disegni Russel Chase, con soggetti di Richard Nolane. Cosa significa per te lavorare per questo mercato?
Pasquale Del Vecchio: È un’occasione che ho potuto cogliere e che, nei ritagli di tempo, cerco di portare avanti.

José Carlos Francisco e Pasquale Del VecchioQuali sono per un disegnatore le differenze principali tra il mercato italiano e quello francese?
Pasquale Del Vecchio: La prima cosa che colpisce è che in Francia i media sono molto più interessati al fumetto rispetto all’Italia, anche se la qualità complessiva dei fumetti italiani non mi sembra affatto inferiore a quella dei nostri cugini transalpini, nonostante i loro albi escono in libreria e non in edicola come i nostri.

Riesci a conciliare bene il lavoro per i due mercati, essendo a conoscenza delle chiamate editoriali?
Pasquale Del Vecchio: È un pò difficile, perchè fare fumetti è un lavoro artigianale abbastanza lungo ed impegnativo. Comunque per il momento mi sembra di cavarmela abbastanza bene.

Da quale parte ti vengono le pressioni maggiori per rispettare i tempi di consegna?
Pasquale Del Vecchio: Da nessuno in particolare: finora sono riuscito a gestire il doppio impegno abbastanza bene.

Come analizzi l’evoluzione della tua carriera?
Pasquale Del Vecchio: Bella domanda a cui non saprei rispondere: sono troppo parte in causa ed ho troppo senso del pudore.

Tex Willer por Pasquale Del VecchioDove continueremo a vedere Del Vecchio?
Pasquale Del Vecchio: Spero ancora a lungo su Tex, dove lavoro con grande soddisfazione, e ogni tanto su qualche albetto a colori in Francia.

Quali fumetti leggi attualmente ovvero con quali ti identifichi maggiormente?
Pasquale Del Vecchio: Mi piacciono nuovi autori che stanno usando il medium fumetto con risultati che hanno pari dignità artistica con la letteratura: David B., Satrapi, Blutch, Peeters…

Oltre ai fumetti, quale tipo di libri leggi? E quali sono le tue preferenze nel campo del cinema e della musica?
Pasquale Del Vecchio: Leggo molto. I miei autori preferiti sono, tra gli altri: Dostoevskj, Simenon, Celine, Philip Roth. Nel cinema adoro Fellini e Kubrick. Riguardo alla musica ascolto un pò di tutto, ma tra i preferiti metto Paolo Conte.

Caro Pasquale, a nome del blog portoghese di Tex ti ringraziamo moltissimo per l’intervista che ci hai così gentilmente concesso.
Pasquale Del Vecchio: Grazie a voi dello spazio concessomi.

(Cliccare sulle foto per vederle a grandezza naturale)

6 Comentários

  1. Bellissima intervista…. Speriamo x la storia di Nizzi… non tanto x il disegnatore quanto x lo sceneggiatore…

  2. Adoro specialmente (ma per tutti i disegnatori), il disegno in matita.

    Secondo me hanno un fascino incredibile, e questo di Del Vecchio è semplicemente stupendo (forse anche il fatto che finalmente abbiamo nuovamente un Aquila della Notte).

  3. E’ molto bravo. Nei suoi disegni colgo anche qualcosa di Magnus che però non cita tra i suoi ispiratori.

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